L'agente Carlo Pallavicino tra il '97 e il '98 ha avuto la procura dell'allora stella delle giovanili rossonere Roberto De Zerbi ha raccontato le sue emozioni e ha svelato alcuni retroscena su Roberto De Zerbi calciatore ma non solo. Ecco le sue parole a calciomercato.com: "Lo presi in procura tra il '97 e il '98. In quel periodo Stefano Borgonovo, che aveva smesso di giocare da qualche tempo, stava pensando a cosa fare nella vita dal momento che ancora non aveva le idee molto chiare. Tra le varie cose che gli venne in mente di fare, visto che eravamo molto amici, avendolo avuto per 10 anni in procura, c'era quella di mettermi in contatto con alcuni ragazzi dei settori giovanili che lui conosceva, perché faceva l'osservatore. Conobbi così alcuni calciatori. Uno era Saudati. E tra questi c'era lui, il più forte di tutti: Roberto De Zerbi. Era in rampa di lancio. Però noi volevamo fargli capire che doveva avere pazienza. E ricordo che lui era talmente ansioso di esplodere, di fare in maniera che fosse riconosciuta la sua bravura, che quando fu mandato a Monza a giocare, la situazione non fu semplice. Non era convinto, aveva grossi dubbi. Si era convinto di poter essere un giocatore importante nella rosa del Milan. E mi ricordo queste discussioni con lui. Io a un certo punto sbottai e gli dissi: 'Se sei convinto di saper fare tutto te, penso che tu non abbia bisogno di un procuratore e che tu possa fare tutto da solo'. E lui ci pensò un po' di tempo e dopo un po'... ci dette la disdetta (risata, ndr). Per cui è stato uno dei giocatori più veloci nella storia quasi 30ennale da procuratore".

Procede Pallavicino: "E' uno spirito libero, un uomo libero. L'unico che lo poteva tenere sotto controllo all'epoca era Stefano Borgonovo. L'unico che riusciva ad avere un po' di ascendente era Stefano. E infatti io mi affidavo molto a lui. Anche Boban, che era un nostro giocatore, ci dette una mano all'epoca per cercare di aiutarlo. Roberto però aveva questa fretta. E voleva sentirsi subito protagonista, voleva sentirsi il numero 1. E al Milan, farlo subito, era un po' difficile. "Mi piacerebbe vederlo all'Inter, perché è un personaggio che secondo me sa captare gli umori di tutto l'ambiente, che sa leggere le situazioni ambientali. E ha la forza per reggere sulle sue spalle una tifoseria che vive di alti e bassi, che va a umori. Ha la capacità di assorbire quella tensione che la panchina dell'Inter trasmette, che storicamente vive sia il positivo che il negativo all'eccesso. Un'altra piazza in cui mi divertirei a vederlo è Napoli, dove ha giocato, perché ha questo sguardo da condottiero sereno, che sa quello che vuole. E in queste piazze c'è bisogno di chi ha questo approccio. Fiorentina? A Firenze lo sognavano tutti, è il grande rimpianto estivo".

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Sezione: Non solo Sasol / Data: Mer 25 novembre 2020 alle 19:24
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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