Fabio Grosso si sente pronto ad affrontare la Serie A con il Sassuolo. "A Frosinone avevo un rapporto splendido con il direttore Angelozzi e anche con il presidente, ma alcune piccole cose mi avevano fatto riflettere e dopo due anni e mezzo sentivo che era giusto cambiare. Ascolto molto le mie sensazioni, mi faccio venire i dubbi, rifletto, mi confronto e poi decido. Al Sassuolo sono pronto per la A" ha detto nel corso di un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

Quali sono i principi di gioco che il Sassuolo dovrà mostrare?
"Vado oltre l’aspetto tecnico o tattico.Voglio vedere una squadra che abbia il coraggio di rimanere dentro le partite e di resistere alle difficoltà. La montagna è alta, ma passo dopo passo si arriva in cima. A patto che, dopo ogni caduta, ci si sappia rialzare. Non mi preoccupano i momenti negativi, che saranno tanti. Ma bisogna ricavarne la forza da sfruttare nei periodi positivi. Dal punto di vista tattico, gioco con quattro difensori e tre giocatori offensivi, poi vedremo. Debuttiamo in casa con il Napoli: subito grandi difficoltà e la possibilità di dimostrare come vogliamo affrontarle".

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Finora mercato bloccato. Laurienté vuole andare via. Ha chiesto un regalo a Carnevali?
"Ho grande fiducia nella società. Confido molto nella voglia di Carnevali di fare bene: è lo stesso desiderio che ho io. Laurienté vorrebbe misurarsi a un livello più alto (confermata la nostra esclusiva). Parlo tanto con Armand, cerco dimostrargli tutti gli scenari considerando le sue ambizioni ma anche quello che la società ha fatto per lui"..

Berardi racconta che vince le sfide su punizione contro di lei...
"Confermo. Mi auguro che il suo piede continui a essere decisivo in A, ma a conquistarmi è stato il modo in cui si è rimesso in gioco: dopo un grave infortunio e la retrocessione, è rientrato con una determinazione e una ferocia impressionanti".

Al debutto affronterà Conte, il tecnico con il quale chiuse la carriera da calciatore vincendo lo scudetto nel 2011-12 giocando però solo due volte.
"Dopo un paio di presenze finii in tribuna: all’epoca le panchine non erano ancora allargate. Ci confrontammo, io non sentivo più una motivazione fortissima, gli chiesi di non convocarmi in trasferta se dovevo andare in tribuna, lui fu d’accordo con me. Però con Antonio il rapporto era ottimo".

Lei è stato allenato da Cosmi, Guidolin, Delneri, Mancini, Ferrara, Zaccheroni, Conte nei club; Trapattoni, Lippi e Donadoni in Nazionale. Chi ha lasciato la traccia più profonda?
"Ho cercato di prendere qualcosa da tutti. Poi ho rielaborato cercando di offrire una proposta mia: le idee funzionano se nascono dentro di te".

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Sezione: News / Data: Mar 15 luglio 2025 alle 09:00
Autore: Manuel Rizzo
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