"Dopo l'annata brutta dell'anno scorso in cui siamo in retrocessi, c'è tanta voglia di tornare nella massima serie" ha detto Samuele Mulattieri ai microfoni di DestinationCalcio. Missione compiuta per il centravanti del Sassuolo che ha festeggiato il ritorno in Serie A con il club neroverde e ora punta a guidare l'attacco di mister Grosso in massima serie. L'attaccante ha raccontato la sua esperienza a Sassuolo in un'intervista realizzata qualche settimana fa a campionato ancora in corso ma pubblicata quest'oggi, parlando della sua annata e anche del suo percorso che lo ha portato in neroverde. Ecco le sue parole trascritte per voi da SassuoloNews.net.

Hai dei compagni di squadra che obiettivamente con la Serie B possono centrare anche poco. Penso ovviamente a Berardi, penso a Laurienté. Quanto è stimolante per te, oltre che più facile chiaramente anche per te, giocare con questi campioni qua?
"No, assolutamente. Giocare con giocatori come Berardi, come Armand è tanta roba, nel senso che sono giocatori forti. Posso solo che imparare con Mimmo, ad esempio. Possiamo solo che imparare da lui e da tutti i giocatori come lui".

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A proposito di imparare, in panchina con mister Grosso, che tipo di segreti stai apprendendo da questo allenatore qui?
"Il mister lo conosco bene, abbiamo già raggiunto una Serie A insieme a Frosinone, anche insieme a Boloca. A gennaio è arrivato anche Mazzitelli, quindi con lui mi trovo bene, dà i consigli giusti. Mi sono trovato bene a Frosinone come mi sto trovando bene adesso".

Il segreto proprio di questo Sassuolo che sta mettendo in atto questa tipo di stagione qua?
"No, noi quest'anno siamo un bel gruppo, affrontiamo bene tutte le partite, abbiamo giocatori di grande qualità, abbinati anche a giocatori esperti che conoscono la categoria. Quindi noi ogni partita cerchiamo di dare il massimo".

Samuele, ripercorrendo un po' la tua carriera, gli inizi con lo Spezia e poi l'Inter, l'Inter che ti dà la possibilità anche di giocare il campione di primavera in Italia. Sono un tipo di esperienze che ti fanno grande, ti fanno crescere...
"Sì, è stata una bella esperienza anche fare la Youth League con l'Inter il primo anno, perché poi io il secondo anno da fuoriquota non ho potuto farla, quindi l'ho fatta solo il primo anno. È stata una bellissima esperienza, abbiamo giocato il girone con il Barcellona, il PSV, quindi è stata una bella esperienza".

C'era Ansu Fati in quel Barcellona...
"Non mi ricordo se c'era lui però c'erano dei giocatori che poi sono arrivati a fare grandissime e grandissime carriere".

Tornando a te ovviamente, è arrivata poi una parentesi in Olanda, hai fatto parte di quella generazione di ragazzi che con il Volendam e sono andati a crescere. Prima tu, poi c'è stato Filip Stankovic, c'è stato Oristanio, cosa ti porti dietro da quella parentesi lì?
"È stata una bellissima esperienza, comunque è stato il mio primo anno da professionista nel calcio. La prima stagione da professionista, perché avevo già giocato anche nello Spezia qualche partita, però il primo anno completo da professionista l'ho fatto lì in Olanda, perché uscito dalla primavera, non avevo grossissime richieste, poi c'era stato il Covid. Però mi ricordo che mi aveva mandato un messaggio l'allenatore, Wim Jonk, spiegandomi appunto cosa vedeva in me e dove potevo giocare. Io ero rimasto impressionato da questo messaggio, quindi mi hanno voluto fortemente sia lui che anche i due direttori Jasper e Ruben, con cui mi scrivo tuttora, ci sono rimasto molto legato. È stata una bella esperienza, perché comunque ti apre un po' la visione da giovane andare a giocare in Olanda, comunque è un altro tipo di campionato, è stata una bella esperienza".

Ma è davvero quello olandese il calcio ideale per i calciatori giovani?
"Ma sì, può essere secondo me il giusto step, magari per un ragazzo che esce dalla Primavera, anche la seconda divisione lì, per poi tornare magari in Italia in un certo modo. Sicuramente ci sono più spazi, i giocatori comunque la qualità penso sia abbastanza alta, però è diversa la mentalità perché lì magari pensano meno a difendere, più ad attaccare, si aprono più spazi, magari gli attaccanti prendono più fiducia, fanno più gol".

Volevo chiederti quali fossero le differenze maggiori tra l'Italia e l'Olanda, me l'hai un po' detto. Hai memoria di qualche giocatore in Olanda che ti ha impressionato particolarmente?
"Sì, sicuramente quello che mi ha impressionato di più giocava insieme a me, difensore centrale, Micky van de Ven, che ora è al Tottenham. E lui mi impressionava molto, comunque doti fisiche incredibili, poi si vede ora la carriera dove è arrivato".

Quindi non credi che sia una casualità il fatto che per esempio Feyenoord e PSV abbiano eliminato due italiane in questa Champions League?
"Ogni partita ha la sua storia, comunque ci sono cose magari del campionato olandese da cui il campionato italiano potrebbe trarre qualche spunto, come magari il campionato olandese potrebbe trarre qualche spunto con l'italiano. Sono due campionati di livello alto, magari diversi per mentalità, per concezione del calcio".

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Sezione: News / Data: Dom 13 luglio 2025 alle 18:05
Autore: Sarah G. Comotto
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