Introduzione

Fino a pochi anni fa, le sponsorizzazioni da parte di operatori di scommesse sportive erano una componente stabile del calcio italiano. Già dai primi anni 2000 bookmaker e società calcistiche di Serie A hanno iniziato a stipulare contratti di sponsorizzazione sempre più di frequente. Brand internazionali come Betclic, Bwin, Sisal o Stanleybet hanno legato il proprio nome a club blasonati come Juventus, Milan o Roma, portando nelle casse delle società contratti da svariati milioni di euro.

In assenza di un divieto specifico, le società calcistiche potevano liberamente concludere accordi con aziende di gioco e scommesse, sfruttando una fonte di guadagno particolarmente redditizia, soprattutto in un momento in cui i diritti televisivi e le plusvalenze di mercato non bastavano a coprire i bilanci. La presenza di loghi di bookmaker su maglie, cartelloni pubblicitari e contenuti digitali era una pratica normale e accettata.

A livello normativo, fino al 2018 mancava una regolamentazione specifica. Esistevano limitazioni che riguardavano la pubblicità in fascia protetta o l’obbligo di indicare il divieto di gioco per minorenni. Nessun vincolo impediva dunque la sponsorizzazione diretta, che diventava per molte squadre, specie per le medio-piccole, una vera boccata d’ossigeno (e di fondi!).

Le Regole Fino a Ieri

Il panorama è cambiato radicalmente con l’entrata in vigore del cosiddetto Decreto Dignità (Decreto Legge 87/2018), promosso dal governo Conte I e convertito in legge a luglio 2018. Il provvedimento ha introdotto il divieto assoluto di pubblicità, sponsorizzazione e promozione di giochi e scommesse con vincita in denaro su qualsiasi mezzo di comunicazione, incluso lo sport.

A partire dal 14 luglio 2019, data di scadenza dei contratti in essere, nessuna società sportiva italiana può più concludere accordi di sponsorizzazione con bookmaker, né esporne i marchi durante eventi, su maglie o materiali promozionali. Le sanzioni previste per i trasgressori sono elevate: si parte dal 20% del valore della sponsorizzazione fino a un massimo di 50.000 euro per ogni violazione accertata.

L’obbiettivo della norma è chiaro: tutelare i consumatori e soprattutto i minorenni dal rischio di dipendenza dal gioco. Questa norma introdotta da Conte ha però sollevato critiche da ogni parte. Le società calcistiche lamentano un’ingente perdita economica, stimata in più di 100 milioni di euro annui solo per la Serie A. Inoltre, il divieto ha creato un disallineamento con altri paesi europei dove la pubblicità delle scommesse è ancora consentita, riducendo la competitività dei club italiani sul mercato.

Il Caso Inter e altre

Nonostante la chiarezza del divieto, non sono mancati casi al limite della normativa. Alcune società, ad esempio, hanno cercato di aggirare le restrizioni promuovendo siti informativi o comparatori di scommesse (legalmente distinti dagli operatori di gioco), oppure stipulando accordi con aziende estere i cui loghi non contengono riferimenti diretti al betting.

Un caso emblematico è stato quello dell’Inter, che nel 2024 ha stretto una partnership con Betsson Sport, brand internazionale che opera nel settore scommesse ma si è presentato come sito di infotainment (informazione e intrattenimento). Analogamente, club di Serie B e Lega Pro hanno collaborato con siti come “Snaitech.info” o “BetAdvisor”, portali che offrono consigli e analisi, ma che spesso sono legati indirettamente ad attività di gioco.

Anche nel mondo dei media sportivi sono emersi escamotage: rubriche, podcast o contenuti sponsorizzati da portali di confronto quote o bonus, che rientrano in una zona grigia dal punto di vista legale.

Il Futuro

Finalmente, il Senato italiano ha approvato una risoluzione che permette alle società sportive di firmare contratti di sponsorizzazione con le società di scommesse. Il mondo del calcio può tirare un sospiro di sollievo ed esultare per le nuove prospettive d guadagno, ma ovviamente il centrosinistra italiano, a partire dai soliti del movimento 5 stelle, insorge e protesta. Torneremo a essere più competitivi in Europa?

Scommetti!

Nonostante il divieto di sponsorizzazione, l’interesse degli italiani per le scommesse sportive non accenna a diminuire. Anzi, con l’aumento delle piattaforme digitali e l’espansione del mercato online regolamentato dall’ADM (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), molti utenti cercano portali sicuri e trasparenti per giocare responsabilmente.

In questo contesto, siti come BonusFinder.it rappresentano una risorsa utile e legale per gli appassionati. BonusFinder.it è un portale di comparazione che aiuta gli utenti a trovare i migliori bonus di benvenuto offerti dai bookmaker con licenza italiana, oltre a fornire recensioni imparziali, guide al gioco responsabile e consigli per sfruttare al meglio promozioni e quote.

Se vuoi scommettere responsabilmente e senza rischi inutili, BonusFinder.it è il punto di partenza ideale. Invece di affidarsi al passaparola o a portali esteri, gli utenti possono confrontare tutte le offerte attive sul mercato italiano, scegliere quella più adatta alle proprie esigenze e approfittare dei bonus senza violare alcuna normativa.

Nel rispetto delle regole in vigore, dunque, è ancora possibile valorizzare l’interesse per il betting sportivo, purché lo si faccia in modo trasparente e conforme alla legge. Mentre le società calcistiche attendono eventuali modifiche alla normativa o nuove fonti di finanziamento, gli utenti possono continuare a scommettere online in sicurezza e con tutte le garanzie previste dall’ordinamento italiano.

Sezione: Non solo Sasol / Data: Gio 24 luglio 2025 alle 16:09
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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