Che messaggio passa se si lasciano a casa Domenico Berardi, Andrea Pinamonti, Jay Idzes, Armand Laurienté, Nemanja Matic e Arijanet Muric? Come si può motivare una squadra come il Sassuolo se cinque dei tuoi titolarissimi vengono risparmiati da una trasferta non certo dispendiosa (non si andava a giocare in Kazakistan) e non vengono nemmeno portati con la squadra? Il messaggio che passa mi sembra evidente: a noi della Coppa non frega un emerito accidente, o un cazzo se preferite! E come posso io, giocatore chiamato in causa per questa partita, sentirmi importante? Ok, mi viene data una chance che devo cercare di non sprecare per provare a cambiare le gerarchie e per dimostrare all'allenatore che si sbaglia ma le motivazioni sono già sotto lo zero se so che Berardi e compagnia nemmeno vengono in panchina a guardarmi. Inutile fare proclami prima della gara e dire che ci si tiene alla Coppa Italia e che non si sottovaluta l'avversaria. La verità è una soltanto: la Coppa Italia è una rottura di scatole! O meglio, viene vista come una rottura di scatole. Non dal sottoscritto, io vorrei vincere sempre, anche un torneo di briscola in ritiro o giocata al parco con mia nonna o la partitella durante l'allenamento più stupido dell'anno. Ma evidentemente non tutti la pensano così. Fa così schifo andare a giocare un quarto di finale o 'addirittura' una semifinale di una competizione nazionale?

Ecco, detto questo, poi si può discutere della formazione messa in campo da Grosso, se era giusto mettere in campo questo piuttosto che quell'altro. Cambiarne 10 su 11 non è mai una buona cosa e se Walu (o ci fosse stato Paz) fosse stato al 100% probabilmente i cambi sarebbero stati 11 su 11. Sì al turnover perché l'allenatore deve gestire il gruppo e se non fa giocare Pieragnolo (per dirne uno) in Coppa Italia a Como quando lo fa giocare? No al turnover esagerato. Presentare una squadra completamente rinnovata non è mai un bene. Mancano i meccanismi, non c'è affiatamento, non ci sono le misure. I giocatori fanno fatica e queste scelte finiscono solo col mettere in difficoltà l'uno con l'altro. Avere invece quelle 3-4 certezze in campo e farle giocare magari la prima ora (tanto poi si gioca domenica, c'è tempo per recuperare) o portare in panchina gente come Berardi e Laurienté e provare a farli entrare nella mezz'ora finale se il risultato è ancora in bilico e provare a giocarsi la qualificazione può invece spostare l'inerzia della gara e cambiare la gestione delle cose.

Così però non è stato. Il Sassuolo ha scelto di rinunciare al passaggio del turno ancor prima di scendere in campo al Sinigaglia di Como e questa è la cosa che fa più male. Poi si è complicato la vita dopo nemmeno 2 minuti regalando il primo gol con l'errore in disimpegno di Pieragnolo e consegnandosi di fatto agli avversari che hanno chiuso con il 71% di possesso palla. Un possesso però mai fine a se stesso perché la squadra di Fabregas gioca bene, ha interpreti di qualità e rapidità, giovani che avranno un grande futuro con un allenatore che presto spiccherà il volo. Il Sassuolo non è riuscito a sfruttare gli spazi che la squadra di Cesc concedeva dietro, faticando a sviluppare il suo contropiede. Ne è nata una partita chiusa dopo il primo tempo e che non ha aiutato il sottoscritto a gestire il freddo che già batteva forte su Como (14 gradi, un vento fastidioso più delle folate sulla fascia di Addai).

L'unica nota positiva il gesto del Sassuolo e dei suoi tifosi che hanno deciso di devolvere l'incasso alla popolazione comasca colpita nei giorni precedenti dall'alluvione. Triste vedere il lago pieno di detriti. Bravi però ai tifosi neroverdi e anche alla società!

Sezione: Editoriali / Data: Gio 25 settembre 2025 alle 13:44
Autore: Antonio Parrotto
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