2 novembre giorno dei defunti. 3 novembre la resurrezione dei morti viventi? Perché il Sassuolo ci ha ampiamente messo del suo per far resuscitare il Genoa. Poteva 'ammazzare' (sportivamente parlando) i rossoblù, infliggergli l'ultimo colpo ma il Grifone è risorto dalle sue stesse ceneri, facendosi beffa dei neroverdi che forse hanno sottovalutato l'avversario, forse sono caduti nella più classica delle trappole nel mondo del calcio. Un po' come la teoria del piano inclinato. Il Sassuolo lanciatissimo veniva da una vittoria in Sardegna e pregustava un altro successo che poteva portare all'ottavo posto. Il Genoa non aveva mai vinto una partita in questo campionato, aveva appena mandato via l'allenatore e anche il direttore sportivo chiamando Diego Lopez e il duo di genoani Criscito-Murgita. Come poteva finire?

Prima della partita su #ShottiniNeroverdi a domanda sul pronostico ho risposto: "Partita trappola: può finire 5-0 come 0-1". È finita 1-2, non ci ho preso nei numeri quanto nella sostanza. Il Sassuolo è caduto nell'imboscata tesa dalla truppa genoana che doveva vincere a tutti i costi la sua finale e nel finale non si è accontentato cambiando modulo, passando dalla difesa a un 4-2-3-1 a trazione offensiva. Il Sassuolo col suo consueto 4-3-3 è sceso in campo distratto, sbagliando atteggiamento come forse mai prima d'ora in questa stagione. Vecchi fantasmi che tornano ad aleggiare perché Grosso sin qui era stato molto bravo a costruire una nuova mentalità mentre ieri si è rivisto il Sassuolo 'presuntuoso' di Dionisi e a tratti quello 'sbruffone' di De Zerbi che faticava con le squadre alla portata.

Si era capito sin dai primi momenti della gara che non sarebbe stata una serata semplice per il Sassuolo. Tanti errori tecnici, tanti duelli e seconde palle perse, tante corse a vuoto, tanti segnali di una superficialità che in Serie A costa caro, specie quando hai un avversario con l'acqua alla gola. Criscito e Murgita hanno sgomberato la testa dai cattivi pensieri rossoblù, il Sassuolo forse credeva di poter avere vita facile visto il caos in casa del Genoa e forse ha preso sottogamba l'appuntamento con il club più antico d'Italia. Ne è nata una gara difficile, dove anche due certezze come Idzes e Muric hanno commesso degli errori, dove Laurienté è apparso fumoso e dove Matic si è lamentato con i compagni durante una sorta di timeout nel primo tempo, chiedendo loro più cattiveria e concentrazione.

Nei numeri il Sassuolo non ha demeritato. Forse se fosse finita in pareggio, visto che la sfida dopo l'1-1 ha preso la piega di una gara brutta e con poche emozioni (eccezion fatta per un paio di occasioni di Thorstvedt e due rossoblù di Colombo e Vasquez), non si sarebbe gridato allo scandalo ma forse il pari avrebbe illuso il Sassuolo che spingendo il piede al minimo può comunque portare a casa qualcosa, paradossalmente sarebbe forse stato deleterio per il futuro. So che in molti non saranno d'accordo ma meglio una sconfitta vera che un 'falso' pareggio.

Infine, ho letto molti commenti negativi sui cambi di Fabio Grosso. Sinceramente non sono d'accordo. Grosso ha fatto più o meno gli stessi cambi di sempre. Vranckx entrato nel 2° tempo per Koné, Fadera per Laurienté. Non c'era Volpato quindi ha messo Cheddira largo come aveva fatto con il Cagliari e inizialmente (a sinistra) con la Roma. Ha cambiato Coulibaly per Doig (mossa fatta dal 1' minuto a Cagliari quattro giorni prima) e poi ha tolto Pinamonti per un'altra punta, Moro, nei minuti finali. Considerate le assenze di Volpato e Skjellerup c'era poco altro da mandare in campo dalla cintola in su. L'unico è Pierini (che a destra sarebbe stato adattato come Cheddira). A centrocampo Iannoni. Ma le gerarchie ad ora sono quelle.

Sezione: Editoriali / Data: Mar 04 novembre 2025 alle 10:46
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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