"Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, ego me baptizzo contro il malocchio. Con il peperoncino e un po' d'insaléta mi protegge la Madonna dell'Incoronéta; con l'olio, il sale, e l'aceto mi protegge la Madonna dello Sterpeto; corrrrrno di bue, latte screméto, proteggi questa chésa dall'innominéto". Non so se sia andata davvero così, presumo di no, ma mi piace immaginarlo così Fabio Grosso, prima della partita contro la bestiaccia nera Udinese, immerso in una vasca da bagno come Lino Banfi nel film "Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio" intento a recitare la filastrocca contro la iella. E forse non è un caso che proprio al tentativo numero 13 (non un numero a caso) il Sassuolo sia riuscito a conquistare nuovamente i 3 punti contro l'Udinese.

Il gol di Defrel nel 2016/2017 era ormai impolverato, non aveva ancora preso piede il 4k, si può trovare sul web in bassa qualità. Ora però non sarà più solo. Soffriva un po...di solitUdine. Quella di ieri è stata soltanto la seconda vittoria interna del Sassuolo contro l'Udinese. Quattro volte i neroverdi non avevano mai trovato la via del gol contro l'Udinese e nelle 7 occasioni in cui ci erano riusciti non erano mai andate oltre un gol segnato. E forse non sarà un caso, nemmeno questo, che a sbloccare la gara ci abbia pensato un altro francese, Armand Laurienté (bravo a capitalizzare quello che sarebbe diventato l'80° assist in A di A, ora sul podio degli assist-man dal 2004 in poi) e che poi lo stesso francese abbia imbeccato un canadese francofono, ovvero Ismael Koné, per il 2-0. Due gol in 12 minuti che hanno indirizzato la gara e l'hanno spostata sui binari neroverdi nonostante le prime due occasioni da gol siano state di marca bianconera ma Muric (sempre lui) ci ha messo una pezza su Zaniolo e poi ha visto uscire fuori di poco il colpo di testa di Kristensen.

In una gara scoppiettante, con due episodi controversi in area neroverde (i contatti Laurienté-Zaniolo e Walukiewicz-Solet), una strattonata Palma-Pinamonti in area ospite, è emersa la qualità dei neroverdi ma anche il carattere. Contro una squadra tignosa e fallosa (22 a 5 il computo totale dei falli) i neroverdi hanno risposto con la giusta grinta e con la giusta determinazione, senza farsi innervosire e senza andare oltre. Bravo il Sassuolo a tenere la barra dritta e a saper soffrire anche nella ripresa quando l'Udinese, anche grazie al cambio modulo di Runjaic, è venuta fuori. Ma anche Grosso, mago dei cambi, ha tirato fuori dal cilindro Fadera e Iannoni che hanno confezionato il gol del 3-1 che ha chiuso i giochi.

Il Sassuolo però sta scoprendo se stesso e sta scoprendo una nuova veste. La formazione neroverde sta cambiando i connotati e queste prime gare del campionato lo stanno dimostrando con varie sfaccettature che mancavano e che sono state aggiunte nella costruzione della rosa quest'anno. Un'altra vittoria di carattere dopo quella con la Lazio due giornate fa ma stavolta più marcata. Il secondo mini-ciclo di partite con quattro scontri diretti su cinque è iniziato nel migliore dei modi. Ora il Verona, dove due anni fa Berardi ci lasciò un tendine d'Achille e il Sassuolo la Serie A. "Madonna Santissima dell'Altomare, tutta la iella buttala a mare; San Sabino di Canosa, fa che non mi succeda qualche altra cosa: occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio".

Sezione: Editoriali / Data: Lun 29 settembre 2025 alle 12:09
Autore: Antonio Parrotto
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