"Riconoscenza ma che scemenza è stato fidarmi di te. Tu che sei solito, solito, sì...solito fare così". Ancora una volta Vasco Rossi (sempre sia lodato) mi viene in soccorso per l'incipit dell'editoriale. Il caso del giorno o forse il caso della settimana in casa neroverde è la scelta del nuovo portiere che sembra ricaduta su Stefano Turati. Vi abbiamo parlato su SassuoloNews.net della scelta del Sassuolo di non riscattare Horatiu Moldovan dall'Atletico Madrid per cifre che all'apparenza sembrano esigue. Si parla infatti di un riscatto a 800mila euro e la decisione, confermata anche dal procuratore del portiere rumeno, ha scatenato grande dibattito nel mondo neroverde. Ci sono pochissimi tifosi che non avrebbero speso quei soldi per tenersi il portiere classe '98, specie dopo l'ingratitudine dimostrata da Stefano Turati nella passata stagione. Ma andiamo con ordine (non Franco).

In estate il Sassuolo aveva fatto una scelta: via tanti senatori con lo stipendio importante, dentro giovani con stipendi più bassi per riaprire un nuovo ciclo. Via Andrea Consigli, legato da un altro anno di contratto a 2 milioni lordi e dentro Stefano Turati dopo la retrocessione con il Frosinone. Per Consigli era stata trovata un'altra sistemazione in A ma il portiere milanese ha detto di no al Monza (probabilmente fiutando che qualcosa non andava dalle parti in Brianza perché checché ne dica Maicol Pirozzi il mindset da quelle parti non era ancora settato a dovere) mentre l'altezzoso Turati, che non è il solo sulla scena e non ad avere un ego smisurato (vedi l'attore Michele Morrone che a Belve dalla Fagnani ha detto di sentirsi inferiore solo a Stefano Borghi anche se in realtà non lo conosce quasi nessuno, vorrei avere io la sua autostima e sentirmi inferiore solo a Gianni Brera o sentirmi inferiore solo a Rocco Siffredi sotto altri aspetti) non voleva fare la Serie B perché si sentiva da Serie A. E sul campo si è guadagnato per ben due volte la retrocessione in B (ovvio, non solo per demeriti suoi).

Turati è stato probabilmente mal consigliato nella passata stagione e il Sassuolo non ha mai negato di esserci rimasto male perché quella famosa riconoscenza tanto cara alla famiglia neroverde avrebbe dovuto battere forte nel cuore e nella testa di Stefano, scartato dall'Inter qualche anno fa, portato sui grandi palcoscenici dal Sassuolo e dal direttore Palmieri che lo ha preso per un tozzo di pane dal Renate e gli ha fatto fare la trafila dall'U18 in poi, mandandolo poi in prestito alla Reggina, al Frosinone e poi al Monza.

Ora per il portiere classe 2001 si schiudono nuovamente le porte della Serie A, stavolta a difendere i pali del Sassuolo. I tifosi non sono d'accordo ma il club neroverde sembra aver fatto la sua scelta. Io, seppur sorpreso dal mancato riscatto di gatto Moldovan (il Sassuolo forse avrebbe potuto comunque riscattarlo e venderlo a un altro club mettendo a segno una buona plusvalenza, un po' come fatto dall'Utrecht con Ryan Flamingo acquistato a meno di 3 milioni e rivenduto qualche settimana al triplo al PSV) che considero un ottimo portiere, credo che in prospettiva Turati sia più forte e credo che la dirigenza neroverde abbia soppesato sulla bilancia i vari fattori e, dopo una lavata di capo doverosa al buon Stefano, abbia deciso di puntare su di lui che era l'erede designato di Consigli già quest'anno.

La riconoscenza non c'è nella vita, figuriamoci nel calcio dove il sentimentalismo non esiste se non nel cuore e nei pensieri dei tifosi ma, inutile prendervi e prenderci in giro, il calcio è business in piena regola. Sassuolo Calcio è un'azienda, così come lo sono tutte le altre società di calcio, e come tale va gestita. Bisogna fare delle scelte mettendo da parte i sentimentalismi e non agendo per ripicca ma pensando al bene della società. Cosa avrebbe dovuto fare il Sassuolo con Turati, mandarlo via perché l'anno scorso ha avuto la presunzione di voler giocare in Serie A e non fare un anno da protagonista in B con i neroverdi? So che molti di voi stanno rispondendo sì a questa domanda ma mettendomi nei panni di un Carnevali o di un Palmieri la risposta giusta è solo una. No!

Perciò, che siate un Morrone o un Turati, un Bertoncelli o un prete, un Moldovan o qualsiasi altro, bisogna ragionare per il bene del club. E Turati è un portiere forte. E siccome si dice spesso che nel calcio non c'è memoria, sono sicuro che dopo le prime due-tre parate decisive di Stefano tornerà il sereno tra i tifosi e il portiere. Toccherà proprio a Turati ora riguadagnarsi l'affetto e la fiducia del popolo neroverde e anche qui la risposta giusta è una sola: dare tutto sul campo!

Sezione: Editoriali / Data: Ven 23 maggio 2025 alle 13:45
Autore: Antonio Parrotto
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