Matteo Lovato, nuovo difensore del Sassuolo, ha parlato a SassuoloChannel presentandosi così ai suoi nuovi tifosi: "Quando ero piccolo ho iniziato a giocare un po' perché era la passione di mio nonno e quindi la vedevo più come una rappresentazione di quello che era lui e poi con il tempo ho capito che il calcio è molto di più, ti può dare gioie, dolori, però è più una soddisfazione personale, più per sentirsi importante in qualcosa e per fortuna diciamo in questo sport me la cavo. Ovviamente all'inizio quando sei piccolo e inizi a giocare è più un divertimento spensierato per passare i pomeriggi assieme, un modo anche per legare con gli amici, con i compagni di scuola, e questo però devo dire la verità negli anni si è un po' anche trasformato nelle squadre più importanti, cioè c'è sempre quel bambino dentro che cerca di fare lo sport che gli piace di più al mondo e cerca di farlo nel miglior modo possibile.
Il rapporto con la tua famiglia?
"Mio padre e mia madre sono sempre stati presenti, sono sempre stati super disponibili e mi hanno sempre accompagnato al campo anche quando le condizioni non erano ottimali. Siamo una famiglia molto umile, una famiglia di lavoratori, quindi gli sforzi che loro hanno fatto per me a me piacerebbe ripagarli e poter rendere a loro quello che sono riusciti a regalare a me. Mi ricordo quando ero piccolo, avrò avuto 10 anni, c'è stata una situazione che io dovevo andare al Padova però non volevo perché non volevo pesare sulla mia famiglia eccetera e mi ricordo che i miei genitori mi han detto 'tutto quello che facciamo adesso lo facciamo perché vediamo più in là di quello che probabilmente vedi tu' e diciamo che c'avevano ragione loro".
Padova?
"Padova per me è stato anche l'esordio tra i professionisti, sono state tante emozioni Padova, però ti dico la verità sono emozioni contrastanti perché allo stesso tempo mi sento che non siamo riusciti ad arrivare fino a dove potevamo".
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L'esordio?
"Era la prima giornata di campionato di Serie C e dovevo far l'esordio, però pensavo a partita iniziata e abbiamo fatto la riunione prepartita e il mister ha messo il mio nome tra i titolari e io ho pensato che si fosse sbagliato, pensavo che voleva mettere qualcun altro però poi ho capito la fiducia che il mister riponeva in me e siamo riusciti a fare 17-19 partite consecutive e a toglierci delle buone soddisfazioni e che mi hanno dato la possibilità di passare a Verona"
Mister Sullo?
"Mister Sullo per me è stato il primo allenatore importante, il primo allenatore tra i professionisti, e lui mi diceva sempre di stare tranquillo, di separare quello che è il campo da quello che è il tempo libero perché all'inizio ero molto concentrato su quello che succedeva in campo e magari me lo riportavo anche a casa, ci pensavo, lui è riuscito a farmi distinguere queste due cose ed è riuscito a farmi rilassare un po'".
Il Verona?
"Io venivo da un un periodo in cui la squadra non andava tanto bene lì a Padova e sono arrivato a Verona dove mi sono trovato giocatori ovviamente di due categorie superiori e quindi i primi due mesi sono stati di adattamento, poi c'è stato il covid, quindi un po' tutto lavoro fatto in quei due mesi è stato perso, però diciamo anche lì grazie a Mister Juric, che è stato come un padre per me in tutti i sensi, è riuscito a darmi quell'autostima, quella auto-consapevolezza di dire 'ok sei qui perché c'hai le possibilità e ora tocca a te giocartele'.
L'esordio in A?
"Quando ho fatto l'esordio con l'Atalanta in Serie A sono subentrato e anche lì mi ha mandato a scaldare ma ormai aveva già fatto tre cambi mi sembra, quindi eravamo in 4-5 a scaldarci e pensavo fosse una cosa di routine, invece quando mi ha chiamato mi ha detto 'entra, prendi zappata dove va seguilo' e allora ho detto 'ci siamo, adesso è il momento siamo nel calcio che conta' e quindi è stato un piacere. Seguire Zapata è stata una partita impegnativa però sono stati credo i 20 minuti più belli della mia carriera, sono quelli che mi ricordo più nitidamente".
L'esordio in Champions?
"L'esordio in Champions a Manchester è stato credo l'apice di quello che è il sogno di ogni bambino e il ricordo migliore che ho di quella serata è che in tribuna c'era la mia ragazza e gli ho detto 'Vieni a vedere la partita' ma così per scherzar, ho detto 'vedi una bella partita', solo che poi a fine primo tempo non mi ricordo ma mi sembra Demiral ha avuto un problema quindi è uscito e Gasperini mi guarda e mi fa 'Scaldati che entri'. E allora lì ho detto abbiamo fatto un altro passo ed è stata una partita che ti dico la verità sono stati 45 minuti di adrenalina, non mi ricordo niente di quella partita, zero. Mi ricordo solo che mi sono fischiate le orecchie per tutto il il giorno dopo perché 80.000 persone così calorose mai viste. Questa partite l'ho dedicata a mio nonno perché è un po' stato sempre il il suo sogno, lui super tifoso del Milan, ha sempre seguito il calcio, io sono cresciuto seguendo il calcio con lui quindi quando abbiamo guardato Manchester United-Milan e il famoso gol di Kakà eccetera, lui mi fa 'magari un giorno ci arrivi anche tu' e quindi quando ho giocato a Old Trafford ho detto 'nonno ci sono arrivato'".
Quali sono i tuoi obiettivi?
"Tutto questo percorso mi ha portato in questo momento a capire che l'ho ottenuto forse un po' troppo facilmente, un po' troppo velocemente, quindi certe cose non me le sono godute. L'esordio in Champions non me lo sono goduto, quindi il mio obiettivo adesso è tornare a giocare in Champions League, giocare l'Europa, giocare partite importanti, ma soprattutto riuscire a riprendermi quello che mi sono tolto da solo perché in questo anno e mezzo tra virgolette mi sono messo in difficoltà da solo, quindi d'ora in poi mi aspetto il riscatto, però me l'aspetto da me stesso, e sono qui per aiutare la società, che voglio ringraziare, perché la società mi ha dato subito fiducia e tornare appunto a giocare quelle partite che ormai non mi ricordo".
Perché hai scelto Sassuolo?
"Ho scelto Sassuolo perché Sassuolo è sempre stata una società che a vederla da fuori è sempre stata competente, sempre stata professionale, organizzata, ha sempre sfornato giocatori importanti, è riuscita anche a valorizzare giocatori importanti che sono diventati anche importanti. Sassuolo quindi è sempre stata una sorta di base da dove partire, da dove riuscire a migliorarsi, perché qui c'è tutto per riuscire a migliorarsi. Le strutture sono incredibili, l'organizzazione societaria è fantastica, quindi Sassuolo in questo questo contesto è secondo me il miglior punto di partenza per riuscire a seguire questa strada, per riuscire a raggiungere quell'obiettivo".
Quali sono state le tue prime impressioni qui?
"Appena sono arrivato qui ho avuto l'impressione subito di uno staff, di una squadra, di una società proprio organizzata, che sa quello che vuole, sa dove vuole arrivare e sa come arrivarci. Poi la parola passa al campo però in queste prime battute ho visto allenamenti forti, allenamenti intensi, una squadra che ha voglia di vincere, una squadra che ha voglia di dimostrare e credo ognuno abbia ben fisso in testa qual è l'obiettivo di quest'anno e tutti stanno lavorando al massimo per raggiungerlo".
Grosso?
"Mister Grosso è una persona molto positiva che cerca sempre di aiutarci, sempre di darci consigli, ma soprattutto è una persona molto preparata, un allenatore molto preparato, lui e lo staff sono sempre sul pezzo e non è semplice perché comunque le partite sono difficili, lavorare con tanti giocatori è difficile, però in questo momento ho visto molta partecipazione, ho visto molta professionalità e soprattutto positività".
Altri obiettivi per quest'anno?
"Quest'anno un altro obiettivo che mi voglio aggiungere è magari quello di riuscire a mettere qualche numerino alla statistica gol perché comunque dopo tante partite credo anche quello sia un passo, uno step da fare, per fare quel gradino in più e spero di entrare nell'ottica Nazionale maggiore in questi anni perché comunque alla fine sono giovane però dipende tutto da me, da quanto lavoro, da quanto mi impegno, dai risultati che porto, quindi cioè ovviamente è ancora troppo presto per dire non ce la facciamo più però credo ci siano tutte le basi per raggiungerla. Poi ti ripeto dipende dal lavoro, dipende da quanta abnegazione ci metti".
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