"La notte ci ha puntato il coltello alla gola, e a montare l’asino c’è rimasto Dio, il Diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido" cantava Fabrizio De André in Crêuza de mä (testo tradotto), forse una delle sue più celebri canzoni in genovese. E girando per i carruggi di Genova De André lo si respira un po' ovunque. Ma a parte questo momento romantico, la partita ha avuto ben poco di romantico. Genoa-Sassuolo probabilmente segna la condanna definitiva dei neroverdi. Dopo la vittoria dell'Inter qualcuno forse si era illuso. A fine primo tempo, guardando la classifica che recitava: Sassuolo, Empoli, Frosinone 32 al terzultimo posto quelle illusioni brulicavano di neroverde ancor di più. Però, come abbiamo imparato soprattutto quest'anno, le partite durano 95-100 minuti. Per gli altri. Per il Sassuolo no: 31 punti persi da situazioni di vantaggio, record negativo dell'intera Serie A, superato il Torino a 29 nel 2020/21.

Con l'Inter i neroverdi sembravano aver perso quel vizietto e invece no. D'altronde, come può una squadra che ha vinto 7 partite in 35 giornate riuscire a fare 3 o addirittura 4 vittorie consecutive nelle ultime 4 giornate e risollevarsi in classifica, scavalcando due squadre e salvandosi in Serie A? Prima della partita avevo scritto un articolo, qual è il vero Sassuolo? Quello visto con l'Inter o quello di Firenze o con il Lecce? Forse né l'uno e né l'altro. Il Sassuolo è questo qua, quello visto con il Genoa, una squadra che non merita la Serie A. Perso Domenico Berardi, perso il faro (o la lanterna per restare in tema) si è spenta la luce e sono uscite fuori tutte le 'magagne' di una squadra che, inutile dirlo nuovamente, ha delle evidenti lacune. E forse anche l'autogol di Kumbulla, autore di un'ottima partita con l'Inter e disastroso in quell'intervento ieri (a proposito di Diavolo che in cielo si è fatto il nido), è un altro segnale delle valutazioni errate compiute quest'anno dal club.

Il secondo tempo però ha sgonfiato velocemente i sogni della formazione di Davide Ballardini, acclamato ex, e ha riportato tutti alla realtà con l'ennesima rimonta subita. Il Sassuolo non è riuscito a sfruttare i passi falsi delle dirette concorrenti, vanificando così lo sforzo di una settimana fa con l'Inter e il primo tempo di Marassi in cui non aveva concesso niente a Retegui e Gudmundsson ed era passato in vantaggio alla prima mezza occasione. E questo aumenta ancora di più i rimpianti. E le parole di Davide Ballardini se non sanno di resa, poco ci manca: "Pesa, pesa molto, perché se oggi facevi risultato eri sempre più in gioco, perdendo è chiaro che le percentuali si abbassano di molto".

Un applauso infine anche ai circa 200 tifosi che hanno raggiunto ieri Genova e hanno dato vita a una bella coreografia e una bella battaglia a distanza con i tifosi genoani, beccandosi però una marea di insulti, gestacci, a tal punto che nel settore dei tifosi genoani vicino al settore ospiti, la gradinata sud, è stato necessario un piccolo cordone di steward. "Serie B", "Ti taglio la gola" (non la canzone di Vasco) e tanto altro ancora. Chi mi conosce lo sa, non difendo nessuno a priori e non lo faccio per ricevere approvazione. Sì allo sfottò, sono stato il primo a farlo da ragazzo e li faccio ancora adesso, ma da lì a fare il gesto del "ti taglio la gola", insomma, ce ne passa. E vorrei ricordare agli spettacolari tifosi del club più antico d'Italia dov'erano l'anno scorso.

Sezione: Editoriali / Data: Lun 13 maggio 2024 alle 10:20
Autore: Antonio Parrotto
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