Pantaleo Corvino per convincere, soprattutto i giocatori stranieri, a sposare la causa del Lecce, invia loro le foto di alcuni posti meravigliosi del Salento: la Grotta della Poesia, Santa Croce, San Cataldo, Gallipoli, Torre dell’Orso, Otranto e i video dei tifosi giallorossi allo stadio. Non sappiamo quali foto del distretto ceramico, di Rimini, della Ferrari e dell'Emilia Romagna o quali escamotage abbia utilizzato Francesco Palmieri per convincere i 10 giocatori di nazionalità diversa a sposare il progetto Sassuolo ma di sicuro deve aver usato argomenti convincenti. Mai come quest'anno il Sassuolo parla straniero e, nonostante le parole di Carnevali ai nostri microfoni, la strategia neroverde è cambiata. Prima si puntava sui giovani di talento italiani. Quest'anno invece il Sassuolo è diventato una multinazionale, proprio come la casa madre Mapei. E chissà che l'input non sia arrivato proprio dall'azienda...

Il Sassuolo ha cambiato strategia, prendendo spunto da quella dell'Udinese che da anni punta sui talenti stranieri, con pochissimi italiani a fare da collante con la realtà italiana e friulana, e non è mai retrocessa in Serie B. L'Udinese è in A da 30 anni consecutivi ed è arrivata a giocare anche in Champions League. Non male per una realtà come quella friulana, differente sì da quella sassolese, ma con degli aspetti in comune

SCELTI DA SASSUOLONEWS:

Carnevali: "Vogliamo salvarci e far divertire i tifosi. Vranckx e Koné i colpi più difficili"

Grosso: "Contentissimi del calciomercato. Possiamo, dobbiamo e vogliamo migliorare"

Volpato: "Sassuolo, voglio di più! Scioccato da Cherki. Ho imparato da Berardi, Dybala e Ronaldinho"

Ora però la domanda sorge spontanea dopo gli arrivi di un indonesiano, un guineense, un serbo, un belga, un canadese, un marocchino, un gambiano, un polacco, un kosovaro e un francese: che lingua si parla e si parlerà nello spogliatoio? L'arrivo di talenti internazionali non deve essere visto però in maniera negativa. Chiaro, un Sassuolo di matrice prettamente italiana piaceva a tutti ma in questo periodo storico non è semplice 'parlare italiano' nel mondo nel calcio e non è un caso che la nazionale stia facendo una fatica immane ad arrivare ai Mondiali. La globalizzazione ha portato anche nazionali di basso livello ad alzare il livello. C'è più equilibrio in giro per il mondo. Il prodotto straniero molte volte costa meno rispetto al made in Italy e in un'estate in cui il Sassuolo non ha venduto (meno di 5 milioni di euro gli incassi) e ha investito 10 milioni per due soli acquisti a titolo definitivo (più qualche milione per i prestiti), la scelta è stata quella di puntare sull'estero anche perché chi ha giocatori buoni italiani se li fa pagare a caro prezzo.

L'Udinese lo fa da anni con ottimi risultati (dal '94/95 è rimasta sempre in A). Anche l'Hellas Verona nelle ultime stagioni ha adottato questa strategia, spendendo poco e rivendendo a tanto dopo 6 mesi i migliori e andando nuovamente a pescare scommesse all'estero. La strategia nel Sassuolo è cambiata. I neroverdi cercano l'espansione in giro per il mondo, per portare il marchio Sassuolo (e Mapei) anche in giro per il mondo. Sarà una scelta vincente? Sarà, come sempre, il campo a dare il giudizio finale. Ora infatti la patata bollente passa a mister Fabio Grosso: un Sassuolo poliglotta per conquistare la salvezza, in attesa di tempi migliori per il talento made in Italy.

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Sezione: News / Data: Ven 05 settembre 2025 alle 09:00
Autore: Antonio Parrotto
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