L'estate sta finendo, è ritornato il calcio, è ritornata la Serie A. Leggo il giornale e c'è Papa Leone e il Sassuolo in Serie A. Di nuovo. "Bevo un bicchiere per pensare al meglio, per rivivere lo stesso sbaglio. A mezzanotte ne ho commessi un paio, che ridere che fa". Forse fa più ridere a chi tifa Napoli e fa sicuramente più male ai tifosi del Sassuolo, costretti a fare i conti con i soliti errori di una fase difensiva che concede. Certo, stavolta di fronte c'erano i campioni d'Italia del Napoli senza Lukaku ma con un Kevin De Bruyne in più nel motore e guidati dal solito assatanato Conte che sogna di scrivere un'altra pagina di storia e ha iniziato con il piede giusto. Il Sassuolo invece si è risvegliato dal sogno promozione e ha dovuto fare i conti con una realtà dura come quella della Serie A. Si è alzato con il piede sinistro. Non quello di Berardi, opaco e poco ispirato come la maggior parte dei suoi compagni, ma la domanda sorge spontanea: se non accende la luce Mimmo (lode a lui) chi la accende?

Non era nemmeno il piede di Fabio Grosso perché stavolta il Sassuolo non ha convinto. Giusto rispettare l'avversario ma è mancato coraggio. Quel pizzico di coraggio che si è visto solo nella parte finale di gara, quando ormai il suo Sassuolo non aveva più nulla da perdere ma la sensazione generale è stata quella di un Napoli in netto controllo della gara con un baricentro basso per non concedere campo alle ripartenze dei neroverdi e che poteva colpire in ogni momento (oltre ai 2 gol anche 2 legni). Forse è mancato anche un pizzico di coraggio nelle scelte con i cambi (che l'anno scorso in Serie B hanno spesso fatto la differenza) hanno tardato ad arrivare (provare a dare più brio con Volpato e Fadera prima del 70' ad esempio poteva essere un'idea ma evidentemente il tecnico avrà avuto le sue buone ragioni per attendere e per non dare nemmeno un minuto all'ex Roma, apparso uno dei più ispirati nel pre-campionato). Ma Grosso è di fatto un esordiente in Serie A, questa era appena la sua quarta panchina, e anche lui deve adattarsi, ha bisogno di tempo anche per imparare.

Ecco, imparare. Mi hanno lasciato più di qualche perplessità le parole di Giovanni Carnevali prima della gara. Cosa ha imparato il Sassuolo in B? La domanda posta al dirigente neroverde: "Spero di aver imparato poco, siamo stati bravi a risalire subito. Ci lascia qualcosa, pensiamo a cosa dobbiamo fare quest'anno. E' un campionato difficile e complicato, possiamo fare qualcosa di buono". Quella parte iniziale, quel "spero di aver imparato poco" la considero una battuta infelice, forse riuscita male. Della retrocessione ne abbiamo e ne ho parlato tanto, è arrivata una meritata promozione ed è tempo di lasciarsi alle spalle quello che è successo però dagli errori bisogna imparare, bisogna dimostrare di aver imparato. Se non si fa e si persevera e si commettono ancora errori allora che senso ha avuto tutto il resto?

Sono convinto però che il Sassuolo abbia imparato dai suoi errori e stia allestendo una buona squadra e che ci sarà ancora spazio per puntellare la rosa con rinforzi di spessore come lo sono stati Koné, Vranckx, Idzes e Matic (quest'ultimo in attesa dell'ufficialità). Quello visto con il Napoli non era ancora il vero Sassuolo 2025/26, quindi calma e gesso. Giusto avere ambizione ma prima di pensare alla parte sinistra della classifica (per dirla alla Muharemovic) bisogna andare con i piedi per terra, pensare prima a salvarsi, perché gli errori di due anni fa sono ancora sotto gli occhi di tanti, forse non di tutti mi verrebbe da dire. Chiudo facendo mea culpa per le pagelle. Ho dato 6 a Turati, avrebbe meritato mezzo voto in meno. Si sbaglia. Ho imparato. Spero di imparare di più.

Sezione: Editoriali / Data: Dom 24 agosto 2025 alle 15:29
Autore: Antonio Parrotto
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