È iniziata ufficialmente l'era Fabio Grosso a Sassuolo. Ieri il primo assaggio in stile neroverde per il nuovo allenatore, chiamato a riportare il Sassuolo in Serie A, sperando di riuscirci al primo colpo con la consapevolezza di dover affrontare un campionato duro, pieno di insidie, come quello di B. Ieri la presentazione ufficiale dell'allenatore che ha parlato in maniera chiara e diretta, senza far nomi ma esprimendo dei concetti chiari. Il primo e probabilmente il più significativo riguarda proprio il Sassuolo. Con la retrocessione in Serie B molti giocatori sono destinati a fare le valigie. Bene così: via chi non ha voglia di restare, via chi non mette il Sassuolo al primo posto, via chi non ha a cuore questa società e ha giocato troppo spesso con i sentimenti neroverdi.

"Parliamo ogni giorno con il direttore e sappiamo come possono essere queste situazioni, non sono mai definitive. Vorremmo fare affidamento su persone che hanno le caratteristiche che contraddistinguono il club, me e la dirigenza. Vorremmo avere a che fare con giocatori super motivati che mettono il club al primo posto. Ci sono tante situazioni e le affronteremo strada facendo. In questo club ci sono tanti ragazzi di qualità, che ha fatto un passaggio a vuoto e deve ripartire e vuole rifarlo, più che nomi è importante sapere il modo e su quel modo appoggiare i nomi di giocatori che vogliono restare e nomi di giocatori che vogliono arrivare" le parole in questo senso di Fabio Grosso. Il club davanti a tutto. È arrivato infatti il momento di fare un passo indietro e rimettere la chiesa, pardon, il Sassuolo al centro del villaggio.

La retrocessione può diventare anche un'occasione per fare 'piazza pulita'. Saranno molti infatti i tagli e gli addii, molti senatori andranno via, molti 'big' li seguiranno a ruota. Via chi ha calpestato i sentimenti dei tifosi, chi non ha dato il massimo, chi non ha messo il Sassuolo al primo posto. Si sono viste molte situazioni spiacevoli da questo punto di vista, soprattutto nell'ultima maledetta stagione che ha portato alla Serie B. Quella neroverde sarà anche una realtà piccola e tranquilla ma merita rispetto, merita grande rispetto! E allora dentro gente che ha voglia di lottare e di sudare, di dare tutto per la maglia e non considera questo club solo un club di passaggio o un club vetrina come i negozi di Via Montenapoleone. 

C'è bisogno di una squadra che sappia lottare, di uomini prima che giocatori. Non sto facendo di tutta l'erba un fascio ma le prossime scelte in questo senso dovranno essere esemplari. E poi manca senso di appartenenza e allora perché non riportare a Sassuolo chi ci tiene a questa maglia, chi questa maglia l'ha sudata e la sente ancora sua, chi ha dato tanto e può dare ancora molto? Penso a Marco Piccioni, ad Alberto Pomini, Simone Missiroli, Gaetano Masucci ma gli esempi sarebbero tanti (non considero Francesco Magnanelli perché ormai è vicino a diventare il nuovo allenatore della Juve altrimenti sarebbe il primo della lista).

Anche Il Sassuolo però ha voluto lanciare un messaggio preciso con l'ingaggio di Fabio Grosso: ambizione. L'arrivo del tecnico infatti è un segnale del progetto neroverde che non ha alcuna intenzione di fermarsi: la società considera la retrocessione come un incidente di percorso e per questo punta all'immediata risalita in Serie A, conscia delle difficoltà che presenta il campionato di Serie B, ma l'obiettivo è risalire subito la china. Come detto, non sarà impresa semplice perché avere ambizione e un progetto non basta. Nemmeno le buone intenzioni. Ma fiducia massima nel nuovo allenatore e nel lavoro di Francesco Palmieri che in questi giorni ha racchiuso 9 anni di vittorie e di emozioni nel Settore Giovanile in un'intervista esclusiva con noi e ha dimostrato in tutti questi anni di essere un gran lavoratore e di avere sempre le idee chiare. Ora viene il bello!

Sezione: Editoriali / Data: Mar 11 giugno 2024 alle 11:00
Autore: Antonio Parrotto
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