Andrea Pinamonti, nel corso dell'intervista rilasciata a Cronache, ha parlato anche della sua gioventù e di quando aveva iniziato a giocare a tennis: "Sì, ho giocato per tanti anni. I miei genitori non mi hanno mai, tra virgolette, obbligato a fare calcio, anche perché non è che mio papà ha giocato a livelli alti, e quindi mi ha indirizzato su quella strada, mi ha lasciato libero. Fin da piccolo sono sempre stato un amante dello sport in generale, quindi ne ho provati più di uno, diciamo, oltre a quelli magari a scuola, i classici".

"Ho fatto calcio e tennis per tanti anni e mi dicevano che ero anche molto bravo a tennis tant'è che io non me lo ricordo ma me lo raccontano sempre i miei genitori che quando poi all'età di 8 anni mi sembra dovevo scegliere se calcio o tennis perché gli impegni diventavano sempre di più il mio maestro di tennis si era messo a piangere perché non ci poteva credere che avevo lasciato il tennis e quindi sono sempre stato un amante del tennis mi piaceva giocarlo e mi piace guardarlo tuttora però poi ho scelto il calcio perché mi piaceva di più".

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Poi dalle tue parti ora ne è nato uno forte (Sinner, ndr). "Ne nato uno discretamente forte che sta portando avanti anche il nome del Trentino Alto Adige. alla grande, in tutta Italia, in tutto il mondo. Persone che non guardavano neanche il tennis, adesso avendo un italiano sul tetto del mondo ti invoglia proprio a guardarlo. E mi fa tanto piacere perché so che vivendo, cioè, essendo nato in una regione come la nostra, che magari è un po' isolata al di fuori di quello che sono le tante possibilità, specialmente nel mondo dello sport, vuol dire che ci sono stati dei sacrifici molto grossi per poter arrivare a questo quindi mi fa molto piacere".

L'obiettivo è incontrarlo..."Sì, sicuramente mi farebbe molto piacere dopo considerando che anche lui ha un pochino di impegni e non credo sia facile però mi piacerebbe veramente incontrarlo. Io dentro di me sono molto soddisfatto di questo perché so che non è facile vedendo anche poi che dopo di me non ci sono stati tanti altri ragazzi che sono riusciti a emergere nel mondo del calcio perché comunque siamo tra virgolette lontani un po' da tutto per dirti io quando ho iniziato il primo settore giovanile vero e proprio che era il Chievo Verona era comunque un'ora e mezza di strada andare e un'ora e mezza tornare da me quindi non è neanche facile anche per le famiglie che possono fare determinati spostamenti quindi per questo ringrazio sempre i miei genitori che sono sempre stati presenti e mi hanno permesso di poter fare questo se no anch'io ero e dovevo rimanere lì e fare la vita che stanno facendo i miei amici che sono rimasti là".

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Sezione: News / Data: Ven 21 novembre 2025 alle 16:01
Autore: Sarah G. Comotto
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