Nemanja Matic, centrocampista del Sassuolo, è intervenuto ai microfoni di Sky Sport. Ospite a “L’Originale del Lunedì” ha parlato della sua carriera: "De Bruyne? Io a Manchester sono riuscito a fermarlo. Ho giocato tante volte contro di lui, è un giocatore fantastico ed è un ottimo ragazzo anche fuori dal campo. È sempre bello giocare contro top player come De Bruyne, devi dare sempre il 100% se vuoi provare a fermarlo o vincere". Sul caso De Bruyne dopo il Milan: "Conte è sempre lo stesso. Coi top player è così: vogliono giocare sempre, fare gol, avere un impatto. Quando non ci riesci, non sei contento. Poi dopo, parlando con Conte, sono sicuro che avranno risolto i loro problemi".

Sull'addio dalla Roma ha rotto il silenzio per la prima volta: "Avete tempo? Per rispondere a questa domanda devo ripartire dall'inizio, quando ho scelto la Roma e sono andato via dallo United per entrare in un progetto in cui sarei dovuto restare almeno un paio d'anni. Prima della Roma avevo avuto delle offerte, mi proponevano dei contratti triennali, e già all'epoca avevo una certa età. Poi è arrivata la Roma di Mou: all'inizio non volevo andare, la loro offerta era un contratto annuale, ma per José soprattutto ho scelto la piazza giallorossa. All'inizio mi hanno detto di firmare e che già a gennaio avremmo parlato di rinnovo". 

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Ancora Matic sull'esperienza in giallorossa: "Secondo me ho giocato bene, stavo giocando bene. A gennaio però nessuno mi ha detto nulla per il rinnovo. A febbraio ho cercato io dei contatti e mi è stato detto che se avessi giocato più del 50% delle partite avrei avuto il rinnovo automatico. Non era certo quello che mi era stato promesso in estate. Avevo la sensazione di essere costantemente in prova. A febbraio ho detto quindi alla società che fino a fine stagione avrei dato il massimo per portare la Roma il più lontano possibile, la dirigenza sapeva già qual era la mia decisione in estate e quando il Rennes mi ha offerto un triennale ho accettato. Non ero io il problema, ma le persone che mi avevano promesso delle cose che non hanno mantenuto. Mi è mancata la stabilità, anche se non mi è mancato l’amore dei tifosi che mi hanno rispettato più della società. Prima di oggi non ne avevo mai voluto parlare, ma a tre anni di distanza posso dirlo anche perché i dirigenti che c’erano allora non ci sono più. Non voglio dire che sono stati scorretti, ma ritengo che avrei meritato maggior rispetto".

Sulla Serie A e sull'Inter: "L'Inter rispetto al passato pressa molto di più nella metà campo avversaria. Ha qualità e ha i giocatori giusti per farlo. Chivu sa quali tasti toccare per far migliorare la squadra, l'Inter lo farà un passo alla volta". Su Vlahovic: "Quando Vlahovic è andato alla Juve, ero sicuro che vi sarebbe rimasto per 10 anni, vista anche la sua giovane età. Non conosco i motivi del fatto per cui oggi non performi. Praticamente non ho mai giocato con lui, perché ho lasciato la Nazionale 7-8 anni fa. Tutti in Serbia pensano che sia il miglior giocatore serbo oggi".

Sui giovani d'oggi nel calcio: "Le nuove generazioni giocano troppo alla play, ci sono così tante cose al di fuori del calcio come i social, le attività coi tifosi, troppe distrazioni... È più difficile aiutare i giovane, tutti vogliono subito emulare Messi e Ronaldo".

Sulle lacrime di Dybala dopo la finale di Europa League: "Mi ricordo che Paulo piangeva, ero dispiaciuto per lui e l'ho rincuorato. Siamo buoni amici. Quando l'ho visto in lacrime dovevo dirgli qualcosa: 'Questo è il calcio', sono state le mie parole sincere".

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Sezione: News / Data: Mar 07 ottobre 2025 alle 09:06
Autore: Manuel Rizzo
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