Seconda parte dell'intervista esclusiva con mister Alessio Dionisi. Dopo aver parlato di mercato ma anche della scorsa stagione, in questa seconda parte abbiamo chiacchierato con l'allenatore del Sassuolo di alcuni singoli neroverdi ma anche di un 'attaccante aggiunto', ovvero lo spazio. Spazio anche alle curiosità con Jovanotti e non solo. Ecco la seconda parte dell'intervista esclusiva di SassuoloNews.net, realizzata dal nostro direttore Antonio Parrotto, al mister neroverde.
Lei in passato ha dichiarato che lo spazio è l’attaccante aggiunto di una squadra. Chi lo attacca meglio nel Sassuolo è Frattesi che dovrebbe andare via. L’anno prossimo cambierà modo di giocare o pensate di riuscire a trovare un giocatore con caratteristiche simili?
"A prescindere da chi andrà via o no per me non avere giocatori che sappiano attaccare gli spazi è un rischio, chi li sa attaccare ha più volontà di attaccarli, per dove sta andando il calcio con tanta marcatura a uomo, tanta difesa in avanti, diventa determinante avere giocatori che sanno attaccare gli spazi e più di tutti lo spazio lo attacca chi ha come qualità quello: tu puoi convincere un giocatore a fare una cosa un po' diverse dalle sue qualità però la farà sempre meno di quello che è nelle sue corde. Poi io non sono un allenatore, ad esempio, che chiede all'attaccante di fare il terzino e al terzino di fare l'attaccante. Fosse per me avremmo bisogno di più giocatori che sanno attaccare gli spazi perché per me lo spazio è vincente, è l'attaccante aggiunto, il movimento genera altro movimento e io credo tanto in questo e avere giocatori che non lo sanno fare o non ce l'hanno nelle loro qualità non mi piace, perché ora è determinante".
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Che Laurienté si aspetta di ritrovare nella prossima stagione?
"Più motivato! Abbiamo un giocatore forte, indiscutibilmente ha stupito un po' tutti, non tanto noi, nei numeri forse sì, non me l'aspettavo così efficace ma pretendo da lui che sia più motivato. Non vedo l'ora di riallenarlo perché lui non ha finito la stagione con noi. Spero stia bene, è un bravissimo ragazzo con qualità importanti. Spero di riuscire insieme a lui, alla squadra e allo staff di tirare fuori quello che ancora non ha fatto vedere perché è più bravo di quello che ha fatto vedere, però serve ancora più motivazione perché lui aveva una motivazione diversa quando è arrivato rispetto a quando ha finito ed è normale, lui sperava di poterci stare in una squadra nuova e si è guadagnato la titolarità per merito ed è stato determinante, poi a un certo punto lui non ha più voluto stupire e mi aspetto quello da lui. Nella parte finale di stagione gli avversari hanno iniziato a capire quanto potesse essere determinante e hanno cercato di limitarlo in modo diverso rispetto all'inizio".
Anche Pinamonti è più forte di quanto ha fatto vedere? In maniera secca: il prossimo sarà il suo anno?
"Che possa fare di più di quanto fatto quest'anno sì, che debba essere supportato sì, che farà meglio è una speranza, che sarà l'anno di Pinamonti...io spero che sarà l'anno del Sassuolo perché di conseguenza sarebbe l'anno di tutti i giocatori. Pinamonti è un giocatore che ha poche specificità ma sa fare bene tante cose e bisogna metterlo nelle condizioni migliori ma anche lui deve metterci del suo".
Consigli e Defrel in una recente intervista hanno detto che per restare ad alti livelli ci vuole passione. E per restare ad alti livelli, da allenatore, cosa ci vuole?
"Curiosità, tanto equilibrio, poi io sono ad alti livelli da pochissimo e credo che l'equilibrio sia alla base perché si vive troppo di estremi in questo sport e spero che l'equilibrio possa essere la mia forza, altrimenti si fa fatica a gestire i momenti difficili. Poi essere consapevole dei propri mezzi nelle difficoltà perché la difficoltà è dietro l'angolo e se sei consapevole dei tuoi mezzi nelle difficoltà sarai migliore quando le cose girano, perché poi girano. Ovvio che passione ce n'è, altrimenti è difficile".
Anche lo staff immagino sia anche un altro elemento molto importante. Ormai sono abituali e bellissimi gli abbracci con il team manager Fusani sui rigori, ad esempio. Che importanza dà al suo staff? E poi nello specifico Magnanelli che apporto ha dato in questa stagione? Può fare l’allenatore?
"Lo staff ha molta importanza, non solo per l'allenatore ma anche per la squadra perché sono allenatori da un'altra prospettiva, quindi con meno responsabilità ma con grande importanza, perché per me la responsabilità è assumersi la responsabilità dell'errore e chi sbaglia è l'allenatore. Sono importanti quanto l'allenatore all'interno di un gruppo, sono molto importanti nella condivisione, non della scelta, l'opinione è libera, se mi renderò conto che un membro dello staff non è in grado di esprimere la propria opinione calcistica all'interno di una riunione per me è una sconfitta, perché lo staff serve per capire, rafforzare o mettere in discussione la propria opinione. Io credo molto nel lavoro di squadra e Magnanelli fa parte di una nuova squadra per lui perché ha giocato per una vita nel Sassuolo, è stato una bandiera, ha ottenuto grandi risultati. Si è calato molto bene in questo nuovo ruolo, fermo restando che è al primo anno e non è semplice: per certi aspetti è un vantaggio far parte di uno staff della squadra dove lui ha giocato, lui è un tecnico dei suoi ex compagni di squadra e li conosce, sa come approcciare, ma al tempo stesso è difficile perché si è dovuto staccare da quelli che sono i suoi amici. È stato bravo, è stato molto utile per noi, credo che anche per lui questa esperienza sia stata molto formativa. Non so cosa c'è nel suo futuro, in quello immediato c'è che fa parte dello staff, poi in futuro sarà lui a fare delle scelte per se stesso".
Fattore D. Di Francesco, De Zerbi e adesso Dionisi. Di Fra dopo il Sassuolo è andato alla Roma, De Zerbi allo Shakhtar e ora allena in Premier. Le ambizioni di Dionisi quali sono?
"Prima di tutto confermarmi con il Sassuolo, poi non ho la fretta di dire domani devo allenare... sono contento di mettermi in gioco, e io sarei felicissimo di confermarmi, questo è il mio obiettivo, poi se nelle conferme ci saranno delle possibilità diverse sarò felice perché sono ambizioso come lo siamo tutti, è nell'indole umana esserlo, ma prima di tutto mi piacerebbe confermarmi in Italia, poi un dopo dopo domani mi piacerebbe altro, ma mi piacerebbe confermarmi in Italia prima di essere un allenatore oltre confine".
Tre obiettivi che vuole porsi per la prossima stagione.
"Il primo è confermarci, che non vuol dire ripeterci ma vuol dire essere all'altezza della maglia e dei colori che portiamo e non è scontato. L'altro obiettivo è avere un'identità perché è importante. Ho ereditato una squadra che aveva già una forte identità. Sono in una realtà che ha avuto sempre una sua identità e ho allenato sempre squadre che a fine anno ho riconosciuto con una forte identità, delle volte si riesce meglio delle volte peggio, quest'anno ci abbiamo messo un po' più di tempo ma sono contento di dove siamo arrivati. Mi piacerebbe essere più veloci nel costruire un'identità, sarebbe importante. Il terzo obiettivo ovviamente tirare fuori ancora di più dai ragazzi che ritengo abbiano margine delle possibilità più grandi di quelle che hanno oggi: sarebbe una soddisfazione per me e per tutto il mondo Sassuolo".
A lei piace Jovanotti. C’è una frase delle sue canzoni che potrebbe usare per descrivere la sua avventura a Sassuolo?
"'La vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare' perché è una visione ottimistica di tutte le cose, dipende dalla prospettiva con cui guardi le cose: se la vertigine è paura di cadere sei pessimista, se la vertigine è voglia di volare è una visione ottimistica di tutto. A pensare negativo si è sempre in tempo, io non dico che sono ottimista per natura, cerco di essere equilibrato, ma credo che a pensare male ci sia tutto il tempo per farlo e mi piace essere ottimista, anche quest'anno in alcuni momenti ho cercato di essere equilibrato/ponderato/ottimista, poi se vedo troppo ottimismo cerco di abbassarlo un pochino, cerco di usarlo col bilancino. Sicuramente è una frase non solo delle due stagioni a Sassuolo, per me allenatore è questa".
In una delle sue prime interviste disse di essersi ripromesso di regalarsi un orologio. Si è fatto questo regalo? Per il campionato di quest’anno invece a cosa pensa?
"Mia moglie mi rimprovera di questo perché ancora non me lo sono regalato. Appena raggiungo un obiettivo, allora penso a quello dopo. Se capiterà, ma per ora no. Cosa mi regalerò? Una vacanza con la mia famiglia perché l'anno scorso non l'ho fatta. Ho due bimbe e una moglie con la quale condivido poco tempo durante la stagione calcistica, andrò in vacanza e questo sarà il regalo più bello: stare con la mia famiglia e con i miei amici, è la cosa più bella. Andrò in vacanza con la mia famiglia e spero di dedicare un po' di tempo ai miei amici, appena finita la stagione un po' l'ho fatto, spero di poterlo fare anche una volta finite le vacanze".
CLICCA QUI PER LEGGERE LA PRIMA PARTE DELL'INTERVISTA A DIONISI
Si ringraziano mister Alessio Dionisi e l'ufficio stampa del Sassuolo per la cortesia e la disponibilità dimostrate in occasione di questa intervista.
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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