L'Italia non andrà al Mondiale e ha perso per la prima volta nella storia una gara interna delle qualificazioni ai Mondiali: ko per 0-1 con la Macedonia del Nord, a Palermo, e Azzurri fuori. Per la seconda volta consecutiva. L'Italia ha tirato tanto verso la porta, centrandola a dire il vero poche volte. Le grandi occasioni sono capitate soprattutto sui piedi di Domenico Berardi. La grandissima occasione della sfida gli è capitata sul mancino. A porta vuota. Mimmo non ha saputo approfittare del regalo del portiere avversario, dopo averne intercettato il passaggio e con il suo mancino, che tante volte da quella posizione lo ha portato ad esultare, ha strozzato la conclusione, fallendo la più grande delle occasioni.

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Un gol avrebbe cambiato la partita ma avrebbe, probabilmente, solamente rinviato la sentenza di qualche giorno. Perché, bisogna ammetterlo, questa non è Italia. La magia dell'Europeo è svanita. Mancavano giocatori simbolo come Federico Chiesa e Leonardo Spinazzola, alcuni elementi non erano in grandi condizioni fisiche e psichiche (vedi l'interista Barella e il napoletano Lorenzo Insigne), altri hanno continuato a fare fatica con la maglia azzurra (Ciro Immobile) ma anche Jorginho, Bastoni, Florenzi, Emerson e tutti gli altri non sono stati impeccabili. L'unico a provarci, almeno quello, è stato proprio l'attaccante del Sassuolo Domenico Berardi. E nella ripresa, anche Giacomo Raspadori e l'ex Lorenzo Pellegrini hanno provato a dare una scossa che non c'è stata. L'unico a salvarsi invece è stato Marco Verratti, l'unico campione che aveva in campo ieri l'Italia.

Grandi critiche sono piovute addosso a Domenico per l'errore del primo tempo. Un errore da matita blu, lo diciamo a scanso di equivoci. Bisognava far gol (ovviamente è facile parlare dal divano), l'occasione era ghiotta. Ma da lì a paragonare la prova di Mimmo come quella di Ciro Immobile e Lorenzo Insigne ce ne passa. Mimmo ci ha 'messo la faccia', ha provato a inventare, dribblava, saltava l'uomo, ha causato lui l'unico cartellino giallo del match. Ha subito falli, ha provato a impensierire il portiere. Ha avuto una grande occasione sul destro nella ripresa. Con un tiro a giro ha sfiorato il palo. Pesa, e giustamente, l'errore da matita blu nel primo tempo. Ma almeno lui ci ha provato. Gli altri? Non hanno avuto le palle, si sono nascosti! Detto questo, l'eliminazione è colpa di tutti, non di un singolo. Si vince e si perde da squadra. Sempre.

È comunque straordinario ammirare quanti impostori della parola pronti a cambiare opinione nel giro di mezza partita solo per leccare il culo e soprattutto per avere il consenso della gente. Si è passati da Domenico Berardi miglior giocatore italiano a Domenico Berardi miglior flop italiano. E l'equilibrio nei giudizi è andato, come sempre, a farsi benedire! Ma si sa, il consenso è l'unica cosa che conta.

Sezione: Editoriali / Data: Ven 25 marzo 2022 alle 19:00
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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