Come lavora una squadra di Serie A durante la pausa per le nazionali? Quali sono le insidie per gli allenatori e soprattutto come si gestiscono o recuperano i calciatori al rientro dagli impegni serrati con la nazionale in vista delle imminenti partite di campionato? Per rispondere a questa domanda Cronache ha realizzato un reportage a Sassuolo dove ha potuto assistere a un allenamento (quello di martedì) di Fabio Grosso e del suo staff durante la pausa e parlato con i suoi collaboratori più fidati.

Ecco le parole del preparatore Francesco Vaccariello: "Siamo un club che ha tanti calciatori in nazionale. Nel nostro caso sono rimasti 13 calciatori. Abbiamo cercato di sviluppare una metodologia che potesse richiamare anche alcuni concetti legati alla preparazione fisica di base, anche a seconda poi del numero di giorni che si danno di pausa, perché se si dà un numero di giorni di pausa molto grande è difficile riuscire a lavorare dal punto di vista del volume e dell'intensità".

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Ancora il preparatore Vaccariello: "Nel nostro caso, avendo tanti giocatori nazionali, abbiamo preferito fare meno giorni di allenamento, ma con specifiche di natura fisica più importanti. Però non è sempre uguale. La volta precedente ci siamo dedicati più agli aspetti di forza e le volte precedenti ancora ci siamo dedicati ad aspetti più individuali, perché un conto è fare una pausa quando è ottobre, un conto è fare una pausa quando è novembre, un conto è fare una pausa quando è febbraio. Quindi cambia tutto. È come un puzzle che bisogna costruire".

Queste le parole del vice Raffaele Longo: "Non è semplicissimo, però diciamo che l'abbiamo fatto bene la settimana scorsa grazie ai ragazzi della primavera, abbiamo fatto 4-5 allenamenti fatti molto bene e oggi per dire che noi giochiamo lunedì prossimo comunque rientriamo con un giorno prima rispetto alla settimana tipica, quindi giusto per serrare i ranghi, per metterci tutti di nuovo in carreggiata perché comunque ci aspetta una partita difficilissima lunedì.

Un tema è come riabbracciare i nazionali, pensate per esempio a Koné, centrocampista canadese che è andato prima in patria per giocare contro l'Ecuador e poi a Miami per affrontare il Venezuela, facendo rientro alla base dopo quasi 16.000 km percorsi in viaggio nel giro di qualche giorno: "La cosa che va a vedere è giustamente il minutaggio - dice mister Longo - chi ha giocato 90, chi ha giocato 180, questi due partiti e chi magari non ha giocato. E quindi in base a questo qua andiamo a intervenire sul campo magari aggregandoli o facendogli fare una parte solo con la palla piuttosto che con il lavoro atletico. Vediamo il minutaggio e poi in base a questo ci regoliamo, come abbiamo fatto la volta scorsa. Adesso Thorstvedt ha fatto due partite quasi tutte, ha saltato un quarto d'ora, Doig ancora non ha giocato. Di conseguenza ci regoliamo da domani".

Vaccariello ha aggiunto: "Ci sono tante informazioni e tanti dati da tenere sotto controllo. Intanto, dove sono i ragazzi, che tipo di fuso orario c'è e quindi si cerca di tenere sempre il contatto con la persona quando è lontana, monitorare quanti minuti di allenamento fa, quando all'interno della giornata li svolge, che tipo di attività preventiva di forza aerobica svolge. Nel momento in cui torna il calciatore si fa un ulteriore check. Innanzitutto, diciamo, le fasi del recupero, che sono la qualità del sonno, l'alimentazione, il tempo dedicato alle attività preventive".

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Sezione: News / Data: Sab 22 novembre 2025 alle 10:05
Autore: Sarah G. Comotto
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