Fabrizio Piccareta è un mister giramondo. Seguendo gli Inter Campus aveva girato i sette mari, dalla Cina alla Colombia, dalla Cambogia a Cuba, passando per l'Iran, con esperienze da secondo in Portogallo e Inghilterra, e ora fa il secondo di Gigi Di Biagio nell'Arabia Saudita Under 23. Quando lo abbiamo contattato si trovava in Qatar per un torneo AGCFF U-23 Gulf Cup, una competizione calcistica in cui si affrontano le nazionali Under-23 dei paesi della penisola arabica. Tra un allenamento e una partita però mister Piccareta ha trovato spazio anche per raccontare uno dei tanti giovani che ha allenato in carriera e che sono in rampa di lancio con il Sassuolo, ovvero Cristian Volpato, ma sotto le sue mani ai tempi della Roma e ai tempi della SPAL sono passati anche Filippo Missori e Luca D'Andrea ("Due ragazzi splendidi"), oltre che Edoardo Bove, Nicolò Pisilli e Matteo Cancellieri. Con lui abbiamo parlato della 'scoperta' di Cristian Volpato, arrivato in Italia, a Roma, grazie a lui e a un suo contatto.
Cristian arrivata dall'Australia e ha firmato con la Roma. Com'è stata la genesi di questo primo trasferimento per il giovane Cristian?
"Sì, la storia di Cristian nasce prima ancora che io conoscessi Cristian, ossia io da molti anni sono in contatto - ed è nata un'amicizia - con una persona, un allenatore australiano che dirige un'Academy privata a Sydney, Tony Basha. Questa persona, già una decina d'anni fa, eravamo entrati in contatto, e quando io ho allenato la Roma nelle Giovanili per tre anni venne anche a Roma a trovarmi, a vedere gli allenamenti e quant'altro. Poi è successo che nell'ottobre, mi sembra fossimo l'ottobre del 2019, se non vado errato, lui un giorno mi chiama e in maniera molto entusiastica mi parla di un ragazzo che si era presentato nella sua Academy, che aveva un passaporto italiano e mi ricordo che mi disse, 'guarda c'è questo ragazzino, 16 anni, che secondo me è veramente forte e voglio che tu lo veda'. Allora gli ho chiesto di mandarmi un video di una partita e in realtà lui non mi mandò un video perché all'epoca Cristian non giocava in nessuna squadra, quindi non esistevano video in cui lui giocava a calcio, ma mi mandò il video di qualche esercitazione che lui faceva individualmente in questa Academy. Vedendo questi video si capiva che lui aveva un controllo di palla interessante per un ragazzino. Al che io dissi al mio amico che non potevo proporre alla Roma di prendere un ragazzo in prova solo sulla base di qualche video dove lui fa dei trick da solo, perché comunque ci sono mille ragazze che fanno cose straordinarie con la palla ma poi se tu li metti in campo non sono così efficaci".
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Cosa accadde?
"Caso volle che a Natale Volpato avesse in programma di venire in Italia con la mamma, al che a quel punto io proposi all'allora direttore del Settore Giovanile della Roma che era Morgan De Santis e gli dissi 'guarda c'è questo ragazzo che secondo me ha delle qualità però dobbiamo vederlo in prova'. Fortunatamente Morgan si fidava di me, però in quel periodo l'Academy della Roma era chiusa, a Trigoria erano tutti fermi per le feste di Natale e quindi chiedemmo a una società amica che era il Trastevere di ospitare una settimana Cristian per gli allenamenti. Nel frattempo si sarebbe un po' preparato per il provino vero e proprio che sarebbe venuto soltanto a gennaio alla riapertura delle attività da noi. Quindi lui andò ad allenarsi tre giorni con il Trastevere. Io mandai una persona di mia fiducia a vederlo perché se lui mi avesse detto 'guarda non vale la pena', io probabilmente nemmeno l'avrei fatto venire a Trigoria perché alla Roma, fortunatamente parlando, le porte di Trigoria anche per i provini si aprono solo se c'è veramente della qualità. Questo amico mio che era un osservatore della Roma mi disse 'guarda è entrato in una partita amichevole con la Juniores e in un quarto d'ora ha fatto tre gol e un paio di assist' e lui mi dice 'secondo me è un ragazzo che gli si può dare un'occhiata'.
Quindi da lì scattò il provino...
"Così poi a quel punto confermammo la settimana di prova che fu praticamente la prima settimana di gennaio e si allenò con me e con la mia squadra perché Cristian è un 2003 e io allenavo i 2003 all'epoca e dopo già al primo allenamento si era capito che lui aveva tutte le qualità per poter stare a quel livello lì. E quindi dopo pochi giorni, d'accordo con il direttore, decisero di farlo firmare e poi da lì è arrivata tutta la trafila. Giocò dopo tutte le varie pratiche burocratiche, passò un mese, poi lo feci esordire con la squadra. Giocammo tre partite mi sembra e poi tutto si fermò per il Covid. Ma ormai lui aveva firmato e poi è stata un'escalation dove poi l'anno dopo andò in Under 18, poi la trafila classica dalla Primavera quando poi Mourinho ebbe l'intuizione di farlo esordire".
Quel periodo del Covid quanto fu difficile? Perché lui racconta in un'intervista che è stato un periodo complicato, perché era appena arrivato dall'Australia, quel periodo non si giocava e stavo perdendo la testa. Le disse qualcosa in quel periodo, si confessò con lei?
"Io con Cristian avevo e ho tuttora un rapporto stretto perché lui è riconoscente del fatto che io sono stato un po' il tramite per il suo arrivo in Italia. È ovvio che all'epoca lui, ma non solo lui, perché comunque era una cosa che per dei ragazzi di quell'età con la voglia di giocare a calcio, oltretutto tutti i ragazzi di fuori Roma, compreso lui, che dovevano convivere dentro il convitto senza fare allenamento, senza giocare, isolati, ci sta che uno non sia posto con la testa, ma non capitò solo a Cristian, penso un po' a tutti. Nel suo caso in particolare, appena arrivato dall'Australia in un contesto comunque nuovo, con compagni di ogni nazionalità, non è facile subito l'adattamento. Infatti alla ripresa delle attività l'anno dopo, lui fece l'Under 18, quindi non più con me, e quell'anno per lui forse fu l'anno più difficile perché non trovava spazio nella squadra, non veniva impiegato in maniera continuativa. Giocava un po', non giocava, e di questo lui soffriva molto. Ricordo un paio di occasioni in cui lui si confidò e io gli dissi di non mollare qualcosa per cui aveva lottato. Perché comunque lui aveva investito tutto se stesso per venire dalla Roma, quindi io gli consigliai di tenere duro, di continuare a lavorare, e poi l'anno dopo invece in Primavera fece veramente bene, e poi arrivò all'esordio".
Lei cosa ha provato con l'esordio in prima squadra e poi il primo gol qualche mese dopo nella partita con il Verona?
"Io ho provato tanto, avendo allenato per tanti anni i giovani, soprattutto quando hai la fortuna di allenare i giovani alla Roma, diventa quasi naturale, non dico scontato, ma può capitare di vedere qualche ragazzo che è passato sotto di te, che poi esordisce in Serie A e quindi è una soddisfazione già quella. Nel suo caso si aggiungeva il fatto che tutto nacque da una conoscenza, perché alla fine la vita nasce anche da certe cose. La fortuna di qualcuno nasce dal fatto che due persone si accordano, come nel caso mio e di Tony Basha, perché semplicemente se io quel giorno non avessi risposto al telefono, avessi magari pensato ad altro, avrei potuto dire, 'ma no guarda lasciamo stare', e probabilmente Cristian magari ci arrivava lo stesso in altre strade, però è normale che poi la vita è fatta di queste cose, di coincidenze. Per cui ripeto, per me è stata una grande soddisfazione, emozione, quando l'ho visto esordire e poi addirittura quando fece il primo gol in Serie A conoscevo la mamma, quindi so quanto questa famiglia aveva investito, da un punto di vista emotivo anche. Io ricordo addirittura che il primo incontro di Cristian, il primo contatto con la Roma fu in centro a Roma con me, mia moglie, Cristian e sua mamma, ci incontrammo in un bar, Cristian non parlava italiano per niente, la mamma invece sì, quindi faceva un po' da tramite. Lui era molto timido, molto imbarazzato, perché comunque sentiva quel peso della cosa, però è stato un bel momento quando poi capisci che un ragazzino, che arriva da un'altra parte del mondo, gli hai dato la chance e poi lui la prende e la sta prendendo tuttora perché ripeto, adesso piano piano si sta imponendo, quindi è una bella cosa".
Lui è stato venduto per 7 milioni e mezzo al Sassuolo, una cifra non indifferente perché comunque parliamo di un talento, però aveva collezionato 14 presenze in prima squadra nel giro di un anno e mezzo. Ora da tre anni p al Sassuolo, ovviamente in neroverde ha vissuto alti e bassi perché poi è chiuso, fortuna e sfortuna, nel ruolo che qui è di Domenico Berardi, che è il campione, lo sappiamo, il simbolo della squadra neroverde. Dico la fortuna perché può imparare da Berardi, la sfortuna perché poi Berardi gli concede le briciole. Come valuta questo suo percorso in maglia neroverde sin qui?
"Io l'ho seguito, lo seguo ed è chiaro ed evidente che il suo percorso non è stato in salita al Sassuolo. Intanto se c'è una società che ha occhio lungo sui giovani è proprio Sassuolo, quindi se il Sassuolo ha deciso di fare un investimento così su Cristian ci sono delle basi e dei motivi per fare una scelta del genere. Io credo che al di là di tutto è proprio il fatto della convivenza in un ambiente dove c'è un giocatore come Berardi, se da una parte può essere stato un limite all'esplosione di Cristian, allo stesso tempo non c'è giocatore in Italia che abbia le caratteristiche più simili a Berardi di Cristian Volpato. Il ruolo naturale di Cristian è lo stesso di Berardi, è mancino, ha lo stesso tipo di interpretazione del ruolo e quindi nessuno meglio di Berardi può essere maestro per un giocatore come Cristian, quindi è vero che Berardi gli concede le briciole ma è anche vero che se io devo pensare a un giocatore che può sostituire Berardi nel Sassuolo un domani è proprio Cristian perché ha quel tipo di giocate, anche quella sfrontatezza che ha Berardi e che manca in molti giocatori. Cristian ha la fortuna di essere cresciuto lontano dalle pressioni che può essere un calcio giovanile italiano e ha ancora quella naturalezza nelle giocate, nell'uno contro uno, nel cercare qualche colpo che in altri giocatori viene soffocato da un'omologazione tecnico-tattica mentre invece Cristian è un ragazzo che ha ancora quella sfrontatezza che non è presunzione ma è più sicurezza nei propri mezzi che gli fa provare cose che magari altri giocatori giovani non provano, quindi lui questa cosa la deve sicuramente al suo talento ma accanto e allenandosi con un giocatore come Berardi può solo migliorare".
Dove può e deve migliorare ancora?
"È facile dire come molti dicono che deve migliorare la fase difensiva, però è anche vero che Berardi è un giocatore che quando fa gol, nelle sue giornate di grazia ci si dimentica che magari la fase difensiva non è il suo mestiere. Stessa cosa per Cristian, cioè Cristian deve migliorare soprattutto nella varietà di scelta delle sue giocate più che nella fase difensiva come molti giocatori con quelle caratteristiche in quel ruolo. Un difensore esperto sa già che cosa può voler fare perché Cristian è un giocatore che prende palla nei piedi a destra e vuole rientrare sul suo sinistro, che è la sua forza ma può diventare anche il suo limite laddove non riesce ad avere delle scelte diverse quindi sicuramente una certa varietà di scelte di gioco può sicuramente giocargli per diventare più imprevedibile, poi io penso che come per tutti i giocatori giovani o vecchi la continuità ti dà anche quel tipo di miglioramento e in questo comunque penso che lui sia già migliorato molto per come l'ho visto nelle ultime partite".
Ora appunto per lui tra virgolette viene il bello cioè nel senso Domenico Berardi infortunato ne avrà probabilmente per un paio di mesi, il sostituto naturale in questo Sassuolo è Volpato. C'è un consiglio che gli darebbe in questo momento perché poi la prima partita senza Berardi l'ha fatta benissimo, ha segnato, ha fornito un assist, insomma prova da migliore in campo con la Fiorentina però adesso viene anche il difficile perché le aspettative si alzano.
"Lui adesso dovrebbe giocare ogni partita e fare ogni allenamento come quella settimana di prova in cui lui venne a Roma dove stupì tutti noi per la sua intraprendenza, per la sua voglia, per le sue giocate. Lui deve giocare perché voleva dimostrare di poterci stare, lui adesso secondo me deve giocare e interpretare la partita ma non solo ma anche gli allenamenti come se dovesse ancora dimostrare tutto. L'errore che può fare lui adesso è adagiarsi e pensare che siccome Berardi è infortunato, è fortunato, per diritto acquisito spetta a lui quel ruolo. Semplicemente deve continuare a fare quello che ha fatto l'ultima partita quindi poi se non segna ogni partita non è la morte di nessuno laddove però lui potrà garantire delle prestazioni sempre di quel livello, poi una volta si segna una volta si fa segnare il compagno e quindi questo è il consiglio che gli voglio dare".
Lo ha sentito di recente?
"Io Cristian l'ho sentito l'ultima volta quest'estate perché io sono stato in Australia proprio ospite di questa persona che con me condivide non la scoperta perché poi non è una scoperta ma comunque Tony Basha che è appunto il direttore di questa Academy e io ero ospite da lui e l'abbiamo chiamato, ci siamo salutati, gli ho fatto l'in bocca al lupo per la stagione, poi io però ovviamente ho il mio lavoro, le mie cose, sono in Arabia Saudita e poi sì ci siamo fatti gli auguri per il nostro compleanno perché la coincidenza vuole anche che io e lui compiamo gli anni lo stesso giorno, il 15 novembre, quindi è un'altra cosa che ci accomuna".
Lei lavora ora con mister Di Biagio, è all'estero, è un po' un giramondo, conosce i problemi che abbiamo in Italia, parlo a livello di nazionale. Dovesse trovare continuità, Cristian ha detto più volte che vorrebbe vestire la maglia della nazionale azzurra, lo ha fatto con l'under 21, è un obiettivo che può perseguire magari già nel prossimo futuro oppure avrà bisogno di un nuovo ciclo per indossare poi la maglia azzurra? In quel ruolo ad esempio c'è Berardi magari che ci spera anche se è infortunato, c'è Politano, c'è Orsolini, comunque la concorrenza sicuramente non manca.
"Quello è un ruolo che è occupato da giocatori che comunque hanno sempre garantito prestazioni importanti, probabilmente lui fa parte di una generazione di giocatori che potranno sicuramente sostituire poi alcuni di questi nomi è certo che anche per Cristian vale il discorso che vale per molti altri che nel momento in cui Gattuso decide di convocare qualcuno lo fa anche valutando l'uso e la costanza di rendimento e di presenza nella squadra di club. Secondo me in quel ruolo ci saranno i futuri due giocatori che ho la fortuna di aver allenato che secondo me potranno garantire un futuro in quel ruolo uno è Cristian e l'altro è Matteo Cancellieri della Lazio che io ho allenato alla Roma. Sono due giocatori che in un futuro non troppo lontano potranno essere importanti in quel ruolo. Non so sinceramente se Cristian non trovando spazio immediato nella nazionale azzurra non possa decidere di accettare una convocazione dall'Australia visto anche i prossimi mondiali, questo sinceramente non lo so, ma credo che comunque un domani Cristian possa diventare un giocatore importante anche a livello nazionale".
Si ringrazia mister Fabrizio Piccareta per la cortesia e la disponibilità dimostrate per la realizzazione di questa intervista.
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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