Alberto Pomini ha di recente appeso i guanti al chiodo. L'ex portiere, dopo quasi 300 partite nei professionisti e una lunga avventura al Sassuolo, ha parlato al Corriere di Verona, raccontando la sua lunga carriera. L’Hellas ritorna spesso nella sua carriera: se le diciamo 15 settembre 2013? "Il mio esordio in A, a 32 anni, Verona-Sassuolo".

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La sua scalata con i neroverdi come iniziò?
"Dalla C2 e dal ritiro estivo in una struttura che ospitava anche un centro anziani: la mattina facevamo colazione con gli ospiti".

Si chiese dov’era finito?
"Fui più scioccato da quanto disse Giorgio Squinzi qualche giorno dopo, durante un workshop alla Mapei. Ci presentò alla sala e spiegò che entro dieci anni avremmo battuto l’Inter a San Siro".

E quindi?
"Dieci anni dopo vittoria a San Siro con l’Inter, rigore di Berardi nel recupero".

Il suo allenatore di sempre è Eusebio Di Francesco.
"Il primo che ho visto lavorare sulla costruzione dal basso. In allenamento c’era quest’esercizio per cui dovevamo superare la metà campo partendo da 8 contro 10, poi 9 contro 10, quindi 10 contro 10. Vietati i lanci. All’inizio era impossibile, poi pian piano ti aumentavano le soluzioni. Finché in parità numerica ti si apriva un mondo".

Nel 2023 il portiere è come un centrocampista.
"E infatti negli ultimi anni mi sono divertito tantissimo. Ho iniziato quando finiva l’epoca dei retropassaggi e ti insegnavano il rilancio immediato. Ho visto la fase del lanciare lungo, quella del lanciare lungo e preciso e quella odierna in cui sei un giocatore di movimento che deve trovare l’imbucata".

I grandi interpreti contemporanei?
"Mi piacciono i portieri alla Maignan o Ederson. Tra gli italiani uno moderno è Provedel della Lazio, peraltro passato dal Chievo".

Ha sfidato tanti attaccanti, Pomini: i più rognosi?
"Il mio vissuto è pieno di serie B quindi cito un vecchio volto Hellas, Cacia, che segnava in tutti i modi. E poi Caputo, bravissimo a girare intorno alla linea di difesa".

L’avversario più corretto?
"Modolo, del Venezia".

Perché?
"Perché è uno di cui senti di poterti sempre fidare anche se ci giochi contro".

Lei in Laguna ha vinto una B con Zanetti.
"Un genio. Attiravamo gli avversari in una zona di campo per poi infilarli ribaltando il fronte. È stato bello anche conoscere Dionisi. Sono allenatori che ti fanno venire voglia di giocare".

La sua partita del cuore, Pomini?
"Un Sassuolo-Hellas in cui parai un rigore a Juanito Gomez: era l’anno in cui entrambe salimmo in A".

Cosa c’è nel suo futuro?
"Allenare i portieri".

Prima cosa da insegnare?
"Fino a 10 anni la coordinazione, tra i 10 e 14 la teoria. Poi dai 14 ai 18 lo stare in porta: priorità a presa della palla e postura".

Sezione: Non solo Sasol / Data: Dom 10 settembre 2023 alle 11:22
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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