A day with Cristian Volpato! Radio Tv Serie A ha passato una giornata con il talento del Sassuolo. Ecco le dichiarazioni rilasciati dal giocatore, trascritte per voi da SassuoloNews.net: "Sono arrivato in Italia con mia madre e le mie due sorelle. Cioè eravamo a Roma, non sapevo niente, non sono mai stato a Roma. Ho organizzato tipo un allenamento con il Trastevere. Poi sono arrivato a Trastevere. Ho fatto il primo allenamento con la Primavera. Poi l'ultimo giorno è arrivata una partita che hanno organizzato per me e sono venute le scout della Roma. Io stavo in panchina, ho giocato gli ultimi 15 minuti. Eravamo 0-0. Entro, faccio tripletta, un assist, in 15 minuti".

E dopo scatta il provino con la Roma: "Ho parlato con Bruno Conti e io che non capivo l'italiano. Non 0-0, ciao, come stai? Questa roba, sì. Io e mia madre ci siamo seduti in ufficio. Ha detto qualcosa tipo, firma con noi. Io giro e vedo mia madre che inizia a piangere. Mi hanno preso".

Sullo stile di vita: "Modena è bella? Non so, sono un ragazzo che sta a casa".

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Sulla nostalgia dell'Australia: "Quando sono arrivato in Under 18 che ero appena tornato dall'Australia perché c'era il Covid. Non giocavo tanto e non ero abituato e io dormivo in convitto. Poi un giorno erano tipo 10 partite che non giocavo e io stavo perdendo la testa e chiamo mia madre e inizio a piangere e dico mamma voglio tornare perché non ce la faccio. Poi lei veniva e mi diceva tu volevi fare questo. Io no, me ne voglio andare. Non puoi tornare in Australia così. Per me è tipo un film. Dall'inizio da quando sono partito fino ad ora è come un film per me.

Poi Volpato fa sfoggio della sua collezione di maglie, da Gabriel Jesus a quella di Yildiz presa da Muharemovic, passando per quella di El Shaarawy alla maglia del Liverpool di cui si professa tifoso.

Ma come si trova con Grosso? "Bene. Grosso è una bravissima persona. Cioè da calciatore ovvio, certo, però da persona ancora di più. Quando è arrivato avevo un po' di paura di parlare con lui. Per me è un idolo".

Poi sulla Serie A e i suoi idoli: "Le prime due volte che ho visto Totti e Dybala da lì proprio... non potevo fare niente. Mio padre andava a lavoro alle 5 e io guardavo le partite. Stavo lì aspettando un'ora per la partita e mangiavo, mangiavo. Sennò magari mi svegliavo alle 6".

Poi l'incontro con Matic all'allenamento del Sassuolo: "Nemanjan è nella mia top 3 dei giocatori con cui ho giocato insieme o contro insieme a Dybala e Cherki". "Perché top 3? Perché non numero 1?" scherza Matic. E Volpato continua: "È mio fratello grande. Sono fortunato ad averlo".

Poi sulla vittoria della Serie B: "Il mio trofeo da professionista. Com'è stato? È un po' diverso, sai perché quando stai 10 punti davanti sai che...però quando vinci all'ultima è più bello".

Sulla sintonia con Muharemovic: "Sin dal primo giorno, non lo so, mi son trovato come se fosse mio fratello, spero pure lui che dirà la stessa cosa, pure Matic che già conoscevo alla Roma".

Quando entri fai bene però c'è Mimmo, come vivi questa cosa? "Bene ma è anche difficile da campioni puoi solo imparare. Lui da primo giorno mi aiuta, poi nello spogliatoio siamo Matic, io e Berardi. Lui mi dice sempre 'sei fortissimo, tu puoi cambiare le partite quando vuoi, devi ascoltare cosa ti dico' e io provo a fare quello".

Quando ero giovane non pensavo che la vita da calciatore era così, c'è tanto lavoro, non siamo liberi. Non vedo mio padre da due anni. Giochiamo male abbiamo 20.000, 30.000 40.000 persone che ti fischiano è più mentale tu fai dei sacrifici per la famiglia per gli amici. Io vengo dall'Australia magari e mia sorella  ha il compleanno domani e non posso andare con tutta la mia famiglia a celebrare, quando ti fanno il facetime si sei contento, non è la stessa cosa ho".

Su Mourinho e la Roma: "Quando ero alla Roma mi ha chiamato Mourinho per parlare lui mi dice che è stato con i migliori club nel mondo, con le migliori giovanili e lui mi dice tu hai qualcosa magari ancora di più in termine di talento, non ho visto uno come te, tu puoi arrivare al top se rimane in piedi per terra. Tante persone mi dicono le stesse cose, anche il mister. Dentro di me non sono contento quando magari faccio solo una buona prestazione. Mi aspetto tanto su di me, però penso anche che devo giocare di più per avere continuità".

Come nasce la sua esultanza: "Ero a Roma in primavera, c'era Calvarese. Diceva che questa persona normale, per essere al top ci vuole questo e fa il segno della sua esultanza (con il mignolo sulla testa e il pollice aperto, ndr). Lui ha fatto così. Noi in riunione ci ridevamo, scherzavamo. E io allora ho detto: alla prossima partita se segno esulto così".

Sezione: News / Data: Sab 22 novembre 2025 alle 16:14
Autore: Manuel Rizzo
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