Una partita a scacchi con il centrocampista del Sassuolo️ Kristian Thorstvedt, fresco di 100 presenze con la maglia dei neroverdi. Il norvegese ha parlato al canale YouTube della Gazzetta dello Sport che inizia con le abitudini culinarie del biondo neroverde. Ecco le sue parole trascritte per voi da SassuoloNews.net: "In Italia non mischiate la carne con la pasta? Quando sono arrivato ho preso un po' di pasta e poi c'era del pollo e ho messo il pollo dentro la pasta, ho aggiunto anche il pesto,  e tutti i giocatori italiani mi hanno guardato come per dire...che ca**o fai, cosa stai facendo. Per me è normale, mia madre mi faceva sempre questo piatto, ma in Italia non è accettabile".

Due i centrocampisti più forti secondo Thor: "In Italia ci sono molte partite tattiche che in un certo senso possono essere paragonate agli scacchi. Per me è sempre stato difficile giocare contro Barella lui ti va sempre dietro e questo sono io e devi sempre guardare dietro per capire e adattarti in base a dove si trova. La sua intelligenza e il suo modo di muoversi lo rendono tra i migliori. Mi piaceva anche Reijnders che ora è al Manchester City".

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Thorstvedt ha parlato della sua passione per gli scacchi: "A volte mi piace giocare a scacchi. Non lo so, ho iniziato un po' a scuola.  A scuola avevamo delle scacchiere e poi ovviamente abbiamo i migliori al mondo, Magnus Carlsen, quindi mi piace giocare un po' con mio padre e sì, è un bel gioco per rilassarsi un po'. Se aiuta nel calcio?  Sì, ci sono delle somiglianze, ovviamente. Come il gioco di posizione che controlla il centro, puoi vedere che ci sono molte somiglianze. Ho visto che c'era una clip tra Pep Guardiola e Magnus Carlsson, un video in cui parlano delle somiglianze a riguardo e sì, e anche in Italia poi sono molte partite tattiche che in un certo senso possono essere paragonate agli scacchi. Ho giocato un po' con Mulattieri che ora è in Spagna ma non era al mio livello quindi era troppo facile. Quando giochi a scacchi devi essere concentrato al 100% non puoi fare altro".

Sugli inizi: "Quando ero più giovane giocavo sempre a calcio. Ovviamente anche mio padre era un calciatore., quindi è stata una decisione facile, ma mi è sempre piaciuto giocare a calcio anche a scuola. La cosa più importante quando ero più giovane era divertirmi con il gioco. È stato sempre divertente. Non c'è mai stata alcuna pressione da parte di mio padre: se non ce l'hai dentro, non potrai mai arrivare ai massimi livelli".

Sulla lettura: "Leggo, mi piace leggere qualcosa, è un po' come gli scacchi, qualcosa per distrarti mentalmente. Mi piace leggere di persone che hanno fatto qualcosa di eccezionale. David Goggins per esempio l'ex Navy Seal, mi piace imparare da loro".

La crescita della Norvegia che è arrivata ai Mondiali: "È passato molto tempo da quando la Norvegia non gioca il Mondiale, era il 98. Mio padre ha giocato nel '94. Penso che avere campioni come Odegaard e Haaland, in un certo senso hanno ispirato molti di noi, quando hanno iniziato a farsi un nome hanno spinto molti club a puntare sui giocatori norvegesi. Ma negli ultimi anni è stato difficile con la nazionale perché ci siamo andati spesso vicini ma senza raggiungere l'obiettivo. In queste qualificazioni siamo riusciti ad alzare l'asticella e a raggiungere l'obiettivo. Quando ho visto il sorteggio per me è stato bello vedere che eravamo con l'Italia, ero infortunato all'andata, spero di essere in rosa a novembre quando giocheremo contro l'Italia e sarebbe bello. Quindi vediamo".

Su Haaland compagno in nazionale: "Haaland è una persona incredibile, è divertente, parla con tutti, è un ragazzo normale. Gli puoi parlare di qualsiasi cosa. Se lo guardi come atleta lui fa tutto alla perfezione, è un esempio per tante persone. Basta guardare quello che fa, anche per me, come giocatore ma è fantastico come persona. L'anno scorso con la nazionale dopo una partita avevano preparato un buffet e potevi mangiare quello che volevi, c'erano pizza, hamburger, lui ha mangiato salmone e verdure". 

Sul momento di svolta: "Quando avevo 17 o 18 anni i miei amici si allenavano con la mia prima squadra e io ancora con la Primavera. In Prima Squadra non ho avuto una chance, quindi stavo pensando all'opportunità di andare a fare al college in America. Ero quasi tutto pronto con una scuola.  Quindi stavo andando lì, ma poi c'era quest'ultima possibilità di poter andare al Viking, ho fatto i provini e sono andati bene. Sicuramente non sarei qui se fossi andato in America. Mi è sempre piaciuta un po' la psicologia. Probabilmente studierei quello.

Sulla crescita iniziale: "L'allenatore aveva tanta fiducia in me e mi ha dato una chance. Quindi ho avuto le possibilità anche se ero giovane e per fortuna abbiamo avuto una grande squadra e il primo anno siamo stati promossi e poi l'anno dopo vincemmo la coppa.

Sull'arrivo in neroverde: "Il Sassuolo è stata l'unica squadra a mostrare un forte interesse per me. (Giocare in Serie A, un grande campionato, per me ha rappresentato uno step in avanti. Potevo giocare con grandi giocatori, c'erano Berardi, Raspadori, Frattesi, Scamacca. I primi 6 mesi però non sono stati semplici. Naturalmente la lingua quando arrivi in un nuovo ambiente perché non tutti parlano inglese, l'allenatore che non parla inglese.

Su Berardi e l'arrivo in Italia: "Berardi è un ragazzo eccezionale, un grande leader scherza sempre essendo molto divertente. Gli piace fare scherzi alle persone per nascondere le scarpe di qualcuno, qualcosa del genere. Riti di iniziazione con canzoni italiane? Abbiamo fatto una grigliata con la squadra. Conosco solo una canzone italiana "Sei l'unica donna per me", la cantiamo con Remo Morini alla grigliata, è un momento divertente".

Il ritorno dall'infortunio: "L'infortunio per me è stato difficile, mi ha accompagnato quasi per tutta la scorsa stagione. A un certo punto ho detto basta e ho deciso di operarmi in Finlandia. Quel periodo l'ho vissuto abbastanza bene sapevo che se avessi lavorato duramente sarei tornato e sono felice di essere tornato con la squadra".

Sui gol: "Fa parte del mio gioco sicuramente e cerco sempre di aiutare la squadra con gol e assist e per un centrocampista offensivo è davvero importante".

Su Grosso: "Rigore? Ne abbiamo parlato qua e là ma non è qualcosa che menziona spesso. Quando facciamo riscaldamento a volte calcia dei rigori da solo senza il portiere. Sono un suo grande fan, è un ottimo allenatore e ancora meglio come persona". 

Infine sul sogno Mondiale: "Il Mondiale è uno dei più grandi sogni per me, dopo il lungo infortunio voglio tornare in nazionale e voglio dare il mio aiuto. Spero di essere convocato a novembre per giocare con l'Italia a San Siro".

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Sezione: News / Data: Sab 01 novembre 2025 alle 13:32
Autore: Manuel Rizzo
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