A tutto Sassuolo, a tutto Fabio Grosso! Il tecnico dei neroverdi ha parlato a La Gazzetta dello Sport dopo i 13 punti conquistati nelle prime 9 giornate di Serie A. Un Sassuolo che va avanti e vuole continuare ad andare avanti senza freni: "Serve equilibrio soprattutto nei momenti positivi, bisogna valutare bene la situazione e avere in testa l’obiettivo. Ma non voglio che la salvezza sia un freno: dobbiamo essere ambiziosi".

Il coraggio è uno dei vostri tratti distintivi?
"Sì. Abbiamo voglia di provarci. Io non ho dogmi particolari, ma schieriamo sempre tre giocatori dichiaratamente offensivi più due che lo sono per caratteristiche. Potremmo cambiare ed essere un pizzico più conservativi, ma mi piace quest’atteggiamento".

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La sconfitta di Cremona alla seconda giornata, dopo il ko al debutto con il Napoli, le aveva fatto venire dei dubbi? Il suo bilancio in A quel giorno era di cinque sconfitte in cinque partite considerando la breve esperienza di Brescia.
"I dubbi mi accompagnano sempre, ma non bisogna trasformarli in preoccupazione altrimenti ti immergi nella negatività. Io mi focalizzo sul presente. E se c’è un momento difficile faccio qualche passo indietro, allargo lo scenario e rifocalizzo. La mia esperienza a Brescia fu particolare, ebbi troppa fretta, però mi è servita per capire certe cose".

Avete avuto poco finora da Berardi e Laurienté in termini di gol e assist, forse è un bene perché ha scoperto ciò che possono dare Fadera e Volpato.
"Da quando c’è la possibilità di fare cinque cambi, bisogna rendere tutti partecipi. Credo che parlare con i giocatori sia importante. Con Laurienté l’ho fatto tanto in ritiro: Armand è tosto, potrebbe rendere molto di più, glielo dico sempre. Anche con Volpato parlo spesso: ha qualità importanti e pian piano stanno venendo fuori. Pinamonti deve solo capire che può raggiungere un livello davvero alto. A Koné, che è molto bravo, ripeto di mettere di più le sue qualità al servizio dei compagni, relazionandosi maggiormente con loro in campo. In generale nello spogliatoio dico che la domenica io scelgo il giocatore, ma durante la settimana lavoro con gli uomini: una differenza che sembra sottile, ma lì dentro c’è un mondo intero. Quando faccio la formazione seguo certe valutazioni, in allenamento vedo i percorsi di crescita. Che sono importanti e portano frutti".

Cosa ha aggiunto Matic al gruppo?
"Umiltà e disponibilità. Il giocatore lo conoscevamo già, l’uomo è una splendida scoperta: sostiene e aiuta tutti gli altri".

Fin dai tempi di Di Francesco il Sassuolo ha spesso mostrato un gioco codificato. L’impressione è che lei stia lavorando per fare in modo che il suo Sassuolo sia più fluido e pronto a fare cose diverse e adattarsi.
"Mi piace che sia così. Io do informazioni ai ragazzi che sono preparati quando vanno in campo. Ma spetta a loro riconoscere le soluzioni migliori. Un gioco eccessivamente codificato può bloccarti se ti viene in mente una cosa diversa e magari più funzionale".

In questi concetti rivediamo un po’ di Marcello Lippi.
"Sì, è una cosa imparata da lui. Che non significa anarchia o improvvisazione, ma capacità di leggere il momento e di fare la scelta giusta. Io sono molto esigente con la squadra, perché lo sono innanzitutto con me stesso. Vale il discorso fatto in partenza: non metto freni a loro e non li metto a me. Vogliamo crescere tutti insieme: io, i ragazzi, il Sassuolo. Arriviamo dal basso, il salto è notevole. Ma è bello saltare. Qui si lavora benissimo, è il club ideale. E mi piace stare a contatto pure con i bambini che si allenano, dirgli qualcosa, abbracciarli. Ripenso ai miei inizi, amo gli ambienti in cui si matura nel modo giusto".

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Sezione: News / Data: Sab 01 novembre 2025 alle 10:55
Autore: Manuel Rizzo
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