Matteo Lovato, difensore dell'Empoli con un passato recente al Sassuolo, ha parlato ai microfoni di TuttoMercatoWeb, tornando proprio sull'esperienza in neroverde. Il centrale classe 2000 si è detto dispiaciuto per la mancata conferma in neroverde ma ora si gode la nuova avventura in Toscana: "L'obiettivo deve essere quello di migliorare e fare più punti possibile, oltre poi a raggiungere una certa crescita personale e di gruppo evidente, che non dire vincere sempre, perdere, pareggiare: vuol semplicemente dire dare il massimo tutti i giorni, e anche qualcosa in più, per raggiungere grandi cose. Chiudere facendo un'annata in cui questo si vede, sarà la vera vittoria".

Perché in estate hai scelto Empoli?
"L'Empoli ha la nomina di fucina di talenti, e lo è, ma non c'è solo questo. Quello che mi ha colpito è più l'idea del progetto che hanno, che valorizza i giocatori e chi ha voglia di lavorare. Qui si può crescere e migliorare sempre, in un ambiente al top". 

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C'è un po' di dispiacere per la mancata riconferma al Sassuolo, dopo quello che è stato fatto l'anno scorso?
"Si, è normale che dispiaccia, anche per i rapporti umani creatisi oltre il campo, ma quello che è stato fatto rimarrà per sempre, e ne sono fiero. Ora però il mio presente si chiama Empoli". 

In carriera hai cambiato molte squadre, magari non sempre per tua volontà: ti piacerebbe magari fermarti per dare vita a un percorso magari di medio termine?
"Sì, ho girato molte squadre, e son state tutte esperienze formative, tutto mi è servito, ma arrivati a questo punto mi piacerebbe trovare una realtà dove consolidarmi e crescere. Chiaramente dipende poi tutto dagli obiettivi personali e da quelli del club, ma è presto per parlare di tutto ciò: pensiamo adesso a completare al meglio questo percorso in stagione".

Dalla Serie C, sei stato catapultato in A: come è stato quel momento? Il doppio salto si fa sentire.
“Dalla C alla A il salto è molto tosto, i primi due mesi li ho accusati, poi, quando iniziato a essere più simile agli altri, è arrivato il Covid che ha resettato tutto. Io venivo da una realtà strutturata per la Serie C, il Padova, ma in A lottavamo per il nono-decimo posto, e questo implicava un calcio più fisico, con uno sforzo mentale non indifferente. Ma mister Juric, come i compagni, mi hanno aiutato molto in questo senso: i primi sei mesi son stati quasi didattici, per poi fare il meglio possibile”.

In Serie B sei approdato per la prima volta l’anno scorso. Una categoria sempre più equilibrata, come la stai vedendo?
“Già dall’anno scorso ho visto che il campionato era molto equilibrato, per il Sassuolo è stato relativamente più semplice, anche se come squadra ci abbiamo messo del nostro, ma niente è mai scontato in categoria, ci sono sorprese sia in negativo che in positivo. I pronostici alla fine sono impossibile da fare, vengono sempre ribaltati, e mentre magari in Serie A ci sono quelle 8-9 squadre ingiocabili, in B c’è molto equilibrio. E i giovani possono crescere tranquillamente, sia quelli che vengono dai settori giovani che quelli che approdano dalla C”.

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Sezione: News / Data: Sab 11 ottobre 2025 alle 09:01
Autore: Sarah G. Comotto
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