Il settore giovanile del Sassuolo ha chiuso l'annata calcistica 2021/2022 con il secondo Torneo di Viareggio in bacheca, con la Primavera che ha flirtato con i playoff ed è stata molto sfortunata, e, fra le altre, con l'Under 16 di Baiocchi che ha da poco comunicato l'addio ai neroverdi, arrivata nelle fasi finali del torneo. È importantissima, naturalmente, la crescita dei giovani ma vincere, anche se per il Sassuolo non è l'unica cosa che conta come da motto Bonipertiano e juventino, è molto molto importante. E lo sa bene il responsabile del settore giovanile Francesco Palmieri con il quale abbiamo fatto una piacevole chiacchierata, senza filtri, perché il direttore è un uomo con le palle, senza fronzoli e di tanti fatti (e non lo scriviamo per opera di lecchinaggio, chi ci conosce bene lo sa, siamo tutt'altro che accomodanti, la lingua la utilizziamo per pungere e non per leccare: diciamo la verità bella o brutta che sia). Basti andare a vedere, oltre alla crescita dell'intero settore giovanile neroverde in questi anni, in un territorio non semplice visto il bacino d'utenza e la vicina concorrenza, i vari Martin Erlic (cavallo di ritorno a Sassuolo), Nicholas Pierini, Marius Marin, lo stesso Brian Oddei, Andrei Marginean, Dany Mota Carvalho, Aristidi Kolaj e la lista dei talenti 'coccolati' da Palmieri sarebbe davvero lunga, praticamente infinita (e guardando i talenti presenti nel settore giovanile il bello deve ancora venire). Negli anni è stato corteggiato da diverse società, poteva fare il salto tra i grandi più volte, ma ha scelto di sposare la causa neroverde. Con il direttore abbiamo fatto il punto sulla stagione che si è appena conclusa ma abbiamo parlato anche del futuro.

SCELTI DA SASSUOLONEWS:

Cascione Pistoiese, il mister conferma: "Tutto fatto: siamo ai dettagli"

Campionato Primavera 1 2022/2023 e playoff: date, quando inizia e finisce

D'Andrea: "Grazie Sassuolo, grandissima stagione con rimpianto playoff: ci rifaremo"

Direttore, partiamo dalla fine della scorsa stagione. Domanda classica: facciamo un bilancio complessivo sull’annata del settore giovanile del Sassuolo.
"È stata come tutti gli anni un'annata di crescita, tutto sommato possiamo essere contenti perché la cosa più importante è vedere che i ragazzi crescano, quanti di loro possano fare un percorso formativo per affacciarsi nel calcio che conta. Si dice sempre che i risultati a livello giovanile non interessano ma i risultati credo dicano molto sul valore dei gruppi. In questi anni siamo cresciuti ma per competere a grandissimi livelli ci vuole ancora tanto, però ci siamo tolti delle soddisfazioni importanti, la vittoria del Viareggio non è di poco conto. Noi siamo in un paese piccolo che sta facendo grandi cose, con alle spalle una grande proprietà come Mapei".

Ci sarà una rivoluzione sulle panchine del settore giovanile? Cascione va alla Pistoiese, Baiocchi ha annunciato l’addio, anche Pensalfini dovrebbe andare via...
"Noi in questi anni abbiamo fatto crescere anche degli allenatori. Cascione è stato un anno ma aveva le idee ben chiare, è stato correttissimo sin dall'inizio, la vittoria del Torneo di Viareggio è nella storia del club. Baiocchi credo che sia stato quello che ha fatto il risultato migliore, Pensalfini vuole un'esperienza tra i grandi. Giustamente si fanno delle scelte e si cerca poi di guardare avanti, credo sia normale e che questo accada un po' dappertutto. A me i vitalizi non piacciono, lo scontato non piace, è giusto che chi ha delle opportunità le colga".

Quando un allenatore che ha scelto lei per guidare i giovani va ad allenare tra i grandi prevale il rammarico per l’addio o la soddisfazione sia per la carriera del tecnico che per l’intuizione avuta?
"Prevale la soddisfazione in questi casi. In questi lunghi anni da responsabile del settore giovanile ne ho visti tanti fare un certo tipo di percorso, è una soddisfazione ma non mia, della società. Io ringrazio sempre tutti quelli che hanno lavorato con noi, chi ha fatto bene o meno bene è tutto relativo, io ho avuto la fortuna di avere degli allenatori che si sono comportati benissimo e hanno contribuito alla crescita dei ragazzi".

Lei come lo sceglie un allenatore? Quali aspetti guarda in particolare per la scelta?
"Io chiedo loro che abbiano la voglia e la consapevolezza di venire a lavorare in un contesto dove la crescita dei ragazzi è la cosa più importante. La prima cosa che chiedo è quella di essere collaborativi nel far crescere dei ragazzi. Io chiedo di metterci attenzione e passione per tutto questo. Ci stiamo togliendo grandi soddisfazioni in questi anni, poi i giovani hanno dei tempi diversi, c'è chi ha bisogno di un percorso di un certo tipo e chi di un altro".

A proposito di intuizioni: Luca D’Andrea. Non le chiedo un giudizio ma essendo stato un gran colpo di mercato, le volevo chiedere se è vero che su di lui c’era l’Inter e anche altre grande squadre e come ha fatto a portarlo in neroverde.
"È un giocatore nostro, è stata una scelta fatta l'anno scorso a gennaio. Lo conoscevamo e abbiamo puntato su di lui, come abbiamo preso Paz, Flamingo, Samele. È un 2004 che ha qualità e bisogna dargli il tempo di crescere, ha già iniziato a crescere. Girava voce che fosse un po' birichino? Sono le classiche voci, dipende da come li gestisci i ragazzi. È un talento, viene come me da una città del Meridione, le sue origini sono belle e importanti, con noi ha avuto un comportamento spettacolare ed esemplare, non ha sbagliato una virgola".

L’anno prossimo nella prima squadra tornerà Martin Erlic, un giocatore che ha scoperto lei. Quanto le fa piacere questo ritorno?
"Non l'ho scoperto, io l'ho preso da ragazzino, non è il merito di chi lo scopre, i giocatori vanno presi e aiutati. Sono contento del suo ritorno, sono contento di Raspadori che è cresciuto con noi e gioca ad altissimi livelli, come ce ne sono tanti altri. È la normalità che Erlic possa tornare in una squadra come il Sassuolo. Ora gioca anche in Nazionale croata. E, parlo in generale, ogni tanto bisogna crederci un po' di più nei ragazzi, bisogna dargli continuità".

Infine le riporto le parole del presidente Ghirelli, della Lega di C sulle seconde squadre: “I club di A non hanno giovani italiani per costituirle”. È davvero così? Il Sassuolo avrà mai una seconda squadra?
"I giovani italiani ci sono ma purtroppo sono sottovalutati, ci si crede sempre poco nei giovani italiani, amiamo troppo l'erba del vicino: questa è la mia lettura. Il mercato è aperto, è stata una scelta condivisa da tutti. Mancini in Nazionale ha puntato su giovani talenti che giocano in Serie B, bisogna dare delle opportunità a questi ragazzi. Io spero vivamente che il Sassuolo possa fare una seconda squadra, è una cosa su cui ragionarci però è un discorso da affrontare nelle giuste sedi".

Si ringrazia il Direttore Francesco Palmieri per la disponibilità e la cortesia dimostrata in occasione di questa intervista

Sezione: Esclusive / Data: Mar 21 giugno 2022 alle 14:00
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
vedi letture
Print