L'Italia sta riscoprendo Domenico Berardi. L'attaccante del Sassuolo si porta dietro un'etichetta difficile da cancellare ma "non comprende la consistenza di un fardello anche se fosse imposto da colui che si perita e sprofonda nel vacuo" diceva Saramago. Ieri Berardi ha trovato il gol anche in Nazionale, 2 in 3 partite con gli azzurri quest'anno, 3 gol in 6 partite col Sassuolo. Qualcuno ha esagerato coi paragoni, ma l'azione che ha portato al secondo gol di Domenico Berardi è tutta da analizzare: prima di arrivare alla conclusione vincente, l'Italia di Evani ha concluso positivamente 30 passaggi, registrando un vero e proprio record nella competizione. La consacrazione - lo andiamo dicendo da tempo ai soloni che girano in Italia e nel web - è già avvenuta da tempo. Solo chi segue marginalmente il Sassuolo forse non si è accorto della crescita esponenziale, sul campo e fuori, di Mimmo Berardi.

Questa non è l'annata del suo definitivo salto in alto, Berardi lo ha compiuto da tempo. Con De Zerbi in panchina 8 gol al primo campionato, 14 al secondo. Quest'anno siamo a 3. La maturità è avvenuta da molto tempo. Ora per Mimmo viene il bello perché dovrà davvero decidere cosa fare da grande: diventare per sempre l'uomo simbolo del club neroverde o provare a giocarsi le sue carte in un altro club. Mimmo sin qui ha scelto sempre il Sassuolo senza una vera volontà di cambiare aria. Questa stagione ci dirà di più, sulla figura di Berardi e sul suo futuro, ma i dubbi da fugare non esistono più da ormai molti anni. Basta solo seguire meglio la situazione e non avere i paraocchi e pregiudizi.

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Sezione: Editoriali / Data: Lun 16 novembre 2020 alle 11:18
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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