Paolo Cannavaro ha vissuto una seconda giovinezza a Sassuolo. Ha lasciato Napoli, accettando la proposta dei neroverdi all'epoca ultimi in classifica. Ed è andato via tra le lacrime. E ha parlato a IlPosticipo ripercorrendo le tappe della sua carriera. Queste le parole sul Sassuolo, partendo dal rapporto con mister Eusebio Di Francesco: "Mi ha aperto la mente. Purtroppo le sue ultime avventure del mister in panchina non sono andate bene, ma questo non mette in discussione le sue qualità. Nelle ultime esperienze non gli è stato dato tempo. Ho bellissimi ricordi legati ad Eusebio. Abbiamo vissuto qualcosa di speciale in una piazza piccola come Sassuolo. Arrivare a giocarci l'Europa League poi ci ha legato tantissimo".

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Che cosa ha rappresentato Sassuolo nella sua vita?
"La mia seconda giovinezza, una scommessa dal punto di vista personale. Al mio arrivo eravamo ultimi in classifica, nonostante questo il presidente Squinzi ripeteva che l'obiettivo era l'Europa League. Abbiamo perso le prime cinque partite: Malesani è stato esonerato, è arrivato Di Francesco ed è cominciata quella storica cavalcata. Poi mi è giunta un'offerta da un Paese asiatico: cercavano un difensore, mi avevano offerto un super contratto. Ho rifiutato perché dovevo conquistare la salvezza con il Sassuolo. Nella vita sono spesso un sentimentale. Quella gente merita che la squadra resti in A e che continui a sfornare quei giovani che altrove hanno poche opportunità  È un posto pure, genuino, fatto di persone per bene".

Le piacerebbe tornare a Sassuolo in futuro?
"Uno dei miei tre figli gioca lì, quando ci ritorno incontro sempre tutti molto volentieri. Non dimenticherò mai le parole che mi ha detto il direttore Carnevali al mio addio: le terrò sempre custodite nel mio cuore. Chi lavora al Sassuolo oggi rispecchia quello che il presidente Squinzi voleva quando era in vita. Sono rimasto legato alle mie ex squadre. Sono stato per sei anni al Parma, per una stagione a Verona, per otto al Napoli, per cinque al Sassuolo. Ho cambiato poco nella mia carriera: questo è un vantaggio. In Emilia c'è una qualità della vita altissima, è una terra di gente rispettosa ed educata. Questa regione mi ha accolto per 12-13 anni della mia vita. Ci abito ancora oggi, poi la mia vita sarà a Napoli. Mio figlio dovrà finire gli studi: sta facendo un percorso di settore giovanile. A fine anno tornerò alla casa madre".

Ha un desiderio per il futuro? Si è dato un obiettivo?
"Vivo alla giornata. Ho dei desideri, però in quanto tali me li tengo per me. Intanto mi metto a studiare da allenatore. Confrontarmi con tanti mister che allenano in Serie B è stimolante. Poi c'è il maestro Renzo Ulivieri che mi ha portato dalla Primavera in prima squadra all'epoca del Napoli. Mi ha trattato come tutti gli altri nonostante avessi 19 anni. Col mister ho esordito in Coppa UEFA. Mi ha consigliato di lasciare Parma per andare a giocare. Ulivieri mi ha invogliato a prendere una strada diversa. Oggi è un maestro esigente, ci fa venire dubbi. L'obiettivo del corso di Coverciano è spingere gli studenti a mettersi in discussione. Ulivieri studia anche i campionati più impensabili: è un uomo aggiornato, sul pezzo".

Sezione: Non solo Sasol / Data: Ven 05 novembre 2021 alle 18:11
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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