Secondo Antonio Cassano sarà Giacomo Raspadori la rivelazione dell'Europeo. L'attaccante è stato convocato da Mancini e Cassano, intervistato da Il Giornale, ne parla così: "Rivelazione? Raspadori. Da due anni mi ha fatto una testa così Checco Palmieri che lo ha scoperto. Lo avevo visto e concluso con un giudizio così così. Invece la maturazione avuta a Sassuolo, grazie a De Zerbi, è stata inaspettata. Può giocare in tutti i ruoli dell’attacco, anche se non ha il piede di Higuain o Benzema ma è scaltro, rapido e fisicamente messo bene".

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Poi sull'Italia: "La Francia è davanti a tutti, ha tre squadre da poter schierare e da ultimo ha preso anche Benzema. Subito dopo c’è l’Inghilterra, attrezzata come non mai, piena di buoni giocatori in tutti i reparti. A seguire ci sono la Spagna, il Belgio e il Portogallo. Sulla carta, nelle prime cinque, l’Italia non c’è. Questo sulla carta poi il calcio, sul campo è un’altra storia. Non solo. Tieni conto che all’appello manca ancora la Germania. Come dice Lineker: quando si gioca poi arrivano i tedeschi. E io me li aspetto. Mancini ha fatto un lavoro straordinario. Ha ridato smalto, coraggio e idee di calcio offensivo a una Nazionale che sembrava morta. L’unico limite che intravedo è il seguente: non abbiamo mai affrontato un rivale di rango, a parte l’Olanda messa sotto ad Amsterdam".

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Sulle precedenti esperienze: "Da Lisbona 2004, me lo ricordo bene quel torneo. Ho versato le uniche lacrime della mia carriera. Sai perché? Perché avevamo una squadra molto forte, a cominciare dai tre portieri uno più bravo dell’altro, Buffon, Toldo e Peruzzi. Adesso ti rinfresco la memoria. In difesa c’erano Zambrotta, Panucci, Cannavaro e Nesta, a centrocampo Pirlo e Gattuso, davanti Totti, Vieri, Del Piero. Io poi ero in uno stato di forma spettacolare, avevo 21 anni. Usciti? Perché alla fine ci fu il famoso “biscottone” tra Svezia e Danimarca ma la verità è un’altra ed è la seguente: è stato demerito nostro. Con la Svezia ci siamo fatti raggiungere da Ibra, Totti si è fatto squalificare per lo sputo. Così va il calcio. Nel 2006 il gruppo era meno competitivo ma aveva una forza straordinaria, nelle gambe e nella testa e vinse il mondiale a Berlino. Euro 2012? In quella spedizione ci fu qualcosa di magico. È vero: con l’Inghilterra passammo grazie ai rigori, avemmo un briciolo di fortuna dalla nostra ma poi in semifinale demmo ai tedeschi una rumba clamorosa. Se posso dirlo ora: quella sera ero convinto che avremmo vinto l’Europeo. E sai perché? Avevamo incontrato la Spagna nel girone iniziale e avevamo fatto 1 a 1, senza patirli granché. Loro erano poi reduci dai supplementari e rigori. E invece ci hanno asfaltato. A fine partita sono andato da Xavi e Iniesta che conoscevo, ho stretto loro la mano. Nessun rimpianto, quella notte".

Sezione: Non solo Sasol / Data: Lun 07 giugno 2021 alle 11:23
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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