Alessio Dionisi, allenatore del Sassuolo, ha parlato del club neroverde, tra passato, presente e futuro. Lo ha fatto all’inserto AM del Corriere dello Sport, dicendo la sua anche sul calciomercato Sassuolo e sui suoi inizi: "Non sono un segnatore, preferisco vivere il presente. Però sì, in questo caso sono andato oltre i sogni. Merito dei giocatori che ho avuto, dei dirigenti che ho incrociato e del mix di bravura e fortuna nelle scelte che ho fatto. L'importante è non dimenticarsi le proprie origini. E io non scordo che alla prima esperienza in panchina (nel 2014 con la Brianza Olginatese) sono stato esonerato dopo 2 mesi. Ma quel licenziamento ha avuto effetti positivi".

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Perché?
“Sfruttai i mesi senza squadra per studiare e trascorsi anche tre giorni a seguire gli allenamenti di Guardiola a Monaco. Delle sedute di Pep mi impressionarono l’intensità e la sua partecipazione nell’allenamento. Faccio ancora fatica a vederlo come un college, Guardiola. E la stessa cosa mi è capitata con Mourinho. In Roma-Sassuolo lui era alla millesima panchina, io alla terza in Serie A”.

Ammazza grandi?
"E' un soprannome che fa piacere, però allo stesso tempo non mi fa impazzire perchè il nostro campionato non è solo quello con le big, ma anche quello con le squadre più vicine a noi. E contro quest’ultime dobbiamo fare meglio. Detto ciò, i punti sono punti e ci teniamo stretti quelli ottenuti con le big".

Quale avversario l'ha impressionata di più?
"È l’avversario che mi ha impressionato maggiormente. Fa sembrare tutto facile. È un 9 e un 10 allo stesso tempo”.

L'allenatore che l'ha colpita di più a livello umano?
"Potrei parlare bene di tutti ma dico Allegri. Allo Stadium, nonostante una sconfitta storica contro di noi, a fine gara si è fermato per qualche minuto. È nelle difficoltà che misuri le persone e Allegri si è confermato un signore”.

Voto al vostro girone d'andata?
"7-. Il meno è per la sconfitta contro il Bologna e per avere lo stimolo, nei prossimi mesi, di cancellarlo ed arrivare a giugno con un 7 pieno".

A quale auto paragonerebbe Raspadori?
“Lo paragonerei a una macchina tedesca o svedese, quelle super affidabili, di alta qualità e full optional. Giacomo, seppur giovanissimo, è un trascinatore. Ha una mentalità fuori dal comune: spero si sparli tanto di lui nei prossimi mesi, vorrebbe dire che sta continuando a fare bene. Nel suo caso non mi spaventa il caso mediatico, Raspadori è bravissimo a gestirsi dentro e fuori dal campo”.

E' più preoccupato per i tormentoni Scamacca e Berardi?
“Mi auguro di godermeli almeno fino a giugno. Berardi è il nostro top player. Scamacca ha qualità notevoli, ma deve imparare a convivere con i momenti positivi e negativi. Se Gianluca in futuro non diventerà il centravanti dell’Italia mi arrabbierò con lui”.

Adesso che allena in Serie A, che sfizio si è tolto?
"A inizio stagione, siccome sono appassionato di orologi, mi ero ripromesso di regalarmi un automatico se fossi arrivato alla prima di ritorno. Ma non ho ancora avuto tempo di pensarci".

Una panchina estera fra dieci anni?
"Così al volo mi viene da dire Chelsea o Bayern Monaco”.

Sezione: News / Data: Dom 02 gennaio 2022 alle 14:59
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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