Armand Laurienté protagonista con una lunga intervista su SportWeek, settimanale della Gazzetta dello Sport. Il talento francese, intervistato nelle scorse settimane proprio da SassuoloNews.net, ha parlato della sua esperienza al Sassuolo ma si è raccontato a tuttotondo, parlando anche della sua famiglia, di moda. L'intervista completa la potete leggere su SportWeek, qui l'estratto sul calcio.

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Sapevi del motivetto di cui sopra (la canzone dedicata a lui)?
"Sì. Ho pure incontrato l'autore, lo youtuber Francesco Minutella. È successo alla fine della nostra ultima partita casalinga contro lo Spezia. Mi ha detto che ha composto anche per altri, anche più famosi di me come Kvara, ma io lo avevo colpito".

E i tifosi del Sassuolo hanno imparato le strofe?
"Minutella ha appena messo la canzone su TikTok, spero di sentirla presto cantare dalla curva".

Al Rennes o al Lorient, le squadre in cui hai giocato in Francia, avevi un coro dedicato?
"No. Questo sarebbe il primo".

In un'intervista a Hebdo hai detto: "Bisogna credere in sé stessi. Tu non hai mai avuto dubbi sulle tue capacità, neanche quando stentavi a emergere?
"Il momento del dubbio arriva. Quando non giochi, quando fai fatica perché non sei in forma. Ma poi c’è sempre una prova che ti permette di recuperare fiducia in te stesso. Io fin da piccolo ho pensato di avere le qualità per fare qualcosa di buono nel calcio, ed è stato proprio nei giorni difficili che più ho creduto in me. Con quelle parole a Hebdo spero di ispirare i bambini della Guadalupa, l'isola da cui arrivano i miei genitori. È vero che io sono nato in Francia, ma, se ce l'ho fatta io, possono farcela anche loro, che pure vivono in un posto che sembra lontano da tutto".

Le tue origini ti hanno creato problemi per farti largo nel calcio e nella vita?
"Nessuno. Non ho mai trovato barriere che si frapponessero tra me e le mie aspirazioni. Se hai qualità e voglia, in Francia nessuno ti mette i bastoni tra le ruote, da qualunque parte tu provenga".

Il tuo numero di maglia è il 45 perché è la somma dei giorni in cui sono nati i tuoi genitori: il 30 papà, il 15 mamma. Sulle cosce hai tatuati gli anni di nascita: '60 papà, '62 mamma. Cosa ti ha trasmesso uno e cosa l'altra?
"Da mio padre ho preso la passione per lo sport, da mamma il carattere".

Tutti dicono che il campionato italiano sia il più difficile tatticamente, ma, a vederti in partita, sembra il tuo da sempre.
"Non ho avuto molto tempo per studiare: appena arrivato sono stato messo in campo. Ho la fortuna di giocare in una squadra che esalta le mie qualità: velocità e uno contro uno".

L'allenatore Dionisi ti chiede più spesso di puntare l'uomo o di tornare indietro ad aiutare il tuo terzino a difendere?
"Vai avanti, vai avanti, mi ripete. Vuole che provi a saltare il difensore".

Cos'è per te il dribbling?
"Il dribbling è una possibilità. Quando non c'è il passaggio immediato, ho la possibilità di cercarlo attraverso un dribbling. Ma non è un obbligo".

Però ti piace puntare l'avversario...
Sorride: "Oh, sì. Guardo come si muove il difensore, dove va, e poi, oplà, scarto dall'altra parte".

Giochi a sinistra come Kvaratskhelia e Leao. Cosa ti piace di loro?
"Sono efficaci. Guardandoli, si capisce come conoscano i propri punti di forza e sappiano esaltarli, nascondendo invece le debolezze. Sono i due migliori esterni della Serie A. Per arrivare alloro livello, devo aumentare la mia efficacia. Ma sono appena arrivato: ho ancora del tempo".

Quei due sono consapevoli dei propri punti forti: e tu?
"In questa stagione, che è già ora la migliore della mia carriera, sto cominciando a capire cosa sfruttare per fare la differenza in campo. Il dribbling, per esempio: non fine a se stesso, ma per arrivare all'assist o al tiro".

E perché proprio alla tua prima stagione fuori dalla Francia stai facendo bene come mai prima?
"Ci ho pensato e non sodare una risposta. Forse, semplicemente, ognuno ha una propria strada da percorrere, e io sono arrivato all'età giusta nel posto giusto".

A 13 anni eri a Clairefontaine, il centro tecnico federale da cui escono i migliori talenti calcistici francesi. Tuo compagno di stanza, Kylian Mbappé. Di cosa parlavate, la sera in camera? Dei vostri sogni e delle vostre aspirazioni?
"Non si parlava tanto del futuro, ma degli allenamenti, delle partite, di calcio in generale... Lui era un grande fan di Cristiano Ronaldo. E si parlava della scuola. Mbappé aveva voti migliori dei miei. In campo era già avanti rispetto a tutti, si vedeva che sarebbe diventato un grande. Giocavamo in squadre diverse, ma per me era ed è una fonte di ispirazione. Soprattutto perché al talento naturale ha unito tanto, tanto lavoro per arrivare al livello in cui è oggi".

Chi è stato invece il tuo idolo?
"Erano due: Ronaldo il Fenomeno e Robinho. Il primo non ho avuto modo di vederlo tanto, sono andato a recuperare qualche suo video. Mi piaceva per un motivo semplice: con la palla sapeva e poteva fare qualunque cosa. Robinho mi piaceva invece perché era un giocatore di livello pur essendo piccolino fisicamente. E io, quando stavo a Clairefontaine, ero alto appena 150 centimetri...".

Ma tu e Mbappé come eravate finiti in camera insieme?
"Perché avevamo fatto uno stage a Rennes. Ci siamo conosciuti là, ci siamo ritrovati a Claire-fontaine e, quando è arrivato il momento di assegnare le camere, ci siamo guardati e abbiamo detto agli istruttori: noi due stiamo insieme".

Vi sentite ancora?
"No. Ma, se ci incontrassimo, sono sicuro che ci abbracceremmo".

In un aspetto del gioco sei certamente più forte tu: le punizioni. Dalla stagione 2022-21, nei cinque principali campionati europei, tu e Messi avete lo stesso numero di gol, 5, e solo un giocatore, Ward-Prowse del Southampton, ne ha trasformate di più, 11.
"Davvero?".

Sì. Il problema, come ha raccontato un tuo ex compagno, è che le tue punizioni dal limite possono finire indifferentemente nel "sette" a 200 all'ora o nel parcheggio esterno dello stadio. E pare non si contino le teste delle sagome in barriera mozzate dai tuoi tiri.
Ride: "È vero. Succede ancora oggi. Il fatto è che ci metto molta forza. Basta che ci sia una minima differenza nella postura del corpo o del piede, e il pallone, invece che in porta, finisce nel parcheggio".

Al Sassuolo le tira anche Berardi. Vi siete sfidati a chi ne segna di più?
"No. E comunque, ce le dividiamo senza problemi: lui quelle da destra, io quelle da sinistra".

Sezione: News / Data: Sab 08 aprile 2023 alle 09:12
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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