Stefano Turati tra passato, presente e futuro. L'estremo difensore di proprietà del Sassuolo ha lasciato i neroverdi in estate per intraprendere una nuova avventura, in prestito, alla Reggina. Il portiere classe 2001, protagonista nel 2019/2020 con due gare giocate da titolare contro la Juventus di Cristiano Ronaldo e poi contro il Cagliari, è anche nel giro dell'Italia Under 21 (si gioca il posto con Carnesecchi). Turati è uno dei portieri di belle speranze del nostro calcio e ha parlato della sua nuova esperienza in terra calabrese ma soprattutto dei suoi trascorsi in neroverde, in esclusiva ai microfoni di SassuoloNews.net.
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Hai lasciato il Sassuolo per la Reggina. Venti presenze, 7 clean sheet e 25 gol subiti. Ti sei alternato con Micai? Siamo ormai a fine stagione: come giudichi la tua esperienza a Reggio? Come stai vivendo quest’alternanza?
"Io sto bene, mi sono trovato bene. I compagni all'inizio della stagione mi hanno accolto benissimo. Io cerco di giocare al meglio quando mi fanno giocare".
In estate avevi tante offerte, perché hai scelto la Reggina? Ha influito la presenza di un ex portiere come Taibi?
"Sì, sicuramente. La Reggina è stata l'unica squadra che mi ha voluto veramente, quindi hanno inciso tutte e due le cose".
Come hai trovato il campionato di Serie B? Te lo aspettavi così, meno complicato, più complicato…
"Mi aspettavo un campionato duro e l'ho trovato così. Non mi aspettavo però fosse così equilibrato, bisogna giocarsela con tutte, e poi è un campionato molto lungo".
Eri all’Inter ma a 15 anni non ti ha confermato. Come hai vissuto quella fase? È stato anche un momento di svolta, nel senso che hai trovato la forza per far vedere che si sbagliavano?
"È stato un periodo molto complicato della mia vita, ne sono uscito soprattutto grazie a mia mamma. Ho ripreso fiducia in Serie C a Pavia, nell'Under 15, e da lì è stato tutto un susseguirsi di eventi".
Sei arrivato a Sassuolo dal Renate nel 2018. Però inizialmente non è andata benissimo, non giocavi tanto. Poi la svolta con la Primavera nell’anno della salvezza. Titolare da metà stagione e un grandissimo girone di ritorno fino alla salvezza. E Palmieri ha raccontato che dopo la vittoria col Genoa gli hai tirato un cazzotto che gli ha fatto male una costola per 20 giorni…Te lo ricordi? Scherzi a parte, quanto è stato importante per te Francesco Palmieri?
"Sì è vero, ricordo l'episodio (sorride, ndr). Per me è stato molto importante, è stato quello che mi ha portato a Sassuolo, è stato lui a volermi a tutti i costi e gli devo molto. All'inizio è vero, non giocavo moltissimo. L'anno della salvezza, a livello di partite sicuramente, è stato l'anno più importante dopo questo, insieme ovviamente anche all'anno dell'esordio in Serie A".
Poi il passaggio in prima squadra con De Zerbi. Dicono sia un martello, è così? Me lo descrivi?
"Devo molto a mister De Zerbi. Sì, è un martello nel senso che in ogni allenamento spinge al massimo con qualsiasi giocatore, è stato corretto sempre nei miei confronti e penso anche in occasione della squadra".
Nel 2018 arriva la grande occasione con la Juve. Mi racconti come è andata? Quando hai saputo e quando hai capito che avresti giocato titolare contro Cristiano Ronaldo?
"È iniziato tutto il venerdì dopo la sconfitta della Primavera contro la Roma e mi è stato detto che forse giocavo e il mister prima della partita mi ha detto che avrei giocato. Io non ci credevo, è stata una cosa talmente grande che non la realizzi pienamente, forse dopo un anno te ne inizi a rendere conto".
E poi l’abbraccio stupendo con Buffon. Cosa ti disse Gigi in quel momento?
"Mi disse semplicemente che ero stato bravo, mi aveva fatto i complimenti".
Parate strepitose, titoloni di giornali. Una settimana con i riflettori addosso. Due cose: qual è la prima cosa che hai fatto quando sei rientrato a Sassuolo. E poi, si è parlato tanto anche del fatto che il giorno dopo non sapevi se saresti andato a scuola. Dì la verità, ma poi ci sei andato?
"No, non ci sono andato, è stato un giorno di festa totale. Dopo la partita sono rientrato a Sassuolo e sono andato a mangiare con i miei genitori. Non ce l'ho fatta ad andare a scuola il giorno dopo, ero troppo carico".
Una settimana importante e la seconda gara consecutiva da titolare col Cagliari. Ecco, invece come hai vissuto la preparazione a quella gara. È stata più difficile quella con la Juve o quella con i rossoblù?
"La seconda partita è sempre quella più difficile. Io mi sono ritrovato in una situazione in cui non mi sarei mai immaginato di trovarmi in quel momento e non sono stato capace in qualche modo di gestire la felicità, l'entusiasmo che ho avuto e ho provato in quella settimana, più della pressione, è stato molto difficile da gestire".
Poi un anno da terzo portiere, senza giocare e immagino non sia stato facile, ma a lavorare tanto con Consigli e Pegolo. Che giudizio ti sei fatto su di loro? E quanto devi all’ambiente Sassuolo per la tua crescita?
"Sicuramente è stato il mio trampolino di lancio e la ragione per cui in questo momento mi sto giocando le mie carte alla Reggina in Serie B. Consigli è molto forte, anche Pegolo. Siamo amici con Gianluca, è stato molto carino con me sin dagli inizi, prima che arrivassi in squadra a fare il ritiro ho fatto un allenamento e c'è stato quasi un colpo di fulmine per me, è una persona incredibile".
Al Sassuolo hai giocato anche insieme a Raspadori. Che rapporto hai con lui? Ha vinto l’Europeo, è titolare in A. Ti aspettavi questa esplosione?
"Io mi aspettavo tutto questo da lui. Inizialmente non ha trovato tanto spazio ma è un percorso ma non avevo dubbi che sarebbe arrivato a questi livelli perché è impressionante. Ci sentiamo una volta alla settimana, posso dire che mi manca molto".
Invece, visto da fuori, come giudichi l’annata del Sassuolo? Si poteva ambire a qualcosa di più?
"Non è mai semplice giudicare un'annata di una squadra dall'esterno, bisognerebbe essere dentro per capirne le dinamiche. Io credo che quest'anno il Sassuolo abbia dimostrato per l'ennesima volta di giocarsela con tutti".
Oltre alla Reggina, giochi anche in Under 21. Si è parlato tanto del problema giovani in Italia. Perché i nostri fanno fatica? Non ci sono talenti o non c’è fiducia? Cosa si può fare per migliorare?
"È una domanda abbastanza complicata. Io credo che questo dubbio sia sorto perché non siamo andati ai Mondiali, quando abbiamo vinto gli Europei invece non c'erano questi problemi. In alcuni ambiti i giovani non vengono tanto messi in luce dalla squadra ma i giovani non sono tutti uguali, ognuno ha un percorso diverso, alcuni sono già pronti e altri no e hanno bisogno di tempo. Io credo che sia una dinamica molto complicata da spiegare".
Invece Stefano fuori dal campo che ragazzo è?
"Io sono un ragazzo abbastanza estroverso. Sono solare e mi piace divertirmi con gli amici ma senza eccedere. Sono un ragazzo semplice, normale".
Momento portieri. Chi erano i tuoi idoli? E chi sono i portieri più forti al mondo al momento secondo te?
"Il mio idolo più grande è stato Julio Cesar, e anche Handanovic. I tre portieri più forti adesso? Metto Alisson, Oblak e Neuer è ancora molto forte ma sta venendo fuori anche Maignan del Milan".
Doppia domanda sul futuro: dove ti vedi l’anno prossimo e dove ti vedi tra 5 anni?
"Tra 5 anni mi vedrei in Serie A, l'anno prossimo sinceramente non lo so".
Chiudiamo come sempre con un giochino, 10 domande a bruciapelo per conoscerti meglio. Risposta secca.
Cristiano Ronaldo o Messi?
"Julio Cesar".
Film o serie tv?
"Serie tv".
Pizza o sushi?
"Pizza".
Crescentina o gnocco fritto?
"Crescentina".
Rock o rap?
"Rock".
Bionda o mora?
"Bionda".
Mutande o boxer?
"Mutande".
Mare o montagna?
"Montagna".
Roma o Parigi?
"Milano".
Diletta Leotta o Melissa Satta?
"Melissa Satta".
Si ringraziano l'ufficio stampa della Reggina e Stefano Turati per la disponibilità e la cortesia dimostrate in occasione di questa intervista.
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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