Il gioco delle coppie, format di successo della tv anni 80 e 90, prevedeva che un "cacciatore" si scegliesse al buio un partner fra tre candidati, per partirci in viaggio-premio. Qui i candidati sono tre, si compone una coppia, ma non ci sono cacciatori o libertà di scelta. Decide Antonio Conte, e lo fa il meno possibile al buio. In quanto al viaggio-premio, non è il caso di pensare a Istanbul, per ora ci si accontenti di Reggio Emilia (prossima sfida al Sassuolo) in virtù di quel mantra "una partita alla volta" che in casa Inter non è solo una frase fatta. Lukaku, Lautaro e - sperando di non dover fare i conti con un infortunio - Sanchez: tre attaccanti reciprocamente compatibili, tre coppie possibili, di cui due già "esplorate" e una attesa. Alexis ieri ha allarmato l'Inter, uscendo a 3' dalla fine di Colombia-Cile, ad Alicante (0-0), per una botta alla caviglia sinistra dopo uno scontro con Cuadrado. Zoppicava, lo vedrà lo staff medico cileno, ma potrebbe essere solo un colpo doloroso e le tre opzioni potrebbero rimanere aperte. In realtà ci sarebbe anche un quarto incomodo, che pure è partito titolare in due occasioni (su 9). Matteo Politano però è considerato dal tecnico perfetto come cambio in corsa: gli capiterà ancora di giocare dal 1', ma quei tre sembrano avere uno status superiore, anche per la possibilità di coprire il ruolo di prima o seconda punta. Lukaku è per prezzo, ingaggio, investitura 'contiana' e physique du rôle il pilastro su cui si regge il reparto offensivo e si appoggia l'intera squadra. Ma l'attuale gestione ha già dimostrato di sapervi rinunciare, se deve.

Abortita in estate la progettata coppia Romelu-Dzeko, la più proposta (la "titolare") in questa prima fase di campionato è stata la doppia L, con Lautaro col belga. Cinque gare su nove, con le fondamentali sfide a Juve e Milan: a livello di realizzazioni, è stato un successo: 5 gol complessivi dei due, rimasti a secco solo nel passo falso con lo Slavia e a segno al completo a Cagliari. Rigori divisi da buoni fratelli, dialogo in campo ancora non troppo continuo, ma positiva divisione degli spazi e dei compiti. In fondo, si tratta di due prime punte, però Martinez è bravo a cercare palla sulla trequarti e il belga a dare profondità. Temibili di testa e in area, hanno la forza d' urto che piace a Conte. Quando a Genova e a Barcellona Big Rom è rimasto inizialmente o totalmente fuori, ecco il debutto della formula "Toro+Niño": cartellino rosso del cileno a parte, si sono viste cose interessanti. Più dialogo a terra nello stretto, Lautaro a suo agio a centro area e Sanchez capace di accendere l'azione offensiva con una giocata inattesa o a velocità superiore.

Il gol e 'mezzo' alla Samp sono nati sull'asse fra il cileno e Sensi, quello di Barcellona invece è una verticalizzazione del numero 7 per Lautaro. La terza combinazione è quella che in nerazzurro non si è vista mai, nemmeno per uno scampolo. La coppia Red Devils è quella potenzialmente meglio assortita, per caratteristiche tecniche e fisiche. Reggio Emilia può essere l'occasione giusta per testarla, prima del big match col Dortmund, ma ora andranno valutati i postumi della botta alla caviglia di uno e la forma dell' altro. Allo United hanno giocato insieme 37 volte, di cui 28 in Premier (15 da titolari), con una media punti di 1,9 a gara. Fra tutte le competizioni, hanno segnato, quando erano in campo insieme, 15 gol il belga e 5 la Maravilla. Solo due le gare in cui hanno festeggiato entrambi, e l' ultima è datata marzo 2018: tempo di rinfrescare un'esultanza comune.

Sezione: Non solo Sasol / Data: Dom 13 ottobre 2019 alle 15:26 / Fonte: La Gazzetta dello Sport
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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