Seconda parte dell'intervista a Manuel Locatelli. Il centrocampista del Sassuolo Calcio, è stato intervistato da Nero&Verde, parlando della sua carriera e di molto altro ancora. Ecco le sue parole iniziando da Roberto De Zerbi: "Il mister ha un ruolo fondamentale per me, mi ha cambiato, mi ha fatto giocare, mi ha dato delle delusioni, abbiamo litigato, ma credeva in me, ha sempre creduto in me. Mi ha voluto lui, mi ha sempre dato l'idea di aver fiducia in me ed è fondamentale questa cosa. Perché quando magari non giochi bene sai che comunque il mister ha fiducia in te".

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La crescita?
"Il mister ha fatto tanto. Io ho fatto tanto perché mi sono fatto un'esame di coscienza, andavo a casa e parlavo con la mia ragazza, dovevo cambiare io, non era possibile che giocavo, non giocavo, mi guardavo allo specchio e mi dicevo 'Manuel, le colpe sono tue, o cambi o resti un giocatorino di cui i compagni non si fidano'. E anche i miei compagni hanno avuto un ruolo importante come Peluso perché Fede è un esempio come calciatore e un grande amico, anche Magnanelli, gli dico sempre che è un grande calciatore e una grandissima persona e lo stimo. Faccio una menzione anche per Matri perché mi ha aiutato anche lui quando era qui, poi Consigli e Berardi. Si è creata questa grande coesione nel gruppo. Quando sono arrivato non ero facile da gestire, ero molto sulle mie, mi arrabbiavo per cose futili e loro mi hanno fatto da chioccia, hanno sempre visto in me qualità, perché me l'hanno detto, mi hanno difeso con il mister in alcune situazioni da campo e tutte queste cose hanno fatto sì che maturassi, quello che sono adesso. Poi il merito ce l'ha anche la mia famiglia, non posso non metterla, ci sono sempre stati quando vivevo momenti difficili. Da mio papà che verrebbe a Giacarta a vedermi giocare, i miei fratelli, ma anche mia mamma, i miei zii, i miei cugini, la mia ragazza. Per avere il massimo devi crearti il massimo attorno a te e io penso che questo sia perfetto per me".

L'ambiente?
"Il fatto che mi sia calato bene in questo ambiente va di pari passo con le persone che ci sono qui perché se trovo di fronte a me ragazze non simpatiche o non disponibili io reagisco in una maniera ma ho trovato persone d'oro, qui c'è lo spirito di una famiglia ed è un mix perfetto, mi ha aiutato molto".

Il Leone di Napoli?
"Da Napoli a Napoli perché batto il primo rigore da professionista e faccio gol e vinciamo una gara importantissima. In quella partita, prima di iniziare, avevamo delle assenze, dovevo battere il rigore ed ero capitano, mi sono detto 'Manuel devi prenderti delle responsabilità, è in queste partite che si vede se sei leader, quando la posta in gioco è alta si vedono i risultati'. Ho preso la palla e mi sono preso la responsabilità di calciare il rigore e l'esultanza oltre che gioia è uno sfogo di questa voglia di far gol e di portare a casa il risultato".

Le esultanze di gruppo?
"Mi piace esultare con i miei compagni, sono dei bravi ragazzi e io sono felice se segnano tutti perché sono brave persone, si è creato un bel gruppo".

Le statistiche?
"Le statistiche che mi premiano sono una carica positiva. Non ci do troppo peso perché devi sempre dimostrare e io cerco di farlo in ogni partita, in ogni allenamento, se le mie statistiche sono così è perché il merito è della squadra, del gioco che abbiamo che le esalta. Mi piace essere al centro del gioco, mi piace toccare tanti palloni, è perfetto per me, è molto importante e spero di continuare così".

L'attimo della convocazione in Nazionale?
"Ero sul divano con la mia ragazza e degli amici. Lacrime non appena ho visto le convocazioni. Lacrime di gioia perché nonostante abbia 23 anni ho vissuto momenti difficili, avere tutto subito non è stato semplice per me. E' stata una liberazione, era una cosa che sognavo da bambino. Avevo fatto un bel campionato ma ho imparato a non dare nulla per scontato, era una cosa che sognavo veramente tanto, mi dicevano che la meritavo ma aspettavo l'ufficialità e quindi sono scoppiato a piangere, ho abbracciato la mia ragazza, vivo di queste emozioni ancora. Il calcio è passione prima di tutto. Mi ricordo la chiamata con i miei genitori e in 5 minuti non ci siamo detti nulla perché piangevamo".

Titolare contro l'Olanda?
"Giochiamo con l'Olanda, facciamo la rifinitura, mi sono allenato ma nessuno mi aveva detto che potevo giocare. Quando il mister ha dettato la formazione mi sono visto nella formazione titolare, è stato da brividi. Avevo avuto il sentore al mattino perché sulle palle inattive mi avevano detto qualcosa. Arrivo al campo e il mister con una tranquillità che mi ha sciolto mi ha detto: 'Manuel tranquillo, fatti dare la palla e gioca come sai'". Lo ringrazierò per tutta la vita perché mi ha regalato il sogno più bello".

Il gruppo azzurro?
"Mi trattavano come fossi uno di loro da sempre. E penso sia una cosa positiva, mi fan sentire parte del gruppo. Mi ricordo Chiellini che mi parlava come parlava con gli altri ed è stato importante".

I ricordi dopo l'Olanda?
"Appena esco tutti quelli della panchina sono venuti a darmi il 5, a darmi le pacche, è stato bellissimo. A fine partita, dopo le interviste, pacche, abbracci, sono andato a trovare Zaniolo che si era fatto male e mi ricordo quel momento. Abbiamo condiviso un'emozione che per me era fondamentale".

L'assist a Berardi con la Nazionale?
"Quel momento è stato bellissimo. Era il gol del 2-0, era una partita combattuta. Dome è un bravo ragazzo, un giocatore forte, ci siamo trovati subito in campo. I compagni ci dicevano che abbiamo portato il Sassuolo in Nazionale, è stato molto bello e significativo perché due giocatori che si trovano e fanno gol è una cosa bellissima".

In cosa sei cambiato da quando sei a Sassuolo?
Sono cambiato nella consapevolezza di quello che sono io, sia come giocatore che come persona. Ho capito fino in fondo dove posso arrivare e a cosa posso ambire, ho guadagnato in consapevolezza e sicurezza dei miei mezzi".

Il mondo del calcio?
Da bambino sogni tutto che è una favola ma ci sono momenti importanti e difficili. La cosa più importante è non dare mai niente per scontato perché un giorno sei fortissimo e un giorno sei scarso. Devi avere umiltà e devi avere equilibrio, non devi fare troppi viaggi mental".

Futuro?
"L'esperienza al Milan è stata fantastica, qui a Sassuolo ho trovato una realtà bellissima. Non so se questo sarà il mio ultimo anno qui, vedremo cosa ci riserverà il futuro. Io sogno di fare un bell'Europeo, di essere importante per questa squadra e di ambire all'Europeo quest'estate".

© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Sezione: News / Data: Lun 22 marzo 2021 alle 21:29
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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