Eusebio Di Francesco si racconta ai microfoni della Gazzetta di Modena. Il tecnico, che sta trascorrendo il periodo di quarantena in Abruzzo, a Sambuceto, suo paese d'origine, parla per la prima volta dopo l'esonero con la Sampdoria: "Studio inglese, devo essere aperto a qualsiasi tipo di esperienza. Sia ai tempi del Sassuolo che anche di recente ho avuto offerte, dalla Premier ma anche dalla Turchia e da qualche nazionale, ma ho sempre fatto altre scelte. Studio l'inglese per una questione di comunicazione interpersonale, vorrei essere in grado di parlare direttamente con i calciatori stranieri. In Italia o all'estero che sia".

Secondo te dove sarebbe arrivato il Sassuolo di De Zerbi senza lo stop?
"Il Sassuolo ha una precisa identità, è stata data continuità al nostro lavoro. Credo che la squadra stesse dando il meglio delle sue importanti potenzialità, diciamo che si è dovuta fermare sul più bello. Peccato perché sono state fatte ottime scelte sul mercato, plasmando una squadra di qualità che ha raccolto meno anche per un po' di sfortuna".

Un giudizio su De Zerbi?
"Lo apprezzo, è un mister con una precisa idea di calcio, si vede che c'è il suo lavoro dietro alle prestazioni del Sassuolo e all'esplosione di alcuni singoli, ad esempio Boga che mi piace moltissimo".

Ti manca Sassuolo?
"Sono legato al Sassuolo e ai sassolesi per molti motivi e ne approfitto per far sentire la mia vicinanza alla gente della zona, non lontana dall'epicentro del contagio. Lì ho conosciuto persone straordinarie e cordiali, non posso che parlarne bene. Sento spesso Remo Morini che mi tiene informato un po' su tutto quel che accade a Sassuolo. Una piazza a dimensione d'uomo che ti permette di lavorare con serenità".

Con poca pressione, ma una proprietà importante.
"Esatto. Allo stadio viene poca gente, ma c'è una proprietà che ha delle pretese, giuste e corrette. La fortuna di noi allenatori è avere alle spalle una società seria, solida, con ruoli ben definiti. Non è poco, lo dico per esperienza...".

Promozione in A ed Europa League: a Sassuolo hai scritto le pagine più importanti dello storia del club.
"È stato il frutto di un percorso straordinario, fatto di continuità tecnica, tanto lavoro, mentalità vincente e puntando sui giovani. Ho fatto parte di un grande progetto, poi ho scelto di andarmene, senza rimpianti e mantenendo con tutti uno splendido rapporto".

Con Squinzi hai avuto un rapporto speciale.
"Per me il dottore è stato un vero punto di riferimento, lui e la moglie erano grandi persone sotto tutti i punti di vista. Si facevano sentire nel momento giusto, nella critica come nel sostegno. Dopo l'esonero e il ritorno ci siamo anche scontrati sulle idee, ma il nostro rapporto si è rinsaldato ancora di più. Io vedo la famiglia Squinzi come gli Agnelli: sono legatissimi alla società di cui sono proprietari e i figli Marco e Veronica continueranno a portare avanti il progetto".

Sezione: News / Data: Ven 03 aprile 2020 alle 13:27
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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