Valeria Pirone, bomber del Sassuolo Femminile, autrice sin qui di 9 gol e tantissimi assist per le compagne, eletta capitano dopo l'infortunio occorso ad Alice Parisi, ha parlato ai microfoni di Nero&Verde, raccontando la sua storia e parlando naturalmente anche della sua esperienza sassolese. Ecco le sue parole: "Ho iniziato a giocare a calcio per strada, mi piaceva molto di più, perché non c'erano regole. Ho iniziato in una squadra quando avevo 16 anni, ora si chiama Napoli. Sono stati i miei primi passi con una squadra ma giocare per strada è la cosa più bella che una ragazzina può fare. Poi sono cresciuta, da Napoli sono andata a Roma, Verona, Mozzanica, di nuovo Verona e il percorso mi ha portato a Sassuolo, dove sono rinata".

Il Sassuolo?
"Ho iniziato questa avventura a Sassuolo dove le ragazze mi hanno preso tra le loro braccia e si sono messe subito a disposizione. Queste parole le ho dette all'inizio della stagione e le ripeto anche ora, perché è ancora così. Questo campionato qui a Sassuolo mi sta facendo sentire bene".

Gli inizi?
"I ricordi sono tanti. Ho giocato con i maschi, ho fatto lì i primi gol. Mi ricordo il primo gol. La mia strada era il calcio, non sapevo dell'esistenza delle squadre femminili. Poi sono cresciuta e speravo di giocare in Nazionale con Panico, Gabbiadini, ho avuto la fortuna di giocarci ed è stato stupendo".

La mia prima esperienza in campo?
"Da piccolina facevo il portiere perché volevo seguire le orme di mio fratello. Un pomeriggio è venuto un signore e mi ha chiesto di andare a Ercolano ad allenarmi. Mi dice che l'allenamento è alle 3 e mi presento lì all'una. Mi sono presentata con la divisa da portiere ma mi disse di andare a giocare in mezzo. Faccio la prima partita, prendo la palla, faccio qualche dribbling e segno. Mi mandano a fare la doccia. Perché? Dovevo passare la palla".

La prima chiamata del Sassuolo?
"La prima volta che ho sentito Sassuolo ero gioiosa. E' stata una bella telefonata, ero felice. Volevo quello e quella chiamata, da parte del mister, mi ha fatto felice. Mi piace il modo di giocare, il modo di fare calcio e poi a Sassuolo si sta bene. Una calciatrice felice rende di più".

La fascia da capitano?
"Alice Parisi è il nostro capitano, io posso esserlo ma su certe cose mi lascio un po' andare, però sono felice di esser stata scelta e spero di ripagare la fiducia, spero di non sbagliare".

L'emozione del gol?
"L'emozione del gol è una cosa strana, parte tutto da dentro. Se segna una mia compagna è uguale, ovviamente se segno io sono ancora più contenta, quando segna una mia compagna mi esce quell'espressione, io sono così, esulterei sempre così o ai Mondiali o in Champions o in campionato. Il gol dove ho sentito un'emozione immensa è stato in Pordenone-Napoli, un gol per andare in Serie A, abbiamo vinto 3-2. L'esultanza era sempre quella ma ho fatto gol con le mie compagne".

Il gol più importante con il Sassuolo?
"Il gol più importante a Sassuolo forse il primo, con la Roma, dove è iniziato tutto. Stavamo perdendo e fare quel gol è stata una svolta. Anche il gol in casa con San Marino, non è stato bello ma l'ho sentito molto".

Cosa ti ha insegnato il calcio?
"Il calcio mi ha insegnato cose belle e brutte. Anche nel calcio femminile oggi sei forte e domani sei scarsa. Tutto cambia in un giorno. La cosa bella è la possibilità di conoscere tante persone, giri il mondo, giochi a calcio. Il calcio mi ha insegnato anche che le persone si conoscono dopo 3-4 mesi perché all'inizio sono tutti perfetti, dopo poi vengono fuori".

Mister Piovani?
"Il mister Piovani è in gamba. Ha un pensiero, un'idea di calcio che a una calciatrice come me fanno bene. Il modo di lavorare che ha insieme al suo secondo è molto bello, durante gli allenamenti ci divertiamo e a livello personale mi stanno insegnando tanto".

L'attacco del Sassuolo?
"Abbiamo un attacco completo: abbiamo l'istintiva, il sinistro, la rapidina. Sono tre-quattro ragazze che possono migliorare e crescere ancora, me compresa. Possono fare bene, non devono mollare e devono stare sempre sul pezzo".

Com'è fare l'attaccante?
"Fare l'attaccante è bello, forse la cosa più difficile è trovare il secondo giusto per non andare in fuorigioco ma ci sono delle tattiche per non andare in fuorigioco".

Cosa diresti a una bambina che vuole giocare a calcio?
"Direi a loro di giocare a calcio, è loro dovere fare sport, qualsiasi esso sia. Gli direi di impegnarsi tanto, di stare di meno sui telefoni, di impegnarsi tanto sul campo, di fare qualsiasi sport ma con la testa".

Allenatore?
"Se dovessi diventare allenatore delle giovani, metterei i genitori fuori. Una parola in più o in meno cambia il mondo. Il bambino lo devi lasciare stare, è giusto che sbaglia".

I tifosi?
"Che bella cosa i tifosi che sono! Mancano. Al Ricci, quando sono venuta, ho visto i tifosi e spero di sentire ancora quella sensazione perché un attaccante quando segna, la prima cosa che fa, è guardare i tifosi e spero di vivere quella sensazione con i tifosi del Sassuolo. Spero che nelle ultime partite di poter esultare con i tifosi del Sassuolo".

Sezione: Sassuolo Femminile / Data: Mar 30 marzo 2021 alle 19:42
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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