Roberto De Zerbi, allenatore dello Shakhtar, è stato presentato quest'oggi in conferenza stampa in Ucraina. Ecco le sue parole: "Grazie per come mi avete accolto tutti, la città, il Paese, oltre che la società. Vengo a lavorare con tantissimo entusiasmo. Vengo per lavorare e per divertirmi. Vengo in un club che io considero top. Ci sono giocatori molto forti e con la massima umiltà vengo per portare il mio modo d'essere, la mia personalità. Il primo impatto è stato bellissimo, mi sembra tutto sin troppo bello perché con la società c'è un rapporto molto bello. Con i giocatori anche, non li conoscevo personalmente ma sono bravi calciatori e seri professionisti e ci sono tutte le condizioni per fare una grande stagione".
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Lo Shakhtar non ha vinto nulla l'anno scorso. Il suo predecessore sembrava 'mordido': cosa farà lei? Lei è un allenatore 'dittatore'?
"Del vecchio allenatore non è giusto parlare, non è corretto parlare, non c'ero e non voglio neanche sapere cosa era prima. So che lo Shakhtar non ha vinto niente l'anno scorso ed è un motivo per essere più affamati per vincere quante cose più possibili quest'anno. Credo che un allenatore intelligente non possa comportarsi allo stesso modo con tutti i giocatori e in tutti i momenti. Nei momenti in cui servirà essere duro, non si preoccupi che sarò duro al punto giusto ma avendo conosciuto i giocatori da qualche giorno non credo che la forza o con la dittatura si ottengano i risultati, con questo gruppo di giocatori. Io sono democratico però alla fine decido io".
L'avversario principale dello Shakhtar è la Dinamo Kiev, allenata da Lucescu, ex Brescia.
"Quando Lucescu era a Brescia io ero in curva. Lucescu è un maestro, può essere un maestro per me, per età, esperienza, bravura ma è uno stimolo grosso confrontarci con lui, con la sua squadra, perché è una sfida molto bella, almeno da parte mia. E' bello incontrarlo con la Dinamo, ci prepareremo al meglio".
Un anno fa la Dinamo ha vinto tutto qui. Lei è pronto a dichiarare che è finita l'egemonia della Dinamo?
"No, perché dire così non vuol dire essere pronto, vuol dire non conoscere il calcio. Se poi mi chiedi 'se sei pronto', io non vedo l'ora di affrontare con la mia squadra l'altra squadra che ha vinto tutto l'anno scorso".
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Non è il primo allenatore italiano dello Shakhtar. C'è stato Nevio Scala qui. In passato ha presentato la pasta, lui in persona, per i giocatori. Lei è un buon cuoco?
"E' già difficile fare l'allenatore, basta un solo lavoro".
Cosa l'ha spinta ad accettare lo Shakhtar? Aveva altre offerte?
"Io ero a Sassuolo e sono legatissimo ai miei giocatori e alla mia ex società. Quando ho deciso di andar via da Sassuolo ho parlato con Srna, Boto e Balkin e ho trovato un'idea comune, sembrava ci conoscessimo da 20 anni. Avevo altre situazioni, altre soluzioni, altre squadre, ma ero deciso a venire qua per diventare l'allenatore dello Shakhtar".
Lo Shakhtar ultimamente ha comprato tanti brasiliani. Lei è italiano, potranno esserci dei problemi con la lingua?
"La lingua è una difficoltà. Io parlo spagnolo e i brasiliani capiscono abbastanza bene lo spagnolo. Parlo inglese e poi con i traduttori piano piano non ci saranno problemi nemmeno con i ragazzi ucraini".
Lei ieri ha fatto il primo allenamento con lo Shakhtar. C'erano tanti giocatori di rientro dai prestiti: qualcuno di loro resterà con la prima squadra?
"Il mercato non è concluso, in entrata e nemmeno in uscita. I ragazzi che sono rientrati dal prestito sono giocatori che potrebbero rimanere con noi. Li conoscevo già, ho studiato tutta la squadra. Voglio vederli allenare con me così conosco le caratteristiche, le qualità e soprattutto se sono pronti per stare con noi, perché lo Shakhtar è una squadra forte e non è facile far parte del gruppo. Sicuramente voglio puntare anche sui giovani ucraini, saranno importanti per arrivare al top".
Prima di firmare con lo Shakhtar ha parlato con Fonseca?
"Dopo che ho firmato ho parlato con lui. Ho voluto parlare dopo la firma perché non volevo che mi dicesse qualcosa di male dello Shakhtar ma in realtà mi ha parlato benissimo".
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Cosa conosceva del calcio ucraino prima del suo arrivo? Si è già innamorato qui a Kiev?
"Kiev è una bellissima città, mi dispiace che non potrò viverla e conoscerla fino in fondo perché sono qua per il calcio e il calcio mi prende tutta la giornata. Il calcio ucraino lo conoscevo per la Nazionale allenata da Shevchenko che ha lo staff tutto italiano e poi per lo Shakhtar che in Italia è seguito. I giocatori dello Shakhtar sono conosciuti, quelli di qualche anno fa sono conosciuti e sono stimati in Italia. Sono rimasto colpito dall'organizzazione del club che è incredibile, pure per me che sono italiano e che conosco la mentalità dei club italiani ma non mi aspettavo di trovare un'organizzazione così grande. L'avevo capito incontrando il presidente, che mi aveva subito dato un'impressione di fare tutto questo per passione, che si informa di tutto, vuole sapere tutto, è competente e capisce di calcio e uno degli obiettivi, oltre a giocar bene e a qualificarci in Champions, nei gruppi, e vincere il campionato, un obiettivo è cercare di riportare il presidente allo stadio a vedere le partite".
La posizione di Pedrinho?
"E' un giocatore da Shakhtar, dicendo è un giocatore da Shakhtar dico tante cose. La posizione non è un problema, è un calciatore, la troverà, può giocare dappertutto".
Lo Shakhtar ha segnato 13 gol sui calci piazzati, la Dinamo 23: quale posto prendono i calci piazzati nella cultura calcistica di De Zerbi?
"Nella mia cultura calcistica c'è la palla a noi. Poi i calci piazzati sono importanti ma bisogna saper giocare anche senza perché quando una squadra fa troppi gol sui calci piazzati c'è qualcosa che non va".
Quale sarà il suo staff?
"E' tutto quello che avevo a Sassuolo più qualcuno che abbiamo trovato qua, i due video-analisti che abbiamo, e sono molto bravi. Poi i traduttori che sono importanti, devono capire di calcio. Siamo in tanti e cerchiamo di fare ognuno il proprio".
Puoi parlarci delle altre squadre del campionato ucraino?
"Ho visto qualche partita l'anno scorso dello Shakhtar. Ho chiesto al video-analista di farmi una relazione squadra per squadra, allenatore per allenatore, ma noi partiamo per vincere il campionato e quando vuoi vincere il campionato sai che tutte le partite sono difficili e non c'è una partita che puoi prendere sottogamba".
Nella tua carriera di allenatore qual è stato il tuo traguardo massimo? Cosa vorresti vincere con lo Shakhtar?
"Io sono felice di quello che ho fatto nella mia carriera da allenatore, sono gratificato. Ho fatto 5 anni di Serie A. Quando avevo 34 anni ero in Serie A. Negli ultimi due anni fare due ottavi posti con il Sassuolo, forse il massimo di quello che potevamo fare. Non abbiamo vinto un trofeo ma è come se lo avessimo vinto. Una cosa a cui tiene molto la società e anche a cui tiene molto il presidente è il modo con cui si vincono i trofei e le partite, perché il modo devi sceglierlo prima. La vittoria è alla fine del percorso, poi però devi scegliere tu che percorso prendere, perché vinci ugualmente se fai un gol su calcio piazzato o se fai un golo dopo 20 passaggi, hai sempre vinto ma in due modi diversi".
L'anno scorso lo Shakhtar ha fatto due pareggi con l'Inter giocando di rimessa. Lei è pronto a rinunciare alla sua idea per ottenere un risultato importante?
"Il calcio non è sempre allo stesso modo. Io in partenza non voglio rinunciare al mio stile, che è lo stesso dello Shakhtar. Poi durante la partita se serve mettere un difensore in più o se serve difendere bassi non c'è problema".
C'è qualche giocatore del Sassuolo che vorresti qui? Cosa pensi di Marlon?
"Sono innamorato di tutti i miei giocatori del Sassuolo. Marlon fa parte del Sassuolo e la società saprà bene cosa fare. Quando si cerca un giocatore per un ruolo specifico ci sono due-tre opzioni e magari in queste tre opzioni ci può stare anche Marlon".
Tu e il tuo staff avete deciso di non portare le famiglie qui in Ucraina: perché?
"Parte del mio staff verrà con le famiglie. Quando fai questo lavoro hai una fortuna, è un privilegio fare questo lavoro e devi difenderlo sempre e ci sta anche fare qualche sacrificio e tra i sacrifici c'è anche quello di stare distante dalla famiglia ma proprio perché qualcuno di noi starà distante dalla famiglia spiega con che voglia siamo venuti, con che entusiasmo siamo venuti, con che fame di migliorarci siamo venuti in questo club. Io penso che lo Shakhtar per me è un'opportunità grandissima e sicuramente mi farà crescere, mi migliorerà e spero di essere la stessa cosa io per lo Shakhtar".
Lei arriva con la famiglia o è da solo?
"La mia famiglia starà in Italia ma mia moglie e i miei figli verranno spesso a trovarmi".
Fonseca è venuto da solo, poi ha divorziato e ha trovato una compagna in Ucraina.
"Io sono qui per fare l'allenatore, altro spazio non ho. Non cerco niente, sto bene come sto".
In Italia c'erano tanti tifosi sugli spalti, in Ucraina ormai da tempo ci sono pochi tifosi: ti può mancare quell'atmosfera calcistica?
"Nell'ultimo anno e mezzo non c'è stato pubblico in tutto il mondo ed è chiaro che il calcio senza pubblico perde molto, tutti noi vogliamo giocare sempre con lo stadio pieno".
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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