Lui è un giovanissimo ma può già dare lezioni a tanti. Chi l'ha detto che bisogna essere un 'vecchio' per far imparare qualcosa agli altri? Filippo Romagna, classe '97, professione difensore forse ne è la dimostrazione. Testa sulle spalle, mai una parola fuori posto e il merito, stando alla sua ammissione, è della sua famiglia: "Quella del procuratore è una figura molto importante. Io ho avuto Manuel e Tullio da quando avevo 14 anni, ci siamo sentiti almeno due volte a settimana in questo percorso, nei momenti positivi e non positivi. Loro mi hanno sempre aiutato, anche a livello mentale. Ho una grande famiglia dietro che mi aiuta tanto e mi fa da psicologo e gran parte del merito è loro ma avere vicino Montipò e Tinti è importante per un ragazzo".

Il difensore, intervenuto in conferenza stampa, ha lanciato un monito ai giovani calciatori: "Io predestinato? Non bisogna sedersi perché se arrivi in Serie A poi può cambiare tutto. Devi dimostrare giorno dopo giorno, devi avere ambizione, voglia di migliorarti e non puoi pensare a 18 anni che avrai 20 anni di carriera in A, devi capire che devi fare qualcosa in più per meritarti il prossimo anno in A". Sembrano le parole di un veterano e invece arrivano da un 22enne. Chapeau, Filippo!

Sezione: News / Data: Gio 21 novembre 2019 alle 16:22
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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