Claudio Gentile ha vinto il Mondiale dell'82 con la Nazionale e ha vissuto tanti trionfi con la maglia della Juve. L'ex difensore ha vinto anche da allenatore, sulla panchina dell'Italia Under 21, ma è fuori dal giro da ormai molti anni. Definirlo personaggio 'scomodo' è riduttivo. Gentile, intervistato da Il Giornale, ha parlato dei settori giovanili lanciando l'allarme.

Crisi?
"Parte tutto dai settori giovanili. Mi spiego meglio: oggi un ragazzo, con il papà che c'ha i soldi, fa fuori la concorrenza e ha più possibilità di fare carriera. Molti genitori pagano i club per portare avanti le carriere dei propri figli, che così passano davanti a un coetaneo con più qualità".

A discapito del talento.
"Ai miei tempi se eri bravo andavi avanti, adesso invece comandano altre dinamiche. Ho visto molti ragazzi di talento nelle giovanili, dei potenziali campioni, mollare perché sorpassati da raccomandati. Quei ragazzi hanno detto: “Non gioco anche se sono il più forte, allora cosa sto a fare qui e hanno mandato tutti a fanculo (testuale, ndr)”. E così i talenti si disperdono".

C’è troppa tattica a livello giovanile?
"Proprio così. Nelle scuole calcio molti allenatori invece di far crescere i ragazzini, insegnando loro a marcare, li imbottiscono di nozioni tattiche. A 11-13 anni dovrebbero pensare a divertirsi".

L'ultimo trofeo in Under 21 porta la sua firma.
"Nel 2004 vincemmo l'Europeo e conquistammo il bronzo ad Atene, ma non voglio farne una questione personale. Dico solo che dopo di me c'è stata una svolta negativa, perchè si è smesso di chiamare solo i più meritevoli e hanno iniziato a trovare spazio anche i raccomandati da quel dirigente o quel procuratore".

Si è pentito di aver sfidato il sistema?
"In Italia se non abbassi la testa e non fai quello che ti dicono, non ti fanno lavorare. Io però, sia in campo sia nella vita, non sono mai stato un burattino e mai lo sarò".

Sezione: Settore Giovanile / Data: Ven 08 maggio 2020 alle 17:07
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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