L'Italia ha battuto la Moldova al Mapei Stadium di Reggio Emilia e Luciano Spalletti ha salutato la nazionale con una vittoria. Il commissario tecnico è intervenuto in conferenza stampa dopo la gara commentando così la sfida e il suo momento personale. Gianluigi Buffon al fianco di Luciano Spalletti, ma senza parlare. In platea, il presidente federale Gabriele Gravina, che ha assistito a tutta l’ultima conferenza stampa di Luciano Spalletti da commissario tecnico azzurro. Ecco le sue parole riprese dal nostro inviato: "Sono mancate diverse cose, non solo l'entusiasmo. Il pubblico qui ci fa sempre sentire il suo calore, nelle poche volte che lo abbiamo trascinato ci hanno supportato, dovevamo fare di più".

Qual è il tuo stato d'animo? Sollevato?
"Sollevato, no. Io ci convivo benissimo nelle difficoltà perché le ho avute per tutta la vita, se vedo la gente e gli faccio compassione gli dò una capocciata, mi dà noia. Io reagisco sempre. Sono rammaricato per il mio risultato perché non consegno una grandissima nazionale a chi viene dopo di me. Mi dispiace anche per loro perché mi avevano affidato la possibilità di lavorare. Io ho tentato, probabilmente ho sbagliato, ma delle prove le ho anche fatte, perché qualsiasi cosa mi avvicino tento sempre di imparare tutto, non sono convinto di essere quello più furbo però ho visto che non sono riuscito a tirare fuori niente del meglio, questi qui li ho tutti sotto il livello per cui è un prendere atto di quello che avete scritto e avete detto, siete stati anche troppo buoni, io avrei fatto peggio. Se un giorno io verrò a parlare di voi, vedrai...".

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Che consiglio darebbe al suo successore?
"Io ho tentato di dare un po' di sciagattone quando sono arrivato però forse è stato peggio per quello che si è visto perché Gigi mi ha brontolato 4-5 volte, lui ne sa di dinamiche in questo contesto qui per cui lui a me è servito tanto però poi quando tu l'hai fatta la cosa ti rendi conto di aver fatto bene o no dopo. Io delle prove le ho fatte e mi sono impegnato. Mi dispiace e auguro tutto il meglio alla Federazione, al nuovo allenatore che arriverà e all'Italia tutta".

Qual è la cosa che si porta dietro?
"Il dispiacere per l'amore che c'è per questa squadra. Ho visto 7-8 bambini vicini al pullman con i genitori a tenerli, si farebbero fatti arrotare per l'Italia. Vedere quelle scene mi riempie il cuore, per cui si sono fatti due-tre confronti su quello che è l'amore che abbiamo per l'amore intorno e lo dobbiamo capire, fino a che non sapremo restituire l'amore che abbiamo intorno con l'impegno e le prestazioni continue non abbiamo capito niente".

Qual è stata la reazione dei giocatori?
"Sono stati zitti. Io volevo solo comunicarlo perché eravamo d'accordo di dirlo a loro, prima di dirlo a voi in conferenza stampa, ma è una cosa normale. Era giusto così. Li ho chiamati 5 minuti prima, tanto l'andazzo si era capito, e noi facendo così si è voluto togliere l'andazzo. Anche oggi era un polverone continuo e non si capiva dove si doveva andare con il polverone davanti agli altri. Io ce l'ho con me perché stavolta ho fatto male il mio lavoro. La lascio come quando l'ho presa, ma siccome la dovevo migliorare. La lascio uguale, che aveva perso la prima partita e si aveva paura di non qualificarsi. La rilascio nella stessa situazione adesso e spero che chi viene dopo di me la migliori perché bisogna fare così e sarò il primo a congratularmi, non vado a gufare, spero che quelli che rifiutano la nazionale che ci sia qualcuno che non tornano più in nazionale, spero ci sia una presa di posizione rigida perché non è corretto. Io mi sarò comportato anche male in quella risposta lì però poi c'è stato un dialogo al telefono, ci siamo parlati, gli ho chiesto scusa perché avevo fatto altre scelte e lui mi aveva dimostrato sul campo di essere migliore, io sono convinto di averci quel ragazzo ma me ne son privato prima perché volevo la forza di Buongiorno, Calafiori, Scalvini, Leoni, perché il Mondiale c'è il prossimo anno, poi non ho detto niente di strano e gli ho detto soltanto sai quanti anni ha proprio in previsione di queste cose qui, poi ho detto anche che devo essere sempre attento a queste cose qui, tant'è che quando sono stato intercettato da qualcuno di voi, poi vi palleggiate le risposte voi, è semplice: non ti posso dire sì o no perché non lo dico a nessuno, tu guarda cosa è successo nel campionato, lu è stato il migliore nel finale di campionato e io devo assorbire quello che il campionato mi detta e questa cosa qui mi ha spiazzato, avevo portato qualcuno in più, ma avete visto anche stasera? Siamo logori a livello fisico adesso, siamo veramente ciucciati cazzo! Diventa difficile perché anche i giocatori che son cavalli, lo stesso Tonali, lu va sempre, ha una forza, una gamba, un muscolo, un nervo quasi da africano che parte e corre per km e invece è così. Avrò fatto delle scelte sbagliate e poi probabilmente siamo stati sfortunati perché ci è capitata la Norvegia subito in trasferta alla prima partita perché il livello delle altre non è quello della Norvegia, se prima fai due partite e poi vai a settembre in Norvegia è diverso, ma non l'ho allenata bene, poca roba".

Non è un problema di uomini però ma di sistema, una Nazionale marginalizzata dai club. Può dare dei suggerimenti su questo?
"Anche negli altri campionati tutti fanno così, non lo so, mi sento di dire un discorso tecnico che è quello che ci vogliono gambe feline di quelle proprio rabbiose e nervi o muscoli africani di quelli nell'uno contro uno, ci vuole questa gente qui, perché quando trovi quello che fa resistenza, la corsa, o c'è quello che sbraglia la situazione o diventa difficile. Meglio si è fatto quando Tonali ha fatto il mediano, per cui cercare di privilegiare questi calciatori di fare l'uno contro uno. Io ho telefonato a Chiesa, non ha mai giocato, Zaccagni stava male e mi ha chiesto di rimanere a casa, Zaniolo non gioca più, però questi uno contro uno è una cosa che avrei messo per regola, in tutte le squadre bisognerebbe averne due, sono quelli che fanno la differenza nel calcio".

È davvero diverso fare il c.t. e l'allenatore?
"Mi hanno sempre abituato che devo trovare la soluzione, che quando vado a parlare a Coverciano a quelli che diventano allenatori mi dicono 'non ho i cinesini', questo o altro, quelle cose l'ho passate anch'io. Tu ci pensi se allenare la nazionale, poi se dici sì devi trovare le soluzioni, Lippi aveva da scegliere su 500 giocatori, io 150, no. Io ho fatto male ma non do le dimissioni perché sono convinto di fare meglio. quando me lo dice allora firmo la risoluzione ma non dò le dimissioni, non lascio perché sono convinto di trovare poi la soluzione, questo poi diventava lungo perché la partita con la Norvegia ha poi complicato le cose".

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Sezione: News / Data: Lun 09 giugno 2025 alle 23:21
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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