A tutto Filip Djuricic. Il calciatore del Sassuolo autore di 2 gol in 4 partite ha parlato ai microfoni di Tuttosport prima del match contro il Torino. Il serbo ha detto la sua sul rapporto con Giampaolo, suo primo allenatore in Italia, sul rapporto con De Zerbi e ha svelato alcuni interessanti retroscena. Ecco le sue dichiarazioni: "L'altro giorno ho chiamato il mio amico Lukic per sapere qualcosa sul Toro. Ovviamente non mi ha detto niente (ride, ndr)".

È un vantaggio o uno svantaggio affrontare un Toro ancora a zero punti?  
"Non lo vedo come un vantaggio, tutt’altro. Come valori, non sono una squadra da zero punti. Penso a Belotti, Verdi, Zaza, Linetty, Lukic... Sono in una brutta situazione, però si risolleveranno presto e hanno le potenzialità per tornare in Europa velocemente. Noi li affrontiamo da ultimi in classifica e sicuramente vorranno rifarsi. Mi aspetto un Torino super motivato".

Voi siete secondi in classifica: teme un po' di rilassamento?
"No, perché al Sassuolo ormai c'è una mentalità consolidata. Sappiamo da dove siamo partiti e abbiamo una identità chiara".  

Come spiegherebbe il calcio di De Zerbi a un bambino?
"Divertimento, divertimento, divertimento. Poi anche coraggio e responsabilità, verso i compagni e la squadra. Con De Zerbi pratichiamo un calcio offensivo, attrattivo, moderno. E anche dettagliato, stile basket. Tutto quello che ci riesce in partita, anche il mio gol contro il Bologna, non è frutto del caso: sono situazioni su cui abbiamo lavorato in allenamento".

Il suo primo maestro italiano, alla Sampdoria, è stato Giampaolo. Assomiglia a De Zerbi?  
"Sono diversi e, anche se magari non sembra, De Zerbi è più offensivo. Differenti sono soprattutto gli allenamenti: qui al Sassuolo alterniamo palla, possesso, finalizzazioni. Con Giampaolo c’era più tattica".  

Ha capito, a distanza di anni, perché non funzionò con Giampaolo? 
"Mi allenavo bene e, come caratteristiche, pensavo di essere adatto per il suo centrocampo a rombo. Lui mi vedeva come trequartista, ma stavo quasi sempre in panchina. Non rientravo nelle sue idee, sono cose che succedono. Mi è dispiaciuto, anche perché mi piaceva molto la Samp, però non abbiamo mai litigato e tuttora ci salutiamo sempre con grande rispetto. Alla fine, volendo guardare il lato positivo, è stata la mia fortuna".

In che senso?
"Visto che nella Samp non giocavo, poi sono andato in prestito al Benevento e lì ho conosciuto De Zerbi".

Quest’anno è partito segnando con continuità (2 gol in 4 partite): è cambiato qualcosa in lei?  
"
Magari 3-4 anni fa, quando ero più giovane, ero anche più istintivo. Ma adesso ho 28 anni, sono felice, ho due bambini e sono in attesa del terzo, per cui il mio unico pensiero è vincere e allungare il momento d’oro del Sassuolo. Certo, un gol al Toro mi manca e spero di realizzarlo stavolta. Ho segnato contro quasi tutte le squadre di maggiore tradizione: Juve, Inter, Milan, Roma. In teoria pure il Napoli, ma il Var mi ha annullato entrambi i gol (risata)".

Gode di più per un gol o per un assist?  
"Devo segnare di più, De Zerbi mi ha detto che devo passare da 5 a 10 gol a campionato. Ha ragione, però io tra un gol e un assist, godo di più per il secondo. Per quello sono tanto amico di Caputo. “Ciccio” non lo cambierei con nessuno".

Nemmeno con Belotti?
"Il Gallo è uno degli attaccanti italiani più forti assieme a Immobile e Caputo. Belotti è una sicurezza, nel Toro va sempre in doppia cifra e anche per questo sarei curioso di vedere quanto potrebbe segnare in un top club superiore ai granata. Ma sono convinto che anche a Sassuolo farebbe più gol: Caputo ne ha fatti 21, Berardi 15. Detto questo mi tengo stretto Ciccio, non lo cambierei nemmeno con Cristiano Ronaldo. E' un fratello maggiore, un leader".

Ci racconta un aneddoto su Caputo?
"L'altro giorno ha regalato a noi un'edizione limitata della sua Birra Pagnotta, bottiglie personalizzate con nome e numero. Io non bevo mai ma stavolta ho fatto uno strappo alla regola".

Mihajlovic?
"Ci siamo salutati prima della partita, dopo la gara ho evitato di cercarlo perché conoscendolo bene ho pensato fosse arrabbiato. E' una persona straordinaria, sarà sempre nel mio cuore: mi ha fatto debuttare nella Serbia. Se De Zerbi lo metto al primo posto, Sinisa lo metto subito dopo".

E al terzo posto?
"Van Basten. Ho avuto la fortuna di averlo all'Heerenveen, per me che da bambino tifavo Milan è stato il massimo. Ho avuto anche altri grandi allenatori come Advocaat, Jorge Jesus, Koeman, però che emozione andare in campo con Van Basten. Penso spesso a questa frase che mi ripeteva in Olanda: 'Filip, la palla più importante è la prossima. Pensa a segnare il prossimo gol, così nessuno si ricorderà dei due che hai sbagliato prima'".

Dopo aver girato mezza Europa, se chiude e gli occhi e sogna, in quale club si immagina in futuro?
"Il mio club del cuore sarà sempre la Stella Rossa ma lo dico sinceramente: a Sassuolo sto benissimo. Qui ho trovato una società super organizzata, con un progetto ambizioso e idee chiare. Sono partiti dalla C2 e passo dopo passo stanno raggiungendo tutti gli obiettivi che si sono preposti. Non so se fra due o quindici anni, ma vedrete che il Sassuolo arriverà anche in Champions come l'Atalanta. Speriamo di fare in fretta, così magari ci sarò anch'io. Ho già giocato e segnato nell'Europa che conta ai tempi del Benfica, ma col Sassuolo sarebbe davvero speciale".

Sezione: News / Data: Gio 22 ottobre 2020 alle 11:18
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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