Luciano Carlino, ex talent scout del Sassuolo, nonché uno degli scopritori di Domenico Berardi, ha commentato ai microfoni di ViaEmiliaNews.com, il rinnovo di Domenico con il club neroverde fino al 2024 e ha parlato anche di molti altri aspetti, come ad esempio la sua crescita, l'esser diventato bandiera neroverde e non solo: "Domenico è il presente e il futuro del club emiliano. Anche se a rappresentare il futuro forse è più Raspadori, classe 2000 che ho avuto la fortuna di conoscere e su cui nutro grandi aspettative".

Squinzi amava particolarmente Berardi: il suo sogno era quello di vederlo bandiera del club.
"Alla fine credo che il rinnovo vada in quella direzione".

Lei come lo ha scoperto?
"Era un periodo in cui si cercava di migliorare tutte le squadre, quindi si tenevano le antenne ben dritte. Lui capitò per caso a giocare una partita di calcetto con la mia ex squadra di calcetto, in cui militava pure suo fratello. Uno dei miei amici, Pasquale Di Lillo, mi parlò subito di lui, mi disse che il ragazzo meritava attenzione".

E lei?
"Io ci ho pensato un po' e ho preso dei rischi, perché non lo avevo mai visto: parlai col direttore di allora, Gianni Soli, che credo abbia fatto un po' la storia del Sassuolo, e non solo del Settore Giovanile. Diciamo che io ho fatto sì che il talento incontrasse l'opportunità, ma il direttore ha dato la spinta decisiva, prendendolo. Dopo questa partita, contattai Domenico e lo portai direttamente a fare un allenamento: è stato l'unico giocatore che ho portato mai a fare allenamento, quindi secondo me il caso c'entra poco".

Al direttore piacque subito?
"Assolutamente sì. Dopo l'allenamento, si avvicinò, si appoggiò alla rete e mi disse in dialetto: 'Guarda, l'è il più bon' (ride, ndr). Tutto ciò, dopo solo un quarto d'ora. Chiunque l'abbia visto nel Settore Giovanile, ha sempre capito che si trattasse di un giocatore con una marcia in più, che sarebbe arrivato".

L'impressione, però, è che gli manchi sempre qualcosina per arrivare al livello dei top player.
"L'impressione è che lui si accontenti di quello che ha. Pensavo fosse molto più competitivo e che desiderasse crescere sempre più, e invece evidentemente sta troppo bene in Emilia, Sassuolo è la sua dimensione. Questa è una sua scelta, non gli si può dire assolutamente nulla, anche perché la società neroverde è molto ben organizzata e ha grandi ambizioni".

Secondo lei è un limite?
"Non lo definirei un limite, anzi è una capacità di sapersi accontentare. A volte ci sono dei giocatori che fanno il passo più lungo della gamba, e che finiscono per stare peggio. Lui ha avuto la freddezza per capire ciò che è meglio per lui".

A suo parere, Berardi andrà agli Europei?
"Io spero di sì, confido molto nella classe 1994 a livello nazionale: lui, Bernardeschi, Benassi e tutti gli altri 1994 di talento possono fare benissimo. Mi auguro che Domenico possa essere tra i protagonisti di questa avventura".

L'inizio di stagione del Sassuolo non è stato dei migliori. Alla fine riuscirà a salvarsi?
"Il Sassuolo ha giocatori di qualità. Ciò che manca rispetto al passato è un'anima persistente".

Si spieghi meglio.
"Il fatto di inserire costantemente nuovi giocatori, molti dei quali stranieri, alla fine si paga in termini di tempo. In ogni caso, pian piano, le qualità verranno fuori: del resto l'allenatore è molto bravo, riesce a dare un'impronta alla squadra. A mio parere il Sassuolo farà un campionato appena fuori dalla zona salvezza, perché comunque è partito molto in ritardo. Ci vorrà un po', ma ce la farà".

Sezione: News / Data: Ven 25 ottobre 2019 alle 16:05
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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