Il Sassuolo è reduce dalla sconfitta interna con la Lazio. Brutta prova, pessimo primo tempo. Dionisi lo ha definito il peggiore di quest’anno, anche peggio del secondo tempo di Frosinone. Ne abbiamo parlato, di questo ma anche di tante altre cose, con Marco Piccioni, bandiera neroverde che ha indossato la maglia del Sassuolo dal 2004 al 2012, collezionando la presenza di 222 presenze. All'ex calciatore abbiamo chiesto come ha visto la partita e il perché di questi blackout: "Succede spesso però di solito gli succede con squadre meno blasonati, infatti sono rimasto sorpreso dalla partita con la Lazio perché la Lazio è una squadra forte, fa la Champions League, e queste partite le affronta solitamente in maniera diversa. Probabilmente i blackout che questa squadra ha durante le sfide magari non di cartello è perché è una squadra abbastanza giovane, fa fatica a mantenere l'attenzione sempre".
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Ruan Tressoldi ha commesso ancora una volta degli errori determinanti. Al momento della sostituzione lo stadio ha applaudito. Che consiglio senti di dargli?
"Bisogna avere sempre l'attenzione massima, è la cosa che manca un pochino ai difensori del Sassuolo, tenendo fuori Ferrari che è un difensore d'esperienza e riesce a fare più partite con la stessa attenzione. Deve lavorare sulla mentalità, sull'applicazione mentale perché le qualità fisiche e tecniche le ha tutte. Dispiace che lo stadio abbia applaudito la sostituzione, perché è un ragazzo e ha bisogno di sostegno da parte di tutti, in un momento di crescita. Ha bisogno che qualcuno lo sostenga di più e i primi devono essere i difensori".
Perché la difesa continua a non migliorare? Questione di uomini, di caratteristiche, di reparto?
"Questione di come vuole impostare la squadra il mister che ha visto che con qualche attaccante in più si riesce a essere pericolosi, probabilmente cambiando qualche posizione la pericolosità viene un pochino meno, avrà messo le carte in tavola e avrà pensato che preferisce essere più pericoloso a livello offensivo e prendere qualche gol in più piuttosto che non farli, perché alla fine la squadra i suoi gol li fa sempre, ricordiamoci che il Sassuolo ha sempre l'obiettivo della salvezza e di migliorare i giocatori che ha in rosa".
Quest’anno Dionisi ha cambiato modulo, tornando al 4-2-3-1 che si era visto al primo anno, ma la squadra subisce tanto e in 4 gare non ha segnato. Pensi che sia la soluzione giusta per le caratteristiche dei giocatori attualmente in rosa?
"Non ha un play vero e proprio perché anche Obiang rientra sempre da alcuni infortuni. Deve sfruttare le caratteristiche di Bajrami che è un giocatore importante e sull'esterno fa fatica. Per sfruttare il potenziale offensivo credo sia il modulo giusto, poi non è tanto differente dal 4-3-3, basta spostare Bajrami a far la mezzala e cambia poco. I moduli fanno parte del passato ormai, soprattutto in fase difensiva uno può adattarsi all'avversario e non credo sia un problema di modulo quello dei gol presi".
Dionisi ha avuto l’ingrato compito di sostituire uno come De Zerbi. Come giudichi il suo lavoro sin qui?
"Secondo me sta facendo un bel lavoro, sta continuando la tradizione degli allenatori del Sassuolo a partire da Di Francesco in A, con un bel calcio per valorizzare i giocatori. Non tutti gli anni sono uguali. Non scordiamoci che nel giro di due anni il Sassuolo ha perso dei punti di riferimento importanti, uno (Raspadori, ndr) ieri uno ha fatto gol in Champions League, Scamacca è andato all'estero ed è tornato. Ora deve un pochino ricostruire probabilmente sulle spalle di Berardi finché reggerà".
Si è parlato tanto in estate della cessione di Berardi ma alla fine, ancora una volta, è rimasto. Inizialmente ci era rimasto male, poi è tornato in campo e ha fatto 5 gol e tante buone prestazioni. Credevi che fosse arrivata l’estate giusta per l’addio? Ci sono ancora margini secondo te per una cessione o ormai chiuderà la carriera a Sassuolo?
"Ah, questo bisognerebbe chiederlo a lui e alla società. Se conosco il Sassuolo, sicuramente Berardi non lo può regalare, è l'anima della squadra e se qualcuno lo vuole devo pagare. Posso mettermi nei panni delle società che lo vogliono, parliamo di un giocatore di 30 anni, ed è un investimento probabilmente troppo oneroso, però vorrei ricordare a tutte le società che vogliono Berardi, che Berardi credo sia il miglior esterno del campionato e uno dei migliori in Europa, perché è difficile trovare uno con quei numeri lì".
Perché le big non ci hanno mai creduto per davvero?
"Non lo so. Probabilmente il Sassuolo chiede tanti soldi, lui credo abbia perso l'occasione di andare via quando era più giovane per voler rimanere a Sassuolo, poi sicuramente sono delle cose di mercato che io non saprei giudicare. Io per Berardi i soldi li spenderei, forse un pochino meno perché l'investimento per un giocatore di 30 anni è un pochino più difficile".
Torniamo all'attualità. Sabato c’è il derby con il Bologna. Loro sono lanciatissimi, il Sassuolo però non può sbagliare…
"Sì, il Sassuolo negli ultimi anni ha sempre fatto un pochino di alti e bassi, anche l'anno scorso era partito male ma poi ha fatto un buon campionato. Il Bologna è una squadra solida con un allenatore bravo, come lo ha il Sassuolo. Probabilmente ha qualche convinzione in più in questo momento ed è una squadra pericolosa perché prende gol e sanno sempre quello che devono fare. È una partita difficile ma il Sassuolo quando sbaglia una partita poi torna sempre in campo col piglio giusto".
Parlavi di alti e bassi. Cosa manca al Sassuolo per fare il salto di qualità? Dove può arrivare la formazione neroverde quest’anno? Gli ultimi anni l'Europa è sempre stata lontanissima...
"Se mettiamo sul piatto della bilancia quello che spende il Sassuolo e quello che spendono le squadre che vanno in Europa non c'è paragone. In questo momento pensare di andare in Europa con i numeri del Sassuolo è quasi impossibile, credo che dovrebbero fare un miracolo. Bisogna mantenere sempre i piedi per terra, abbassare la testa e lavorare, per raggiungere l'obiettivo minimo che è la salvezza, poi dopo si vedrà ma è difficile perché ci sono squadre che spendono molto di più del Sassuolo. Il club è bravo perché lavora bene con lo scouting, ha i direttori bravi, riesce a trovare sempre qualche talento in giro ma di soldi non ne spende tanti, anzi, ne guadagna".
Il 2 ottobre l’anniversario della scomparsa di Squinzi, ho visto che lo hai ricordato sui social con un bel post, eri molto legato. Che persona era Squinzi? Mi racconti un aneddoto?
"Il Dottore era un visionario, l'ho detto in quel post lì. Lui già parlava dei derby con l'Inter in Serie A quando c'ero io ed eravamo in C2. Alla fine ci è arrivato e ha anche vinto, non l'avrebbe mai pensata nessuno questa cosa! Forse l'ho raccontato più di una volta, quando diventò presidente di Confindustria, e per far capire la sua mentalità, prima di diventare presidente, io da capitano gli feci l'in bocca al lupo e lui mi disse 'capitano non mi faccia l'in bocca al lupo, io ho già vinto'. Lui era già convinto, poteva fare tutto quello che voleva, con la sua mentalità poteva arrivare dove voleva".
Hai conosciuto molto bene Magnanelli, che ha lasciato il Sassuolo dopo 18 anni. È andato alla Juve, qualcuno ci è rimasto male, come giudichi la sua scelta? L'hai sentito ultimamente?
"Ci siamo visti il giorno del suo addio al calcio, una festa bellissima. Io capisco che una piazza ci possa rimanere male ma Magnanelli ha lasciato per un'opportunità abbastanza grande: andare a fare il collaboratore tecnico alla Juventus con Allegri, poteva attirare tutti quanti. Poi bisogna vedere anche che percorso vuole fare, sicuramente voleva fare qualche esperienza diversa, altrimenti sarebbe rimasto. Non credo sia da condannare, anzi".
È un po' come quando una fidanzata ti lascia e ci rimani male perché le volevi bene...
"Infatti capisco la piazza e la società del Sassuolo che possa esserci rimasta male. Ci sta che andando via uno ci rimane male ma se vai a vedere la scelta non è andato in un'altra piazza come quella di Sassuolo, ha comunque pensato alla sua carriera e questa collaborazione potrebbe dargli probabilmente più visione".
Quali sono i tuoi progetti per il futuro? C'è mai stata la possibilità di un ritorno a Sassuolo?
"I miei progetti son quelli di continuare a fare l'allenatore o da primo o da collaboratore, quello che mi porterà il futuro vedremo. Non c'è mai stata purtroppo la possibilità di tornare a Sassuolo, dove tornerei volentieri, forse gli unici amici che ho nel calcio sono lì a Sassuolo e vediamo se in futuro ci sarà questa possibilità, ma per adesso non c'è stata".
Si ringrazia Marco Piccioni per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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