E se anche l'allenatore avversario lo ammette, allora vuol dire che un fondo di verità (forse anche di più) ci deve essere! Mi è capitato di rado di assistere a una conferenza stampa con parole sincere. Raffaele Palladino mi aveva già sorpreso per la sua umiltà, per la sua onestà (oltre che per la sua bravura da allenatore) nella gara di andata e ieri al Mapei Stadium ha confermato le ottime impressioni. Il tecnico del Monza è un personaggio positivo, che fa bene e farà bene al mondo del calcio. Dico la verità: ci vorrebbero più Palladino! Nella conferenza stampa post-gara ha ammesso: "Credo che abbiamo fatto un brutto primo tempo ma soprattutto per meriti del Sassuolo che è una grande squadra, con giocatori forti e di gamba, è allenata anche bene. Bisogna anche guardare in casa degli altri, è una squadra forte che ci ha messo in difficoltà e primo tempo stra-meritato del Sassuolo". Quanti allenatori lo avrebbero ammesso? In tanti si sarebbero arrampicati sugli specchi, lui non lo ha fatto, andando oltre ogni 'logica' del mondo del calcio. Chapeau!

E in effetti il Sassuolo nel primo tempo ha messo sotto il Monza, che ci ha capito poco e nulla. I neroverdi hanno trovato il vantaggio solo in pieno recupero ma forse avrebbero meritato di chiudere la prima frazione di gara almeno con un doppio vantaggio. Purtroppo però la grande mole di gioco non è stata trasformata in qualcosa di concreto per l'imprecisione dei giocatori neroverdi. A fine primo tempo le sensazioni erano positive ed era difficile immaginare una reazione così forte del Monza. Bravo Dionisi per la prima ora di gioco perché ha incartato il Monza. Bravo Palladino per l'ultima mezz'ora perché con tre cambi ha stravolto il Monza, ha incartato il Sassuolo (i cambi neroverdi, a differenza di quelli brianzoli, non hanno inciso) e ha ribaltato la gara, trovando l'1-1 in parità numerica, e sfruttando la superiorità per l'ennesima ingenuità di Ruan Tressoldi, alla seconda espulsione stagionale (ora abbiamo capito perché Simone Inzaghi va in panico non appena vede un proprio calciatore con un cartellino giallo sul groppone). Col senno del poi chiaramente, forse si poteva sostituire il brasiliano, reduce già da una brutta prova con l'Inter una settimana fa. Col senno del poi, appunto.

Il Sassuolo ha giocato bene, per larghi tratti ha dominato, ma ha perso 2-1. È un paradosso. Sembra quasi la storia della partita di "Tre Uomini e una gamba", film cult di Aldo, Giovanni e Giacomo del 1997. "Ti ricordi la rovesciata? E Marina che ha parato il rigore?" Tutto bello, ma come abbiamo fatto a perdere 10-3 (2-1 nel caso del Sassuolo)? Su questo dovrà lavorare Dionisi, ormai prossimo al rinnovo biennale con il Sassuolo. Il tecnico ieri, con orgoglio, ha rivendicato l'ottima prima ora di gioco dei suoi ma ha lanciato anche, tra le righe, un messaggio alla società: "Ci manca esperienza, che si può fare solo giocando. Tanti sono al primo anno in Serie A da titolari". Ecco, volendo leggere, appunto, tra le righe, l'allenatore manda un messaggio al club in vista dell'anno prossimo: ok i giovani, ma fino a un certo punto. Specie se si vuole provare a lottare per la zona sinistra della classifica. E il tecnico lo ha dimostrato anche nelle scelte, qual è il suo pensiero: Laurienté, classe '98, con 100 presenze e più in Ligue 1, sempre titolare; Alvarez e Thorstvedt, per fare due esempi, praticamente schierati con il contagocce. Capito Carnevali?

Tre uomini e una gamba
Sezione: Editoriali / Data: Sab 20 maggio 2023 alle 11:45
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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