Tonelli (lo cito perché non voglio prendermi meriti altrui), un operatore che ha anche il tesserino da giornalista, ha coniato forse la definizione migliore per il Sassuolo. Ieri, al termine della partita con il Monza e al termine delle conferenze stampa, mentre stava andando via, si è tolto le cuffie (stava ascoltando 90° minuto e ci aggiornava sul risultato di Fiorentina-Cagliari), e salutandomi mi ha detto: "Non c'è niente da fare, il Sassuolo è come Robin Hood: ruba ai ricchi per dare ai poveri". Fine. Potrei già chiudere qui l'editoriale perché ritengo che questa sia davvero una metafora perfetta per raccontare quello che è stato in questi anni e quello che ancora continua a essere il Sassuolo: grande con le grandi, piccolo con le piccole. E ne abbiamo avuto (l'ennesima) dimostrazione anche in questi ultimi 10 giorni con i 6 punti conquistati contro Juventus e Inter e poi il tonfo interno di ieri contro il Monza, formazione di tutto rispetto e che resta un tabù dei neroverdi e di mister Dionisi, ma sulla carta nettamente alla portata del Sassuolo.

Peccato, perché una vittoria avrebbe potuto proiettare i neroverdi al settimo posto in classifica. Non cambio idea, per il sottoscritto questa squadra non è da Europa, ma è sempre meglio trovarsi a quota 12 dopo 7 giornate che a 9, ça va sans dire. E l'approccio stavolta non è stato sbagliato perché la prima occasione è stata di marca neroverde, poi è uscito fuori il Monza, ma nella seconda parte del primo tempo c'è stato solo Sassuolo, che avrebbe meritato di chiudere in vantaggio di un gol se non fosse stato per (l'ennesimo) errore sotto porta di Armand Laurienté, che in questo avvio di stagione deve aggiustare ancora la mira. Va bene spaccare la porta Armand, ma come recitava un famoso claim di una storica pubblicità: "la potenza è nulla senza il controllo".

Vi racconto un altro aneddoto di ieri. Prima della gara ho incontrato l'amico Alberto e scherzando, ma non troppo, gli ho detto: "Già si sa: due vittorie con Juve e Inter e oggi sconfitta con il Monza, non mi meraviglierebbe troppo". Così è stato. E così è, (se vi pare), perché Colombo non ha scoperto nulla di nuovo (una teoria parla dei vichinghi come scopritori dell'America) e in questo caso, Lorenzo, non ha scoperto nulla di nuovo sul fronte Sassuolo perché questa è la storia neroverde. Ricordate Robin Hood di cui sopra? Si parla sempre di ambiente particolare a Sassuolo e probabilmente tutto questo ha innescato uno strano meccanismo. Il Sassuolo è un club vetrina: mette in vetrina i propri gioielli e quale occasione migliore per mettere in mostra i pezzi migliori se non nelle partite con Juventus, Inter, Milan, ecc ecc? Si è parlato per una settimana del Sassuolo. Oggi, anche in caso di vittoria contro il Monza, l'interesse (a livello nazionale) sarebbe stato pari allo zero. E questo non fa bene alla squadra, che dovrebbe avere sempre le giuste motivazioni, che ci sia di fronte il Monza o l'Inter. Ma è una storia, come detto, che si ripete ormai da troppo tempo e Dionisi, nonostante si stia battendo tantissimo proprio sotto questo aspetto, sin qui non è riuscito a cambiare la mentalità a questa squadra, anche inserendo tanti nuovi interpreti.

A proposito di interpreti. Ieri il tecnico ha schierato Thorstvedt dal 1' minuto, sostanzialmente questo è stato l'unico cambio di formazione, se si esclude quello forzato di Ruan con Viti, visto l'infortunio di quest'ultimo. Il norvegese, schierato da trequartista, aveva disputato un buon primo tempo ma è stato sostituito all'intervallo. La squadra nella ripresa, forse anche per colpa della stanchezza, non è riuscita a ripetere quanto di buono fatto nella prima frazione. E il cambio Thorstvedt-Bajrami sotto certi aspetti non ha aiutato (ero perplesso sin dal momento della sostituzione). È vero che il norvegese non ha né il passo né le caratteristiche tecniche per giocare da trequartista ma è altrettanto vero che il ruolo del trequartista non è quello di 20 anni fa, quando c'erano i vari Baggio, Zola, Rui Costa, ecc ecc, ormai è diventato un ruolo estremamente tattico e, stavolta, Kristian lo aveva interpretato nella maniera giusta. Personalmente, il cambio di ieri, già al 46' non l'ho capito tanto (bene però nella gestione dei cambi perché non si è fatto prendere dalla foga e dopo l'infortunio di Ruan si è tenuto un ultimo cambio per il finale e ha potuto sostituire l'infortunato Matheus Henrique, crampi per lui, con Castillejo, altrimenti il Sassuolo avrebbe chiuso in 10). Ma io non sono un allenatore e non sono nemmeno l'allenatore del mese di settembre. A proposito, complimenti sinceri a mister Dionisi per questo bel premio, stra-meritato!

Sezione: Editoriali / Data: Mar 03 ottobre 2023 alle 11:44
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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