Stefano Piccinini ha già 'assaggiato' la Serie A e le sensazioni della prima squadra. Per circa un anno e mezzo ha fatto la spola tra Primavera e prima squadra, giocando da titolare in Sassuolo-Perugia di Coppa Italia con De Zerbi ed entrando in campo nel finale di Sassuolo-Udinese in Serie A (il suo esordio). Due date magiche che legano indissolubilmente il promettente difensore ai colori neroverdi. Stefano in estate ha scelto di andare a giocare con continuità. Ha scelto di misurarsi con i grandi e ora è uno dei titolarissimi della Vis Pesaro in C1. Il difensore ha raccontato la sua scelta in esclusiva ai microfoni di SassuoloNews.net. Sembra avere la testa sulle spalle (aspetto importante) e non parla in maniera banale. Il Sassuolo osserva la sua crescita con la speranza, per Stefano, di trovare presto un posto fisso in prima squadra. Ecco le sue dichiarazioni.
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Prima esperienza tra i pro: 31 presenze tra campionato e Coppa Italia, sei uno degli Under con maggiore minutaggio. Come giudichi sin qui la tua esperienza con la Vis Pesaro?
"Esperienza molto positiva, come si può anche denotare dalle presenze e dai minuti. Devo ringraziare anche il mister perché mi ha dato la possibilità di giocare in un gruppo coeso e 'over' perché abbiamo tanti ragazzi d'esperienza. Mancano 5 gare per noi fondamentali e dobbiamo mantenere la zona playoff".
Hai giocato sia da centrale che da esterno destro. Dove ti senti più a tuo agio? Vedi un futuro per te sulla fascia?
"Io ho ricoperto vari ruoli quest'anno: ho fatto il perno dei tre, il braccetto di destra e anche il quinto. Io nasco come difensore e nei tre probabilmente è il ruolo più adatto ma non disprezzo nemmeno le 10 presenze fatte da quinto perché mi hanno aiutato a migliorare e a crescere anche nella rapidità e nella velocità che sono le caratteristiche che più mi mancano, mi hanno fatto vedere il calcio da una prospettiva diversa, mi sono dovuto subito adattare ed è stata un'esperienza molto formativa, soprattutto in giovane età e in questa categoria".
Qual è la cosa più importante che hai imparato quest’anno e che sicuramente ti servirà nelle tue prossime esperienze?
"La cosa più importante sicuramente è stare in uno spogliatoio di grandi. Giocare di fianco a Gavazzi, che è il nostro capitano, e rapportarmi con altri giocatori d'esperienza. Leggere le situazioni in campo, sapere quando non rischiare o rischiare la giocata, queste cose qui sicuramente me le porto dietro".
Hai lasciato il campionato Primavera per fare un salto tra i professionisti. Quali sono le principali differenze tra questi due mondi? E quali sono le similitudini, se ci sono?
"Sicuramente lo spogliatoio: essere forse il più esperto in Primavera diventi quello con meno esperienza in C. Un'altra differenza è il peso delle partite, dei punti: qui una giornata a volte conta 6 punti mentre in Primavera a volte non spostava più di tanto vincere una gara. Similitudini probabilmente ci sono, meno rispetto alle differenze perché il salto è molto grande, ma non riesco a trovarne in questo momento".
Eri uno dei più promettenti del settore giovanile, hai esordito in A. Hai lasciato il Sassuolo, forse un po’ a sorpresa. Hai scelto tu di andare via per giocare con continuità? Ci racconti com’è andata?
"Ho scelto io di andare via, l'ho chiesto personalmente. Sapevo che rimanere lì non mi dava la garanzia di stare in prima squadra perché non ero pronto e avrei fatto probabilmente la spola tra prima squadra e Primavera per due anni da fuori quota, non volevo ripeterlo per il terzo anno. Sentivo il bisogno di affrontare un campionato fra i grandi perché sapevo che avrei avuto più visibilità. Ho deciso personalmente di andare via e credo che la scelta sia stata più che giusta".
4 dicembre 2019 e 2 agosto 2020, l’esordio in prima squadra in Coppa Italia contro il Perugia e poi l’esordio in A con l’Udinese. Le tue sensazioni.
"Il 4 dicembre è l'esordio assoluto, tra l'altro da titolare. Grandi emozioni, ho ancora i ricordi bene impressi, così come il 2 agosto, l'esordio in Serie A che lo percepivo ma non me l'aspettavo, è stata più una sorpresa e l'emozione era tanta. Sono ricordi ancora ben impressi nella mia mente e spero che mi rimarranno per tanto tempo ma non si vive di ricordi e dovremo aggiornali continuamente, sono già passati 2 anni, è troppo tempo".
Hai lavorato tanto con la prima squadra neroverde. Che gruppo hai trovato? Quali consigli ti hanno dato?
"Ho lavorato per 2 anni, 2019/2020 e 2020/2021 con la prima squadra e ho trovato un gruppo forte ed esperto. Ho trovato Magnanelli, che era tra i più esperti, c'era Consigli. Io ho legato tantissimo con Marlon che poi è andato allo Shakhtar, ma anche lo stesso Ferrari che era compagno di reparto e ho appreso tantissime cose, il più possibile. Di questo spogliatoio mi è rimasta la competitività e la voglia di raggiungere sempre nuovi obiettivi perché ho passato due stagioni con il Sassuolo ad alti livelli, e lo è ancora, e c'era sempre la voglia di raggiungere qualcosa di importante e ambizioso".
E De Zerbi invece? Quanto è stato importante per te?
"A volte non ho le parole per descriverlo, non saprei davvero definirlo. È stato più di un allenatore, un protettore, mi ha sempre voluto bene e mi ha tenuto sotto la propria ala. Anche quando era meno scontato che potesse valorizzarmi lui c'è sempre stato e mi ha sempre dato delle opportunità e non sono cose da sottovalutare. Io ero molto giovane e lui mi ha lasciato tantissimo dal punto di vista umano e anche dal punto di vista tecnico-tattico perché è un fenomeno".
In Italia i giovani trovano sempre poco spazio nei massimi livelli. Perché secondo te?
"In Italia la mentalità è sbagliata perché probabilmente si ha paura di gettare nella mischia qualche giocatore e di bruciarlo quando in realtà proteggendolo e dandogli più possibilità, senza crocifiggerlo al primo errore. Negli ultimi mesi comunque alcuni giovani, anche della mia età, stanno trovando delle presenze mentre questo all'estero non è un problema".
Avevi un idolo da ragazzino? Chi era?
"Un idolo ben preciso no. Io ho fatto il centrocampista per tanti anni e mi ha sempre fatto impazzire il duo Iniesta-Xavi e poi Pirlo è stato un grandissimo centrocampista. Dietro invece dico Giorgio Chiellini che magari, non avendo quelle qualità tecniche che altri giocatori possono avere, ci arriva sempre o con la testa, col fisico, con l'intelligenza e da tanti anni è uno dei migliori al mondo".
Restando in famiglia, tuo fratello Gabriele è un anno più grande di te ed è stato acquistato dal Pisa. Ora gioca in C nel Fiorenzuola. Dimmi la verità, chi è il più forte tra i due? Che rapporto hai con lui?
"Il più forte è il terzo, il più piccolo, 2008 e gioca nella scuola calcio e mi auguro che sia il più forte. Ho un bellissimo rapporto con Gabriele anche se in questo periodo, giocando tutti e due a calcio, ci vediamo di meno. Io sono di parte quindi dico che il più forte tra me e lui è il terzo, altrimenti lui. Io sono il più scarso".
Il Sassuolo di Dionisi quest’anno è nono in campionato ed è a -6 dalla zona Europa. Mancano 8 giornate al termine della stagione: secondo te l’Europa per i neroverdi è possibile? Come giudichi la loro annata?
"L'annata è sicuramente positiva perché, a parte i tanti giovani che sta facendo crescere, il Sassuolo sta facendo un grande lavoro. Io dico sempre che finché c'è l'aritmetica qualcosa si può fare. Ci sono giocatori in un ottimo stato di forma e che fanno la differenza, bisogna guardare giornata per giornata: ora come ora l'Europa è un sogno ma non è per niente irraggiungibile".
Doppia domanda sul futuro: dove ti vedi l’anno prossimo? E dove ti vedi tra 5 anni?
"L'anno prossimo mi vedo in una squadra che mi faccia giocare più partite possibili. Mentre tra 5 anni...idem".
Chiudiamo come sempre con un giochino, 10 domande a bruciapelo per conoscerti meglio. Risposta secca.
Cristiano Ronaldo o Messi?
"Messi".
Film o serie tv?
"Serie tv".
Pizza o sushi?
"Pizza".
Crescentina o gnocco fritto?
"Gnocco fritto"
Rock o rap?
"Rap".
Bionda o mora?
"Mora".
Mutande o boxer?
"Mutande".
Mare o montagna?
"Mare".
Mercedes o BMW?
"Audi".
Diletta Leotta o Giorgia Rossi?
"Giorgio Rossi".
Si ringraziano Stefano Piccinini e la Vis Pesaro per la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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