Regalo di Capodanno per i lettori di SassuoloNews.net: il direttore Antonio Parrotto ha intervistato Benedetta Orsi, calciatrice del Sassuolo Femminile. Classe 2000, considerata una delle migliori giocatrici non solo tra le neroverdi ma dell'intero panorama calcistico nazionale, con ogni probabilità farà parte molto presto del nuovo ciclo azzurro. Benedetta Orsi è giovane ma ha già accumulato tantissima esperienza, in campo e fuori. Ha iniziato giocando a tennis, poi un tumore benigno la portò a cambiare rotta, scegliendo la via del calcio. Con lei abbiamo parlato degli inizi, del suo ruolo in campo, del rientro dall'infortunio ma anche dell'attualità e della stagione non semplice che sta vivendo la squadra di mister Piovani. Infine, non potevano mancare delle domande sulle voci di mercato e sul futuro...
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Come stai?
"Adesso abbastanza bene, mi sono ripresa completamente dall'infortunio. Sto usando queste due settimane di stop per lavorare su quelle parti che ho dovuto tralasciare perché c'era il campionato e si fa quello che si può per poter ritornare al 100% già da gennaio".
Partiamo dalla fine. Ko con il Milan. Sono passati un po’ di giorni, immagino ne abbiate parlato con il mister: qual è l’analisi, a mente fredda, su quella sconfitta?
"L'analisi più sintetica e quella più giusta secondo me è che abbiamo perso un tempo perché non riuscivamo a capire bene come andare a prenderle, nonostante fossero cose che avevamo provato, e nel secondo tempo abbiamo fatto una partita quasi perfetta, tant'è che abbiamo giocato quasi sempre nella loro metà campo, però non ci sono bastati 45 minuti per riprenderla".
Si può parlare di un ko che non scalfisce i progressi ma che segna il destino? Cioè, la squadra sembra aver intrapreso la giusta rotta ma dovrà lottare, probabilmente, per la salvezza.
"Sì, forse è una sconfitta un po' meno amara rispetto alle altre perché c'è stata una gran prestazione. Dobbiamo continuare a ragionare partita dopo partita senza pensare a un obiettivo ben preciso, si gioca per la salvezza ma se riuscissimo a fare qualcosa in più non sarebbe ovviamente da buttare".
Quest’anno all’inizio tanti problemi per il Sassuolo: le tante nuove arrivate, la tua assenza e quella di Tomaselli per infortunio. Perché è stato così difficile per la squadra?
"È stato difficile perché ci sono state tante ragazze nuove, tante straniere e anche il fattore lingua incide, e anche il fatto che le 'vecchie' non fossero disponibili in campo ha reso le cose più difficili. È normale che si può sempre dare un consiglio, cercare di spiegare l'idea del mister, ma farlo da fuori, farlo da dentro è totalmente differente e probabilmente il nostro problema più grande all'inizio è stato l'incapacità di conoscerci. Abbiamo cercato di iniziare a capire nel miglior modo possibile quali fossero le caratteristiche non solo di campo ma anche caratteriali e poi da lì è partita la nostra stagione".
A proposito della tua assenza. Sei stata fuori 9 mesi per infortunio. Qual è stato il momento più difficile?
"Il momento più difficile forse è stato quest'estate. Ero praticamente nel clou del recupero, era difficile perché sono rimasta qui ad allenarmi da sola e sapevo che mancava un mese e mezzo-due prima che potessero arrivare le mie compagne, sapere che le compagne sono in campo mentre tu sei in palestra ti fa sentire meno sola, ti fa pesare un po' meno il lavoro che stai facendo, però ho sempre fatto tutto con grande entusiasmo, ma un momento particolarmente complicato non c'è stato".
Parliamo degli inizi. Giocavi a tennis, poi…
"Ho iniziato a giocare a tennis, l'ho praticato per circa 6-7 anni e a causa di un problema fisico, un'operazione, avrei potuto continuare in modo abbastanza limitato e mi sono buttata poi su quello che è sempre stata la mia passione e da lì è partita la mia carriera".
Restando sul campo. Tu hai fatto tanti ruoli nella tua giovane carriera, qual è quello che senti più tuo?
"Quello che sto facendo adesso, centrale di difesa. Son partita dall'attacco, ho fatto tutti i ruoli esterni, fascia alta, terzino, ho fatto anche la mezz'ala ma penso di rendere al meglio dove sto giocando tutt'ora".
Tu sei anche testimonial di Generazione S insieme a Giacomo Raspadori, ora al Napoli...
"Mi è stato innanzitutto presentato e spiegato perché non era nelle mie conoscenze all'inizio. Siamo stati scelti insieme io e Raspadori perché abbiamo avuto più o meno lo stesso percorso di crescita qui a Sassuolo. Lui è partito dalle giovanili, io dalla B, siamo cresciuti e siamo l'esempio più lampante di come un qualsiasi ragazzo o ragazzina possa arrivare ad ottenere risultati come quelli che abbiamo noi oggi".
Sei a Sassuolo da tanti anni. Come si è evoluto questo club secondo te?
"È cominciato come un altro club, è subentrato quando eravamo ancora Reggiana. Agli inizi ovviamente c'era bisogno di tempo perché il calcio femminile è diverso rispetto a quello maschile, tante cose che per i maschi sono scontate per noi erano novità, è subentrato in punta di piedi nel senso che non è mai andato oltre, ha sempre proposto tutto pian piano e ci ha permesso di crescere e di abituarci a qualcosa di nuovo e negli ultimi anni sta investendo tanto anche perché abbiamo ottenuto risultati che non erano previsti, come il campionato dell'anno scorso, e dunque è normale che poi cerchi di puntare sempre più in alto".
Negli anni hai avuto tante compagne di squadra forti: qual è stata sin qui quella più forte?
"Ho avuto tante compagne forti. Da noi a Sassuolo non c'è mai stata quella ragazza che singolarmente potesse risolvere da sola la gara, che ti facesse dire 'è la più forte', siamo sempre stati un grande gruppo. Bugeja? È stata un fenomeno per la sua età, a 16 anni era puro talento, ma ce ne sono state tante altre come Cantore, Sabatino, Cantore, Lenzini, per me Parisi ad esempio è stata fondamentale, tutte hanno dato il loro contributo che unito a quello delle altre ragazze ha portato poi ad ottenere i risultati".
Che rapporto hai invece con mister Piovani?
"Conosco mister Piovani da 5 anni, ho un rapporto libero, aperto. Ovviamente è il mio mister c'è rispetto ma c'è anche un rapporto di amicizia perché mi ha cresciuta, lavoriamo insieme da tanto tempo ed è bello confrontarsi perché entrambi abbiamo vissuto i primi tempi del Sassuolo e a oggi sono stati fatti tanti passi in avanti".
Sei stata una delle tre azzurre insieme a Federica Cafferata e ad Elisa Polli ad aver esordito in Nazionale nel 2022. Ci racconti le emozioni di quei giorni?
"Sono stati giorni abbastanza strani perché fondamentalmente non stavo capendo quello che stava succedendo, me la sono vissuta tranquillamente, probabilmente non ero consapevole di quello che stava accadendo. È stato un orgoglio! Ho esordito in uno dei tornei più prestigiosi ma non ho subito quell'ansia o quella paura che forse avrei dovuto avere perché le mie compagne mi hanno fatto sentire parte del gruppo e dunque è stato più facile del previsto: mi sono goduta il momento".
Cosa pensi del cammino dell’Italia? Dopo l’exploit al Mondiale, c’è stata la delusione all’Europeo, poi una nuova qualificazione al Mondiale.
"Secondo me è un cammino che va di pari passo con il campionato. Ci sono tanti cambiamenti, ci sono risultati un po' strani. È un movimento in crescita che si sta sviluppando ed è normale che ci siano alti e bassi. Ci sono tante giovani da inserire, ci sono tante ragazze d'esperienza che possono far crescere queste giovani, è sempre una questione di conoscenza: bisogna gettare delle basi, amalgamarsi, e poi da lì iniziare un percorso di crescita lineare".
Quest’anno è arrivato il professionismo: cos’è cambiato davvero, in concreto, per voi?
"In concreto è cambiato il riconoscimento perché prima non eravamo professioniste, eravamo dilettanti, non avevamo contributi, e sappiamo che quello che stiamo facendo adesso è qualcosa di concreto, non solo a parole".
Sei una delle calciatrici più promettenti. Si è parlato per te di un interesse della Juventus. Ti lusinga, non ti interessa, non ci pensi…
"Non ci penso, quello che sarà non lo posso sapere e non lo voglio sapere, penso al presente qua".
Doppia domanda sul futuro: dove ti vedi l’anno prossimo e dove ti vedi tra 5 anni?
"Non c'è un luogo in cui mi veda l'anno prossimo, spero di ritornare ad avere la sicurezza che avevo prima dell'infortunio e di star bene come prima. Tra 5 anni la stessa cosa, spero di vedermi cambiata e maturata, il luogo è l'incognita più incognita ma penso sia quello che abbia meno valore di tutti".
Si ringraziano Benedetta Orsi e l'ufficio stampa neroverde per la disponibilità.
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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