Regalo di Natale per i lettori di SassuoloNews.net: il direttore Antonio Parrotto ha intervistato mister Gianpiero Piovani, tecnico del Sassuolo Femminile. Mai banale. Non ama lo zero a zero, in campo e fuori. Schietto, sincero e senza peli sulla lingua, l'allenatore delle neroverdi si è raccontato in esclusiva parlando dell'ultima e immeritata sconfitta contro il Milan, dell'annata della sua squadra, del mercato, del futuro, della crescita del calcio femminile e di tanto altro ancora. Ecco le dichiarazioni di Piovani.
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Partiamo dall’ultima gara. Avrà rivisto e analizzato la partita con il Milan. A mente fredda, crede ancora che quella contro le rossonere sia stata una sconfitta immeritata?
"Assolutamente sì, soprattutto dopo averla rivista e dopo aver visto dei dati che ho fatto presente alle ragazze e sono significati nel senso che il 71% del possesso palla lo abbiamo avuto noi, noi abbiamo fatto 8 tiri in porta contro i 2 del Milan, abbiamo avuto il predominio nella fase difensiva e nella costruzione, il nostro portiere, ruotando Kresche, Lonni e Lauria, è il migliore della Serie A per quanto riguarda il tocco di palla con i piedi perché con le mani sarebbe molto preoccupante. Questi sono dati significativi e ho detto alle ragazze che con questi dati dobbiamo continuare la nostra striscia, dobbiamo continuare a lavorare perché siamo una squadra giovane e nuova e i miglioramenti si vedono nonostante la sconfitta con il Milan, io sto vedendo miglioramenti incredibili da parte di queste ragazze".
Si può parlare di un ko che non scalfisce i progressi ma che segna il destino? Cioè, la squadra sembra aver intrapreso la giusta rotta ma dovrà lottare, probabilmente, per la salvezza.
"Sì, è quello che abbiamo detto dopo la partita con il Milan: se riuscivamo a fare bottino pieno andavamo a 3 punti dal Milan e potevamo riaprire i giochi, così sei andato a 9 punti e in linea di massima si sa già che le 5 davanti giocheranno per i playoff e le altre per i playout. Dispiace perché abbiamo perso punti per strada e lo sappiamo ma ripeto, queste ragazze stanno dando il massimo, è normale che quando cambi tanto ci siano degli alti e bassi, dobbiamo lavorare per tenere medio-alta l'asticella, non avere dei bassi di picco perché per noi sarebbe deleterio, per la classifica, perché negli ultimi 3 anni eravamo abituati a giocare per le prime 3-4 posizioni, ora dobbiamo abituarci a giocare per la salvezza".
Come definirebbe questa annata del Sassuolo Femminile: di transizione, di ripartenza?
"Un anno di passaggio dove dobbiamo continuare a crescere perché ci sono tantissime giocatrici nuove, lo ripeterò all'infinito. Credo sia un punto di partenza per poter lavorare, quello che abbiamo fatto 3 anni fa dove si era creato un gruppo che abbiamo portato avanti nel tempo e dove si sono tenuti dei risultati, dobbiamo farlo anche adesso. Soffrivamo prima, dopo abbiamo visto il bello, ora siamo in mezzo al brutto ma dobbiamo lavorare per ritornare a vedere il bello e queste ragazze lo stanno facendo con la massima dedizione e piano piano si sta vedendo".
Sempre contro il Milan, c’erano in campo nella formazione titolare solo 4 nuovi acquisti. Le faccio una domanda cattivella: questo può essere visto come un segnale del fatto che il mercato fatto quest’anno non le sia piaciuto al 100%?
"Io ho poco a che fare con il mercato, dico al direttore di lavorare, di portarmi delle giocatrici con determinate caratteristiche e io ci lavoro. È normale che nell'anno dell'avvento del professionismo si è cambiato un po' troppo, un po' perché lo abbiamo voluto noi, un po' perché altre giocatrici hanno provato esperienze diverse, dove le società non dico che sono più ambiziose di noi ma per provare un'avventura diversa. Io lavoro con le giocatrici che la società mi mette a disposizione e cerco di farle rendere al massimo. È normale che quando ti viene a mancare qualcosa devi inventarti qualcosa, l'allenatore diventa bravo anche in quello, quando vedi che ti manca qualcosa e cerchi di inventarti una giocatrice, in base alle caratteristiche, in determinati ruoli, vedi Pondini che in certe situazioni ha fatto il quinto".
Le tre titolari erano Pleidrup, Jane e Goldoni: le chiedo un aggettivo per descriverle e cosa stanno dando alla squadra questi tre nuovi acquisti.
"Stanno dando tanto, stanno dando soprattutto qualità nelle giocate e stanno dando tanto a livello esterno perché le ragazze che sono con me da più anni le stanno coinvolgendo, loro si stanno ambientando bene a livello di campo ma soprattutto a livello esterno e a me interessaq quello, quando c'è empatia poi si porta in campo ed è fondamentale per la nostra crescita".
Sempre a proposito di mercato, a gennaio cosa farete? Bragonzi va via. Serve un centravanti e serve anche qualche ricambio sugli esterni visto il passaggio al modulo con la difesa a 3? Cosa ha chiesto alla società?
"Credo che la società si sia accorta da sola dove noi abbiamo bisogno di lavorare, dovrebbero arrivare 3 giocatrici che ci diano una mano, non tre giocatrici di contorno, altrimenti è giusto portare avanti le giocatrici della Primavera che stanno facendo bene quando vengono ad allenarsi con noi e avranno la loro gioia di esordire con noi come ha fatto Sciabica, come hanno fatto Mak e Da Canal in passato. Piano piano dobbiamo inserire le giovani che meritano, questa è la filosofia della società. Io se vedo una giovane forte non la lascio fuori, la faccio giocare, ma devono giocare tre giocatrici, vista la giovane età della squadra, una di contorno e un paio d'esperienza che sappiano darci una mano in campo e fuori".
Dove può arrivare Sciabica, classe 2006, che ha esordito quest'anno in A?
"Non voglio parlare troppo presto ma è una ragazza di grande umiltà, vogliosa di apprendere e di lavorare con le compagne che l'hanno presa benissimo, perché è umile, giocherellona ed è molto importante nell'approccio con una prima squadra e lei si è ritagliata questa possibilità e la sta sfruttando nel migliore dei modi".
Parlando invece di lei e del suo credo calcistico. Lei è un allenatore che spesso e volentieri menziona il possesso palla. La squadra ha idee, ha gioco, ha meccanismi ben collaudati che si riconoscono a occhio nudo. Ecco, cos’è per lei il possesso palla?
"È tutto, perché se hai la palla fai correre le avversarie, se non ce l'hai devi correre te. È fondamentale avere la palla per cercare di giocarla, poi se vogliamo la crescita di queste ragazze è fondamentale giocare a calcio, altrimenti chiedevo alla società 3 punti di 2 metri, buttavo palla sopra e giocavamo sulle seconde palle ma è un calcio che non mi piace. Non lo faccio per me perché io vario, se dovessi allenare un domani ancora gli uomini, è normale che mi adeguo alle caratteristiche dei giocatori che ho a disposizione, magari faccio meno possesso e gioco più palla lunga ma avendo una squadra giovane voglio la loro crescita e le ragazze l'hanno presa bene. Contro il Milan io delle volte dicevo di mettere palla sopra e loro invece dicevano 'mister, giochiamola', e questo è importante, vuol dire che credono anche loro in quello che l'allenatore propone in settimane e il sabato e la domenica quando andiamo in campo. Io non mi sono inventato niente, ho avuto tanti allenatori che mi hanno trasmesso qualcosa, chi più chi meno, ho appreso da tutti, cerco di portare quei consigli, ma se vogliamo la crescita di queste ragazze dobbiamo giocare".
Parlando invece della gestione dello spogliatoio: lei che tipo di allenatore è, come si definirebbe? Sergente di ferro, un gestore, un mix…Perché mi ha colpito un po’ di tempo fa una sua dichiarazione su Lauria, dopo l’errore con il Parma. Lei ha detto che l’avrebbe portata fuori a cena insieme alla squadra per tirarle su il morale. È una bella cosa che forse non fanno tutti…
"Ed è successo. Sì, è una bella cosa. Nel calcio si può sbagliare, è normale che se sbaglia l'attaccante ha la possibilità di rifarsi dopo due minuti, se sbaglia un portiere non ha la possibilità di rifarsi o di rendersi utile nella fase finale della partita. Io mi sento più un gestore qui, un sergente di ferro nel maschile. Le ragazze mi seguono, poi è normale che bisogna usare il bastone anche qui perché quando vedi che qualcuna va fuori dal famosissimo cerchio che dico io, che si sta allargando piano piano e dobbiamo essere a non gonfiarlo in fretta perché sarebbe deleterio, ci sono dei passaggi da fare, e il passaggio del lavoro esterno con le ragazze rimane nel cerchio e credo che sia un nostro habitat naturale, una comfort zone, dove noi lavoriamo all'interno di questo cerchio e cerchiamo di allargarlo piano piano".
Da quest’anno nel calcio femminile è arrivato il professionismo. Le chiedo: cosa è cambiato in concreto, anche per lei? Cosa bisogna fare ancora per migliorare il movimento del calcio femminile italiano?
"È cambiato che sono diventate professioniste ma io era da 2-3 anni che vedevo queste ragazze molto cariche. La cosa lampante è la cura spasmodica del proprio corpo, ora ci sono ragazze tirate, delle vere atlete, quest'anno si nota di più perché sono passate al professionismo ma accadeva già 2-3 anni fa, ma non solo le mie. Cos'è cambiato? Non è cambiato niente. Continuiamo a lavorare come facevamo prima, sia noi come staff che le ragazze devono cercare di apprendere magari qualcosa di diverso che prima non facevano e quando c'è la novità ci deve essere concentrazione, voglia di lavorare per crescere".
Dal 2024 tre italiane in Champions, se ci fosse stato questo regolamento 3 anni fa, lei avrebbe portato il Sassuolo in Champions League. È il suo più grande rammarico in neroverde?
"Con questo cambiamento non mi immaginavo di essere in questa situazione di classifica, magari con qualche punto in più, ma se era difficile prima, quest'anno era ancora più difficile perché sono arrivate tante giocatrici di qualità straniera che hanno alzato l'asticella appunto della qualità e della fisicità. C'è da lavorare nel tempo, magari nei prossimi anni si può pensare di ritornare a fare quello che abbiamo fatto negli anni precedenti e infatti stiamo creando questa base per il futuro. È normale che ci speriamo tutti, è l'obiettivo che mi sono prefissato io prima di lasciare il Sassuolo, quindi dobbiamo lavorare ancora parecchi anni assieme, certo se dovesse arrivare quest'anno è molto difficile ma l'anno prossimo o tra due anni non sarebbe la ciliegina, sarebbe la torta, sarebbe una bella torta".
Quest’anno vi allenate al Mapei Football Center: può essere un valore aggiunto?
"Assolutamente sì, questa è una società che crede molto nel femminile e la dimostrazione è che quest'anno ci alleniamo qui e non ci fanno mancare niente, abbiamo un campo fantastico, abbiamo la palestra, la fisioterapia, va di pari passo con il maschile e le ragazze ci guadagnano in questo. Non dobbiamo prenderla dal punto di vista dei risultati, ecco, sono arrivate nel centro sportivo, si stanno montando la testa, no, non è assolutamente vero, anzi, più possibilità si hanno di lavorare bene e meglio è".
Al MFC avete anche la possibilità di lavorare fianco a fianco con la prima squadra maschile. Che rapporto avete con loro e lei in particolare che rapporto ha con Mister Dionisi?
"È bello perché ci incrociamo negli spogliatoi, nei corridoi, ogni tanto Dionisi viene anche a vedere il nostro allenamento perché ha l'ufficio che affaccia sul campo, è bello cercare di condividere cose che il maschile fa e noi facciamo, scambiarci anche opinioni a livello tecnico e tattico ma anche a livello esterno, dove questa società punta molto".
Ultima domanda sul futuro: cosa farebbe in caso di chiamata importante dal calcio maschile e dove si vede fra 5 anni?
"Non lo so, dipende dalla richiesta, dovrei parlarne con la società, se fosse una richiesta da una squadra professionista non sarebbe male, dipende dal progetto. Io a Sassuolo sto bene, non mi voglio muovere, sto lavorando per la mia crescita e per la crescita delle ragazze. Io non ci voglio pensare, ho un altro anno di contratto e il mio obiettivo è quello di rimanere il più possibile qui a Sassuolo, si è creato un ambiente che quando vado a casa mi ritrovo nella mia famiglia e questo credo che sia un punto di riferimento importante, il Sassuolo Calcio, sia per me che per le ragazze".
Si ringraziano mister Piovani e l'ufficio stampa per la disponibilità.
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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