C'è il sole a Reggio Emilia quando arrivo nei parcheggi del Mapei Stadium. Ad attendermi, nella calura estiva reggiana attorno a mezzogiorno, due mini van di quelli neri con i vetri oscurati, i sedili neri in pelle, il minifrigo all'interno, di quelli per la gente vip insomma, organizzati dalla Federazione per la stampa. Direzione: Coverciano, la conferenza di Spalletti, poi il ritorno per la conferenza della Moldova. La mia prima a Coverciano, il Sancta Sanctorum del calcio italiano, ancora non lo sapevo, sarebbe stata indimenticabile. Da giornalista non potevo sperare in una prima migliore. Il momento per la nostra Nazionale non è facile. Forte l'eco delle tre sberle che la Norvegia ci ha rifilato venerdì sera a Oslo. Tante le voci sul futuro della panchina. Luciano Spalletti è in bilico?

Domani sera la Nazionale torna dopo 4 anni a giocare al Mapei Stadium di Reggio Emilia e mentre il mini Van Mercedes sfreccia sull'A1 direzione Firenze Sud e il mio collega crolla dopo qualche sbadiglio non appena immessi sull'autostrada un po' come il mio bambino ieri di ritorno da Riccione, io penso a come sarà varcare i cancelli del Centro Tecnico di Coverciano. Penso a questi anni con SassuoloNews.net e alla voglia di non mollare mai e di continuare a crescere. Sempre.

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Superate le prime montagne e le prime gallerie, tra un messaggino arrivato per un'esclusiva, un goccio d'acqua bevuto e una piadina con la fesa di tacchino e lo stracchino ancora da consumare, nuvoloni grigi e un forte vento ci accolgono nella zona di Firenze. Un clima che sembra completamente diverso rispetto a quello reggiano. Presagio di sventure? Arriviamo nei pressi di Firenze in anticipo di un'ora rispetto alla conferenza e allora la truppa - che comprende anche due colleghi arrivati dalla Moldova - si ferma per una piccola sosta in autogrill dove una scolaresca si mischia a dei motociclisti dall'aria di motociclisti, con tatuaggi, gilet strappati e facce cattive, i preti si fermano (anche loro) a pisciare e per me è arrivato il tempo di consumare la piadina.

Si riparte e si arriva a Coverciano. Marco Nosotti, ultimo baluardo di un giornalismo che forse non c'è più, è lì davanti ai cancelli di Coverciano insieme al collega di Sky Peppe Di Stefano. Lo saluto ma dai finestrini oscurati - giustamente - non avrà visto la mia mano destra che lo stava salutando. Arriviamo. Ci danno i pass. Scendiamo e sul telefono appare una notifica: "Luciano Spalletti darà le dimissioni da c.t. della Nazionale". "Benvenuti a Coverciano", penso. La voce si sparge nel giro di pochi secondi. Francesco Repice, altro decano del giornalismo, commenta la disfatta in Norvegia. Ci iniziamo a chiedere se la conferenza si farà. Se Spalletti arriverà. Ci sarà anche Lorenzo Lucca?

Dai volti della comunicazione della Nazionale però non traspare allarmismo. Le prove in sala stampa procedono come se non si stesse per scatenare un brutto temporale. E tra una foto e l'altra, tra un'opera d'arte di Pistoletto con i palloni da calcio disposti nel segno dell'infinito, tanto verde (ma quanto pagano di giardiniere qui?), qualche selfie per immortalare l'evento, ci accomodiamo. "Dimissioni immediate", si vocifera. Ma sta per arrivare Lorenzo Lucca. Scelta insolita quella di mandare uno con 4 presenze in un trambusto simile. I giornalisti - come da mestiere - ci provano a chiedere della situazione ma l'ufficio stampa fa muro: sarà Spalletti a parlare e a fare chiarezza.

Attorno alle 15, alla fine della chiacchierata con Lucca, ecco arrivare Luciano Spalletti, preceduto da Gigi Buffon, e seguito anche dal presidente della FIGC Gabriele Gravina che si accomoda in mezzo ai giornalisti a seguire la conferenza. "Il presidente Gravina mi ha esonerato" esordisce Spalletti. Boom! "Fino a domani risponderò io della Nazionale, dopo la partita con la Moldova arriverà un altro al posto mio". Boom! Ma è mai successo qualcosa di simile, cioè che un tecnico esonerato sia sceso in panchina sapendo che comunque sarebbe stato esonerato dopo la partita? Non male come prima volta a Coverciano, inizio a pensare.

La conferenza va avanti, ovviamente si parla poco della Moldova e si parla solamente della decisione di Gravina di mandar via Spalletti dopo il 3-0 incassato in Norvegia e a poche ore dalla delicata sfida con la Moldova. "Ti senti tradito?" viene chiesto ancora a Spalletti. "Ma no, perché? Gravina, Giancarlo, Mauro, Emiliano, Roberto (i nomi dei suoi collaboratori, ndr)". Qualche secondo dopo si alza e se ne va. Si è commosso. Parte l'applauso della sala stampa e termina la conferenza. Non male come prima volta a Coverciano, continuo a pensare.

Ho visto Spalletti visibilmente commosso alzarsi e andare via e passare a pochi metri di distanza da me, seguito poi dal presidente Gravina. I giornalisti hanno chiesto un suo intervento ma lui è andato via. Poi tra scazzi, rimproveri alla stampa per varie interpretazioni sul gesto di Spalletti, un selfie con il mio idolo assoluto Gigi Buffon, ci avviamo ad assistere a un quarto d'ora d'allenamento al campo 4 di Coverciano. Passa Spalletti che viene salutato dai colleghi, scherza con Monica Vanali e gli altri. Il presidente Gravina, che nel frattempo ha cambiato mise, indossando t-shirt e tuta della nazionale, si avvia verso il campo d'allenamento. "Presidente qual è il suo stato d'animo?" gli viene chiesto. "Immaginate il mio stato d’animo. Troppo voyeurismo da parte vostra”. Booom! No, davvero non male come prima volta a Coverciano!

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Sezione: News / Data: Dom 08 giugno 2025 alle 18:00
Autore: Antonio Parrotto
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