Martin Erlic è tornato a Sassuolo. Il difensore, arrivato in neroverde nel 2015 grazie al responsabile del settore giovanile Francesco Palmieri che un anno prima andò fino in Croazia per conoscere da vicino la famiglia e per vedere dove viveva il giovane calciatore croato, ha militato nel settore giovanile per due anni, prima di trasferirsi in prestito al Sudtirol e poi a La Spezia, dove ha collezionato 89 presenze e conquistato una promozione in Serie A e due storiche salvezze. Addio tra le lacrime al Picco per il difensore croato che è diventato un vero e proprio idolo degli spezzini. In estate anche la chiamata in Nazionale e il positivo esordio contro la Francia ma anche due altre grandi partite con Danimarca e, di nuovo Francia. Ora Martin è tornato a Sassuolo (il club neroverde lo aveva riacquistato un anno fa per 3,5 milioni di euro). Il difensore si è raccontato in esclusiva ai nostri microfoni direttamente dal ritiro di Vipiteno.

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Innanzitutto Martin bentornato! Quali sono le tue prime sensazioni per questo ritorno a Sassuolo?
"Tornare qui per me è un bellissimo step in avanti, in una società importante che sa lavorare bene con i giovani e sono felice di essere tornato a Sassuolo".

Nelle scorse settimane ha colpito molto una tua intervista in Croazia insieme alla tua famiglia. Sei partito dal basso e stai continuando a scalare le montagne. Quanto è stata importante la tua famiglia per l'uomo e il calciatore che sei diventato oggi?
"Io ho avuto sempre la famiglia accanto, anche nei giorni bui degli infortuni, li ho avuti sempre accanto e mi hanno sempre dimostrato che ci sono, magari anche grazie a loro sono arrivato dove sono adesso perché mi hanno dato tanti valori e questa è la cosa più importante del percorso che ho fatto fino ad adesso".

L'arrivo in Italia grazie al direttore Francesco Palmieri che ti aveva portato a Parma prima e a Sassuolo poi: cosa rappresenta per te la sua figura? È vero che è venuto fino a casa tua in Croazia prima di firmare?
"Sì, il direttore per capire la persona che sono, prima del giocatore, è venuto a casa mia in Croazia per vedere in che contesto ero cresciuto e da lì mi ha detto: 'io lo prendo'. E mi ha dato sempre una mano, anche quando sono arrivato a Parma. Ho avuto un rapporto bellissimo con lui, è come un secondo papà per me. È bellissimo rivederlo di nuovo qui a Sassuolo".

Non hai ancora esordito in prima squadra con il Sassuolo ma hai fatto parte della rosa che ha vinto il Viareggio, anche se eri fuori per infortunio. Cosa ricordi di quei momenti e in generale della tua prima esperienza in neroverde?
"Quando sono arrivato a Sassuolo ho trovato tante persone che conoscevo già da prima, partendo dal direttore, i giocatori, l'allenatore, ed è stato facile ambientarsi. Mi sono sentito sempre bene qui ed è importante il mio ritorno qui, anche se sono diverso come calciatore rispetto al passato, ma tornare a Sassuolo mi fa solo che piacere".

Il Sassuolo era nel tuo destino: esordio contro i neroverdi in Serie A, primo gol al Mapei Stadium contro il Sasol. Cosa hai provato in quei momenti? Sentivi il peso dell'ex?
"No, il peso no, però ho cercato sempre di dare il massimo in quella partita. Non è mai facile giocare contro il Sassuolo perché sappiamo tutti le qualità della squadra, noi eravamo di un livello più basso anche se abbiamo ottenuto un pareggio e una vittoria. Poi proprio contro il Sassuolo è arrivato il mio primo gol, io ho cercato di fare bene in quella gara, ero contento per aver segnato".

Hai vissuto un'estate intensa: prima l'addio commosso allo Spezia, poi l'esordio in Nazionale contro la Francia. Come direbbe Vasco: sensazioni forti. Me le racconti?
"L'emozione che ho provato al Picco nell'ultima gara contro il Napoli penso che non la scorderò mai! Ho visto gente in tribuna piangere, non avrei mai pensato che sarebbe successa una cosa simile il giorno del mio arrivo a La Spezia. Vedere gente in lacrime, gente che ti trasmette l'amore, è una cosa bellissima. Sono felice che giocando allo Spezia è arrivata anche la mia prima convocazione in Nazionale maggiore. Lo Spezia mi ha fatto crescere, mi ha fatto giocare, non posso che ringraziarli, rimarranno sempre nel mio cuore. L'esperienza in Nazionale è stata bellissima, non si può raccontare con le parole perché giocare due volte contro la Francia e fare due risultati positivi giocando, poi contro la Danimarca, è stato sicuramente uno step importante per me e per il mio futuro".

Hai raccontato in una vecchia intervista che hai la maglia numero 28 per Paolo Cannavaro, che hai conosciuto a Sassuolo...
"Sì, quando sono andato a giocare in prestito al Sudtirol ho scelto il numero 28 perché Paolo mi ha insegnato tanto, penso che tutti i giocatori dovrebbero essere come lui, per la persona che è in campo e fuori dal campo, come dà i consigli ai giovani può essere solo che un esempio e con me lo ha fatto. Proprio per questo ho preso la 28 e penso che la prenderò anche quest'anno".

Classica domanda finale: quali sono i tuoi obiettivi, personali e di squadra, per la nuova stagione?
"Sicuramente voglio cercare di dare il massimo per mettermi a disposizione del mister, cercheremo di fare meglio rispetto all'anno scorso".

Si ringrazia Martin Erlic per la cortesia e la disponibilità dimostrate in questa intervista

Martin Erlic
Sezione: Esclusive / Data: Sab 09 luglio 2022 alle 16:00
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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