Citazione di un "certo livello" per una vittoria di un certo livello. Dalle 5 giornate di Milano ("Con Cinque giornate di Milano si fa riferimento all'insurrezione armata avvenuta tra il 18 e il 22 marzo 1848 nell'allora capitale del Regno Lombardo-Veneto che portò alla temporanea liberazione della città dal dominio austriaco" recita Wikipedia) alle 5 pappine di Milano (meglio di manita, converrete) il passo è breve. Quasi. Devo essere sincero: alla lettura della formazione ufficiale ho pensato male. Ho avuto cattivi pensieri. Poi ho letto quella del Milan e le nubi si sono immediatamente diradate. Si scherza caro ex Stefano Pioli. Milan-Sassuolo alla vigilia aveva un solo slogan: "Fuori la peggiore!". Era la sfida tra due squadre che facevano a gara 'a chi stava peggio'. Chiedo venia mister Dionisi, anche questa è una battuta. La sfida di San Siro comunque ha dato la risposta. A quali domande? Dopo un 2-5 non si fanno delle domande del genere!

Il Sassuolo ha saputo approfittare di un Milan in caduta libera. Si è parlato di un calendario sfortunato per i neroverdi e invece questo era il momento migliore per affrontare la formazione rossonera. Attenzione, non sto togliendo meriti alla prestazione, di squadra, dei ragazzi di Dionisi. Ci sono tantissimi meriti dei neroverdi ma se è finita 5-2 (il Sassuolo aveva una media inferiore al gol a partita prima della sfida di ieri, senza dimenticare che 5 gol li aveva segnati tutti in una gara, contro la Salernitana) ci sono anche le colpe dei rossoneri, soprattutto in difesa, inguardabili. Ma il Sassuolo come un vero cannibale ha banchettato, vista l'ora di pranzo, sui poveri resti del Diavolo rossonero, senza lasciare nemmeno le briciole. Se volete possiamo considerare i 2 gol incassati come briciole ma è difficile uscire indenni da San Siro.

Quella di ieri è stata una giornata magica. Se ne sentiva il bisogno. Sulla scia della prova di Monza, dove abbiamo esaltato proprio su queste pagine il carattere e l'atteggiamento della squadra, è arrivata la grandissima prova di San Siro. Partita proprio dall'atteggiamento. E nuovamente da lì bisogna ripartire sabato sera contro l'Atalanta, sperando di chiudere il trittico con le tre lombarde alla grande. Attenzione però. E due. La vittoria non deve esaltare. Giusto esultare perché si è fatta la storia, ma guai a volare troppo in alto, ci vuole un attimo a cadere a terra. E il tonfo stavolta potrebbe essere troppo grande. Non sempre ci sono i cuscini a proteggere l'atterraggio.

Chiudo con una battuta. Cara famiglia Squinzi, perché dopo il Mapei Stadium non compriamo (cioè voi con i vostri soldi, "plurale maiestatis" forse) anche San Siro? È diventato di fatto il secondo stadio neroverde (qualcuno scioccamente dirà 'il terzo'). E non poteva essere altrimenti. Ormai, è diventato una sorta di secondo stadio (ehi reggiani, non fate battute, non è il terzo), Dionisi ne ha vinte 3 su 3, ormai il Sassuolo è di casa. Tanto vale comprarlo. D'altronde dopo una vittoria così non bisogna esaltarsi...Facile a dirsi. Ma a farsi?

Sezione: Editoriali / Data: Lun 30 gennaio 2023 alle 17:26
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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